Ora è definitivo: la 13. AVS sarà versata una volta all'anno
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La decisione è definitiva: la 13. AVS sarà versata una volta all’anno, nel mese di dicembre. Il primo versamento avverrà alla fine del 2026. Dopo gli Stati, anche il Nazionale ha approvato la legge d’applicazione dell’iniziativa popolare «per una 13. mensilità AVS». La questione del finanziamento (4,2 miliardi di franchi in più, di cui 850 milioni a carico della Confederazione), sarà regolata in un secondo tempo. La tredicesima sarà versata unicamente agli assicurati che nel mese di dicembre avranno diritto a una rendita di vecchiaia. Ciò significa che chi muore tra gennaio e novembre, o i loro eredi, non ne avranno diritto. In questo modo, il costo della riforma è ridotto di 80 milioni di franchi all’anno. Inoltre, l’ammontare della 13. AVS non sarà preso in considerazione nel calcolo del reddito che determina la concessione di prestazioni complementari. Il voto è stato unanime.
Ha fatto discutere, invece, un’altra questione. Léonore Porchet (Verdi/VD) ha chiesto, invano, di prevedere una tredicesima anche per le prestazioni supplementari versate alla generazione transitoria delle donne interessate dall’aumento dell’età pensionabile. Si tratta di circa 600 mila persone nate fra il 1961 e il 1969 e che, oltre alla 13 . AVS, riceveranno un supplemento a vita (sotto forma di 12 mensilità) a titolo di compensazione. Per la deputata, la mancata corresponsione di un 13. supplemento è un’ingiustizia.
Approvato in votazione popolare, l’indennizzo si aggiunge alla rendita AVS e decresce con l’aumento del reddito: massimo di 160 franchi mensili per redditi inferiori ai 58.800 franchi (quindi 1.920 franchi all’anno); 100 franchi per redditi compresi tra 58.801 e 73.500 franchi (1.200 franchi annui); 50 franchi per redditi superiori a 73.501 franchi (600 franchi annui). «Questo supplemento non è un reddito slegato dalla rendita AVS, ma un complemento di cui bisogna tener conto nel calcolo della tredicesima», ha detto Porchet. «Dire alle donne della generazione di transizione che il loro supplemento non è parte integrante della rendita e che quindi la loro tredicesima AVS sarà inferiore è, nella migliore delle ipotesi, irritante, nella peggiore un insulto». Il tutto per un maggior costo ,a suo avviso «irrisorio», di 20,4 milioni di franchi, di cui 4 a carico della Confederazione.
La maggioranza (113 voti a 78) ha però seguito il relatore commissionale Benjamin Roduit (Centro/VS) che ha ricordato come tale supplemento non faccia parte della rendita, in quanto si tratta di una compensazione versata al di fuori dell’AVS. «Per analogia con la tredicesima mensilità del salario, che non si applica a indennità o bonus, a questo supplemento non va applicato un 13. versamento» ha detto il deputato vallesano. «È quindi falso dire che 600 mila donne nate tra il 1961 e il 1969 sono discriminate. Riceveranno semplicemente la tredicesima AVS, come tutte le altre donne, oltre all’importo fisso previsto dalla legge come compensazione». Anche la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha spiegato che il supplemento viene erogato al di fuori del sistema AVS e non costituisce parte della rendita di vecchiaia.
Come detto, il finanziamento della 13. AVS sarà affrontato più avanti. Secondo la Commissione della sicurezza sociale degli Stati, non c’è fretta di agire. Il Governo, invece, ritiene «urgente» la questione del finanziamento e propone di aumentare l’IVA dall’attuale 8,1% all’8,8%. Parallelamente, chiede di ridurre il contributo della Confederazione alle spese dell’AVS.