Il tunnel, i lavori, la riapertura: ecco che cosa sappiamo
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Non c’è pace, vien da dire, per il San Gottardo. Un simbolo di unità nazionale che in queste settimane (complice anche una buona dose di sfortuna) sta mostrando tutta la sua fragilità. O meglio: sta mostrando la fragilità delle nostre infrastrutture e mettendo in luce quanto, specialmente per noi ticinesi, quel passaggio alpino sia fondamentale per non restare isolati dal resto del Paese.
Ora, non torneremo certo alle carrozze tirate dai cavalli, ma perlomeno fino a questo fine settimana l’unico modo per attraversare le Alpi in automobile sarà il passo del San Gottardo o, in alternativa, occorrerà optare per la A13 (via San Bernardino) oppure per il Sempione. Tutto ciò, mentre anche il traffico ferroviario (per i passeggeri) è rallentato di almeno un’ora lungo AlpTransit. E, a questo proposito, si fanno largo sempre più voci di corridoio (né smentite né confermate) che i ritardi nella galleria ferroviaria potrebbero durare fino ad aprile 2024. Insomma: prima la chiusura della galleria ferroviaria causata dal deragliamento di un treno merci; poi la chiusura del tunnel autostradale causata dal cedimento di una soletta; e oggi il Ticino sembra effettivamente più isolato che mai.
A che punto siamo?
Ma, prima di tutto, riavvolgiamo il nastro fino a domenica pomeriggio, intorno alle 16.00. Stando a quanto comunicato dall’Ufficio federale delle strade (USTRA), è proprio in quel momento che è stato necessario chiudere al traffico il tunnel autostradale a causa di un «difetto tecnico nella soletta intermedia». Un difetto, è stato poi precisato, lungo ben 25 metri. In quel tratto, in prossimità del portale Nord, «alcune parti superficiali di calcestruzzo si sono staccate dalla soletta e sono cadute sulla carreggiata». Il tunnel è quindi stato immediatamente chiuso in entrambe le direzioni e, fortunatamente, nessuna persona è rimasta ferita. Per capire con più precisione l’entità del danno (e il tempo necessario per ripararlo) si è però dovuto attendere fino al tardo pomeriggio di lunedì, quando l’USTRA ha fatto sapere che, allo stato attuale, «l’obiettivo è riaprire il tunnel alla fine di questa settimana».
Come procederanno i lavori?
Concretamente, prima di poter riaprire la galleria, la parte di soffitto interessata dal danno dovrà essere completamente demolita e sostituita. E questo, appunto, su tutta la lunghezza di 25 metri. I lavori di messa in sicurezza sono iniziati nel pomeriggio, mentre la demolizione partirà proprio questa notte. Lavori che comporteranno diverse sfide. Una di queste, come spiegato dall’USTRA, sarà quella di garantire la ventilazione. È infatti proprio la soletta intermedia a separare lo spazio di guida dai condotti dell’aria di alimentazione.
Cosa ha provocato il danno?
Secondo una prima valutazione dell’USTRA l’origine del danno sarebbe da ricondurre a una ridistribuzione delle tensioni nella roccia. Tensioni che hanno poi «portato a variazioni di pressione locali e hanno sollecitato la galleria nella sezione interessata», ossia nei pressi del portale Nord. Ciò, in buona sostanza, avrebbe causato la crepa nel soffitto intermedio con la conseguente caduta di calcinacci sulla strada.
Un tema sin dal 2010
Lo stato della soletta, va infine detto, preoccupa le autorità già da qualche anno. Perlomeno dal 2010, quando il Consiglio federale riferiva che «la soletta intermedia è parzialmente difettosa» e che «le sue condizioni sono nettamente peggiori nella zona dei portali della galleria rispetto a quelle lungo il resto del tracciato». In queste aree «è stato riscontrato uno stato di avanzata corrosione dell’armatura, dove non è quindi possibile garantire la sicurezza strutturale a medio termine». In quel periodo, ricorderete, si parlava del risanamento della galleria autostradale, che avrebbe comportato la sua chiusura per diverso tempo. La politica, e il popolo, nel 2016 scelsero però un’altra via, quella di costruire una seconda canna. Un «raddoppio» che però, come noto, non vedrà la luce prima del 2029, quando poi inizierà il risanamento dell’attuale tunnel.
Una richiesta di risarcimento
Il parziale isolamento del Ticino ha portato anche a qualche reazione sul piano politico cantonale. Il presidente del Consiglio di Stato Raffaele De Rosa, in una presa di posizione scritta, ha rimarcato che «questo incidente, come il deragliamento nella galleria ferroviaria, mette in evidenza la fragilità dei collegamenti attraverso l’arco alpino». E, «come unico Cantone situato interamente a Sud delle Alpi», per il Ticino «la qualità dei collegamenti con il resto del Paese è una questione che riveste una centralità assoluta». In questo senso, il Governo sottolinea come, a suo modo di vedere, il tema della mobilità Nord-Sud «vada discusso oltre che nei suoi aspetti tecnici (...) anche considerando una prospettiva di tipo politico e strategico». E questo perché «la garanzia di una vicinanza territoriale di tutte le parti della Svizzera è un elemento senza il quale è impossibile assicurare a lungo termine la coesione e lo sviluppo del Paese».