L'esame militare è stato superato, al via il tour dei partiti

Un tour de force. O meglio, un tour delle forze politiche. Ecco cosa attende Martin Pfister e Markus Ritter: i due candidati al Consiglio federale avranno poco più di una settimana di tempo per riuscire a convincere il maggior numero di parlamentari (il traguardo da raggiungere per essere certi di essere eletti è 124, la maggioranza assoluta) entro il 12 marzo.
Oltre all’area politica, però, i due candidati al Consiglio federale dovranno anche tenere conto delle sensibilità - e degli interessi - dei singoli deputati. Per l’elezione non contano solo le conoscenze specialistiche, ma anche (soprattutto nelle audizioni) l’aspetto umano.
Confidenziale, o quasi
Il primo giro di giostra è andato in scena oggi, in concomitanza con l’inizio della sessione primaverile. Ritter ha giocato in casa: le prime audizioni (davanti a una quarantina di deputati) si sono svolte a Palazzo federale. Il pubblico? La «Conferenza dei parlamentari contadini», o meglio la cosiddetta lobby agricola in Parlamento. Una delle più influenti a Berna. Ritter ne è il capofila (la sala in cui si sono svolte le audizioni era oltretutto riservata a suo nome), ma Pfister ha avuto la possibilità di farsi conoscere ed esporre le sue idee.
Stando al Blick, il consigliere di Stato di Zugo non è riuscito a rispondere a una sola domanda (non ha tuttavia rivelato quale). C’è infatti un aspetto da sottolineare: questi cosiddetti «hearing» sono confidenziali. Pertanto, non dovrebbe trapelare nulla di quanto avviene all’interno della sala delle audizioni. Ciò apre la porta a speculazioni di ogni sorta. Fino al prossimo 12 marzo, dunque, sarà la tattica dei vari gruppi parlamentari - o dei singoli deputati - a prevalere.
Domani tocca ai primi partiti
Già domani ci sarà un altro, fondamentale, giro di giostra: inizieranno le audizioni dei partiti. Sono previsti 50 minuti per candidato e gruppo parlamentare. Markus Ritter e Martin Pfister saranno ascoltati questo pomeriggio dai deputati dell’UDC, del PLR e dei Verdi liberali (PVL).
Lunedì 10 marzo sarà il turno delle rappresentanti di Alliance F (la Federazione delle società femminili svizzere, che avrebbero voluto una candidatura femminile). Il cerchio si chiuderà martedì 11 marzo, alla vigilia dell’elezione, con le audizioni di Verdi e PS. Seguirà la nota «Notte dei lunghi coltelli» all’Hotel Bellevue Palace. Un’altra occasione, l’ultima, per alimentare le speculazioni e le (presunte) tattiche di partito. Poi si scoprirà chi andrà a sostituire Viola Amherd in Governo e verosimilmente a capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS).
La milizia influenza il voto?
Oggi, a questo proposito, è andata in scena per la prima volta un’audizione sulla politica di sicurezza da parte dell’Associazione delle società militari svizzere (ASM), un organismo che conta una trentina di organizzazioni militari per un totale di quasi 100 mila membri. «Le associazioni di milizia svizzere non possono rimanere indifferenti a chi succederà a Viola Amherd», ha motivato l’organizzazione, che ha interrogato i due candidati (le audizioni, aperte a un pubblico limitato, sono durate 45 minuti a testa) sui temi che ruotano attorno alla difesa e alla sicurezza.
Se con i «parlamentari contadini» era Markus Ritter (a capo dell’Unione svizzera dei contadini) ad avere il coltello dalla parte del manico, davanti ai rappresentanti della milizia ha giocato in casa il colonnello Martin Pfister. «La caserma mi è più familiare di Palazzo federale», aveva detto il consigliere di Stato di Zugo. E l’audizione si è tenuta proprio nella caserma della piazza d’armi di Berna (nel quartiere di Breitenrain).
«Non cerco il posto di Süssli»
Al termine, il presidente dell’ASM Stefan Holenstein, ha indicato che l’associazione non ha saputo decidere quale candidato (non) raccomandare alle Camere federali. «Sono entrambi molto validi», ha aggiunto. Tuttavia, qualche elemento negativo è emerso. «Le conoscenze di Ritter sui dossier non sono molto approfondite. O almeno non quanto avremmo voluto. Per quanto riguarda Pfister, invece, è il contrario. È molto solido sui temi, ma forse non ha la stessa capacità di leadership. Era abbottonato».
In un commento a caldo al termine dell’audizione, Ritter ha tuttavia voluto evidenziare un aspetto: «Non mi candido per il posto di Thomas Süssli (capo dell’esercito dimissionario, n.d.r.). Ma per la guida politica».