Governo

La «Lady di ferro» al comando nell'anno della resa dei conti

Karin Keller-Sutter è stata eletta presidente della Confederazione per il 2025 – Guy Parmelin sarà il vice – Oltre al piano di risparmi, per la «ministra» delle Finanze c'è un primo banco di prova: l'UE e la CPI sul crollo di Credit Suisse
©ANTHONY ANEX
Luca Faranda
11.12.2024 21:30

«La Lady di ferro della Svizzera orientale». È questa l’etichetta affibbiata ormai da anni a Karin Keller-Sutter. La sangallese non ha nulla a che fare con Margaret Thatcher, ma è diventata un volto noto a livello nazionale per la sua intransigenza nei confronti degli hooligan. Un tema, quello della sicurezza, che l’ha accompagnata per quasi tutta la sua carriera negli Esecutivi: dal 2000 al 2012 è stata responsabile del Dicastero sicurezza e giustizia del Canton San Gallo. In Consiglio federale è stata a capo del Dipartimento di giustizia e polizia (DFGP) dalla sua elezione (nel 2018) alla fine del 2022. Poi, il difficile passaggio al Dipartimento delle finanze (DFF).

Un venerdì impegnativo

Keller-Sutter, da «ministra» delle Finanze, non ha infatti quasi avuto tempo di insediarsi nell’ala ovest di Palazzo federale: già nel mese di gennaio 2023 è iniziata la lunga onda che ha portato a una delle più importanti crisi bancarie elvetiche con il crollo del Credit Suisse. Una situazione non più risolvibile, se non con l’intervento del Consiglio federale - avvenuto il 19 marzo 2023 - per permettere l’acquisizione del numero due bancario elvetico da parte di UBS. La vicenda ha ovviamente fatto il giro del mondo, così come il nome di Keller-Sutter: il «Financial Times» ha addirittura definito la consigliera federale una delle 25 donne più influenti del pianeta del 2023. Il suo nome figurerà però certamente anche nel rapporto della Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) «Gestione delle autorità - fusione d’urgenza Credit Suisse». Quest’ultima è chiamata a fare luce sull’operato delle autorità e degli altri enti coinvolti, DFF compreso. Tuttavia, non sono stati esaminati soltanto gli eventi del marzo 2023, ma anche «gli sviluppi rilevanti negli anni precedenti». Il rapporto è atteso entro la fine dell’anno e - stando alla NZZ - potrebbe essere presentato già venerdì 20 dicembre. Lo stesso giorno, sempre stando al quotidiano zurighese, il Consiglio federale dovrebbe annunciare la fine dei negoziati con l’UE. Il 21 dicembre è invece prevista la visita in Svizzera della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

I più importanti partner esteri

Per il Consiglio federale e per la stessa Keller-Sutter, nei prossimi mesi ci sarà la resa dei conti su vari fronti. L’accordo con Bruxelles - seppur gestito principalmente dal collega di partito Ignazio Cassis - resterà un tema prioritario per tutto l’anno di presidenza. La futura «prima tra pari» - entrerà in carica il primo gennaio - sulla carta non è una pedina fondamentale dell’accordo con Bruxelles. Tuttavia, all’interno dell’attuale Governo, l’ago della bilancia potrebbe essere proprio la 60.enne sangallese. Nel suo discorso, pronunciato nella sala del Consiglio nazionale, si è detta «favorevole a una collaborazione con i più importanti partner esteri: l’Unione europea e gli Stati Uniti».

Sfiorato l’incidente diplomatico

Dal prossimo 20 gennaio, tuttavia, a prendere il sopravvento sulla scena internazionale sarà il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. I possibili futuri dazi, in realtà, saranno materia per Guy Parmelin, che oggi è stato eletto vicepresidente del Consiglio federale. Le sfide internazionali, tuttavia, non mancano per Keller-Sutter: in particolare la tesa situazione geopolitica su più fronti. All’interno del Palazzo federale, a turbare l’ambiente - solitamente festoso, considerato anche l’aperitivo offerto ai parlamentari al termine dell’elezione - è stata la presenza inaspettata di alcuni rappresentanti diplomatici di Russia, Iran e Indonesia, come riporta il «Tages-Anzeiger». Gli ambasciatori occidentali presenti, colti di sorpresa, si sarebbero rifiutati - in particolare l’ambasciatrice ucraina Iryna Venediktova - di sedere accanto ai loro colleghi e hanno trovato un altro luogo per seguire la cerimonia. Alla fine, l’incidente diplomatico è stato (forse) solo sfiorato. Tuttavia, da gennaio Keller-Sutter dovrà ponderare ogni decisione e ogni visita ufficiale, poiché avranno un impatto anche sulla politica estera. Le luci dei riflettori saranno puntate sulla «ministra» delle Finanze, che per la prima volta assume la carica di presidente della Confederazione. In che direzione deciderà di andare? A passarle il testimone sarà Viola Amherd, che nel suo anno presidenziale non ha nascosto di essere particolarmente favorevole a un avvicinamento all’UE e ad altri organismi internazionali come la NATO. Soprattutto per quanto riguarda le spese (ad esempio l’Esercito o il rispetto del freno all’indebitamento), tra le due consigliere federali non c’è particolare unanimità. Al contrario.

Stato forte, sovrano e sociale

La presidente della Confederazione, nonostante gli impegni all’estero, anche a livello interno ha molti conti in sospeso: tra cui quelli del bilancio federale. Entro la fine di gennaio calerà la mannaia, con la presentazione del piano di risparmi da circa quattro miliardi di franchi l’anno. Si prospettano tagli dolorosi. «Finanze sane sono un prerequisito per uno Stato forte, sovrano e sociale», ha tenuto a sottolineare nel suo primo discorso da presidente eletta. Keller-Sutter, da anni, figura nelle prime posizioni nelle classifiche e nei sondaggi sui consiglieri federali più influenti e apprezzati dalla popolazione elvetica. Il piano di risparmi toccherà però quasi tutti i settori. I consensi per Keller-Sutter, probabilmente, rischiano di calare proprio nel suo anno da presidente della Confederazione.