La maggior parte degli svizzeri ha paura dei dazi di Trump

Il 79% degli svizzeri pensa che i dazi americani avranno un impatto negativo sull'economia elvetica e il 90% teme di essere colpito anche a livello personale (il 23% in misure elevata, il 42% mediamente e il 25% un po'): sono i risultati di un sondaggio pubblicato oggi da Le Temps.
Un strettissima maggioranza (53%) dei 785 interpellati fra il 9 e l'11 aprile dalla società Ipsos esprime fiducia nella capacità del Consiglio federale a difendere gli interessi del paese. Vi sono però significative differenze generazionali: i 18-34enni (62%) si fidano di più del governo di quanto facciano gli over 55 anni (46%).
Dal rilevamento demoscopico emerge che la popolazione è molto divisa sulla risposta che l'esecutivo federale dovrebbe dare alle barriere doganali annunciate dall'amministrazione statunitense. Il 28% ritiene che la Svizzera debba adottare un approccio attendista e vedere come si evolve la situazione prima di decidere qualsiasi misura; per il 22% la priorità dovrebbe essere data a un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, anche se ciò comporta concessioni per l'agricoltura; il 21% è per contro dell'opinione che per risolvere la controversia siano necessari legami più stretti con l'Unione europea; il 21% vorrebbe che Berna aumenti a sua volta le proprie tariffe sui prodotti statunitensi come misura di ritorsione.
«Ciò che colpisce» - osserva Laura Paolino, responsabile del sondaggio presso Ipsos - «è l'alta percentuale (dal 5 al 10% a seconda della domanda) di persone che dicono di non sapere», confida l'esperta a Le Temps. «Questo riflette l'alto livello di incertezza». In particolare le donne sono più caute nelle loro risposte.
A parte la questione dei legami europei più stretti (più favorevoli in Romandia), le differenze regionali non sono per contro molto marcate. Anche il livello di istruzione non è un fattore distintivo nell'opinione degli svizzeri sul tema dei dazi.