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L’Eurovision alle urne: «L'ordine divino è in pericolo»

Basilea Città si esprimerà domenica su un credito di 37,5 milioni di franchi, ma l’evento si terrà in ogni caso. Il referendum è stato lanciato dall’UDF: «È un tentativo di lavaggio del cervello»
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Luca Faranda
20.11.2024 22:30

Da «The code» a «The vote». Dopo il successo di Nemo all’Eurovision Song Contest (ESC), la Svizzera ospiterà la prossima edizione del concorso canoro. L’evento, è già stato deciso, si terrà dal 13 al 17 maggio 2025 alla Sankt Jakobshalle di Basilea. Eppure, c’è chi vuole impedire il festival, o almeno una parte.

L’Unione democratica federale (UDF) ha infatti lanciato un referendum contro un credito, deciso dal parlamento di Basilea Città, pari a 37,5 milioni di franchi proprio per l’organizzazione dell’Eurovision. Le firme necessarie erano 2.000, il partito ne ha raccolte 4.203 (di cui 3.912 valide). Sulla questione dovranno pertanto esprimersi gli elettori basilesi questa domenica.

Programma collaterale

Non tutto è messo in discussione: qualsiasi sia il risultato alle urne, l’evento si terrà in ogni caso a Basilea. In caso di bocciatura, però, verrebbe notevolmente ridimensionato. Si limiterebbe, in sostanza, a uno spettacolo televisivo senza un vero e proprio programma di accompagnamento nella Città sul Reno.

Ma dove verranno utilizzati questi fondi? Il credito servirà a finanziare il programma collaterale dell’ESC, oltre che le infrastrutture (15 milioni sono previsti per le esibizioni principali alla St. Jakobshalle), la sicurezza (circa 8 milioni), i trasporti (attorno ai 2 milioni) e gli alloggi.

Non solo spese

L’UDF – poco radicato a Basilea - sta combattendo la sua battaglia da sola: in Gran Consiglio, il credito è stato approvato in settembre con 87 voti a favore, quattro contrari e quattro astenuti. Anche i partiti borghesi si sono detti favorevoli: Basilea sarà infatti sotto i riflettori di tutta Europa (sono circa 160 milioni i telespettatori della kermesse) e di ciò può beneficiarne anche l’economia. A sorridere, in quei giorni, sarà soprattutto il settore turistico: in città si sfiora già il tutto esaurito nelle strutture alberghiere, ma si prospettano ricadute economiche positive anche dopo la fine dell’evento.

Piattaforma di propaganda

L’UDF parla di spreco di soldi, ma non sono solo le spese della Città-Cantone (economicamente ben posizionato, ndr) a essere un problema per il partito conservatore.

«Negli ultimi quindici anni l’evento è diventato una piattaforma di propaganda per gli omosessuali, le persone non binarie e così via», ha detto a fine ottobre, in un’intervista alla NZZ, il presidente dell’UDF a livello nazionale Daniel Frischknecht. A suo avviso, si tratta di un «tentativo di lavaggio del cervello, nel quale la televisione svizzera è in prima linea». L’ESC, aggiunge l’ex granconsigliere turgoviese, mette in pericolo «l’ordine divino»: il fatto che Nemo lo scorso maggio sia salito sul palco con una corona di spine per ricevere il trofeo è una «bestemmia». Oltre a ciò, il partito di ispirazione cristiana e conservatrice critica pure il «doppio standard: all’ESC sono banditi i simboli cristiani, ma sono permesse rappresentazioni e celebrazioni sataniche». L’UDF, per la sua campagna di voto, ha infatti utilizzato (in modo negativo) Bambie Thug, che ha rappresentato l’Irlanda allo scorso Eurovision.

Festa in tutta la città

Concretamente, il programma che ruoterà attorno all’evento sarà denso e fitto di impegni:la St. Jakobshalle sarà il luogo di riferimento, ma anche il vicino St. Jakob-Park (dove gioca la squadra di calcio del Basilea) si trasformerà nella cosiddetta «Arena Plus» per un imponente public viewing: per la sera della finale prevista sabato 17 maggio (la Svizzera è già qualificata, così come le «Big 5»: Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito), l’impianto si vestirà a festa e ci saranno anche esibizioni dal vivo di ex «star» delle passate edizioni dell’Eurovision.

Oltre a ciò, anche il centro della città sarà teatro di numerosi eventi di rilievo. Gli organizzatori, tra le altre cose, prevedono anche la creazione di un «Eurovision Village» e di una «Eurovision Street» per animare Basilea durante tutta la settimana dell’ESC.

In caso di no alle urne, una parte dei finanziamenti potrebbe provenire da altre fonti, tra cui sponsor privati, la SSR o altre emittenti partecipanti. Difficilmente, tuttavia, arriverebbero a coprire gli oltre 37 milioni di franchi di spese previste.

Biglietti presto in vendita?

Le due semifinali si terranno martedì 13 e giovedì 15 maggio, mentre sabato 17 maggio ci sarà la finale. Questi tre eventi saranno trasmessi in televisione. Tuttavia, il programma è particolarmente ricco: tra prove ed esibizioni ufficiali sono in totale nove gli eventi dal vivo alla St. Jakobshalle (circa 12 mila i posti a disposizione) che si susseguiranno per tutta la settimana dell’ESC. I biglietti dovrebbero essere messi in vendita entro la fine dell’anno. Finora non ci sono ancora indicazioni, né sull’inizio della vendita, né sui prezzi. Non è ancora noto nemmeno chi rappresenterà la Svizzera per difendere la vittoria conquistata a maggio da Nemo con «The code». Il nome dell’artista selezionato - che ha già la garanzia di partecipare alla finale di sabato - sarà comunicato all’inizio del prossimo anno.