Dimissioni di Viola Amherd

Pfister la prima scelta, ma nel mirino c’è pure il seggio di Cassis

Si apre una breve corsa al successore in Governo: tra i nomi principali ci sono anche Candinas, Chassot e Würth – Non sono da escludere strategie per un futuro attacco al PLR
© PETER SCHNEIDER
Luca Faranda
15.01.2025 20:50

«Non so se il mio successore sarà un uomo o una donna». L’importante, ha tenuto a precisare Viola Amherd, è che sia del Centro. E così sarà. I primi possibili candidati hanno iniziato a circolare sin da subito: il consigliere nazionale grigionese Martin Candinas, il consigliere agli Stati sangallese Benedikt Würth, la «senatrice» friburghese Isabelle Chassot (che ha presieduto la CPI sul crollo di Credit Suisse), il presidente del gruppo parlamentare Philipp Matthias Bregy (vallesano come Amherd), oppure Gerhard Pfister. Solo pochi giorni fa il consigliere nazionale di Zugo ha deciso di lasciare la carica di presidente per «affrontare nuove sfide».

Un possibile interessamento al Consiglio federale lo avevano colto in molti. Pfister, tuttavia, ha annunciato dieci giorni fa che terminerà il suo mandato in giugno. «Ma ogni partito ha anche una vicepresidenza», ha detto Amherd, facendo capire che non si può escludere la candidatura del 62.enne della Svizzera centrale. Una regione che non è rappresentata in Governo dal 2003.

I prossimi passi

Per il momento, tuttavia, nessuno ha deciso di esporsi. Qualcosa inizierà a muoversi solo nei prossimi giorni: lunedì 20 gennaio, i vertici del partito e del gruppo parlamentare si incontreranno per una riunione straordinaria congiunta. In seguito informeranno la stampa sui prossimi passi.

Il successore di Amherd, in ogni caso, sarà eletto durante la sessione primaverile alle Camere federali in programma nel mese di marzo. Il candidato eletto entrerà in carica a inizio aprile, tra due mesi e mezzo. Il tempo stringe, ma per Amherd - che ha appena concluso il suo anno presidenziale - la scelta di presentare le dimissioni ora non è inusuale. «Non servono molte settimane per decidere se si è interessati all’elezione in Consiglio federale», ha sottolineato a più riprese. La mossa di Amherd, però, può anche avere risvolti tattici.

Tempistiche

La partenza della 62.enne vallesana potrebbe infatti rimescolare le carte in tavola per la futura composizione del Consiglio federale. L’addio annunciato oggi, per una questione di tempistiche, apre svariati scenari.

Già la scorsa settimana, subito dopo l’addio di Pfister alla presidenza del partito, la NZZ si era chiesta se Amherd e Cassis avrebbero dato le dimissioni nello stesso momento. Anche il 63.enne ticinese, dopo aver portato a termine i negoziati con l’UE lo scorso dicembre, potrebbe lasciare la scena anzitempo. Ma cosa farà, ora che Amherd ha fatto il primo passo? Cassis è membro del Governo dal settembre 2017, Amherd dal gennaio 2019. Per una questione di «anzianità», nel caso in cui entrambi decidano di lasciare a fine marzo, l’Assemblea federale dovrebbe dapprima sostituire il ticinese e solo in seguito la vallesana. Con questa costellazione, per il Centro sarebbe dunque difficile riuscire a strappare un seggio al PLR.

Nuove prospettive

L’addio «improvviso» (anche se era nell’aria) di Amherd offre nuove prospettive al partito. A marzo verrà sicuramente eletto un membro del Centro – presumibilmente della Svizzera tedesca - e non sono da prevedere scossoni di alcun tipo.

Il discorso potrebbe però cambiare quando arriveranno le dimissioni di Ignazio Cassis, oppure di Karin Keller-Sutter. Il Centro è sempre più vicino al PLR in termini di forza dei partiti: alle scorse elezioni federali, il margine era di soli 0,2 punti percentuali (14,1% contro 14,3%). Vari esponenti del Centro, tra cui il «senatore» grigionese Stefan Engler, hanno già fatto sapere che alla prossima occasione, il partito potrebbe andare all’attacco del secondo seggio.

Favoriti e possibili sorprese

Un nuovo consigliere federale da aprile, un nuovo presidente del partito dall’estate. Per l’Alleanza del Centro, il 2025 sarà un anno di cambiamenti. Il favorito per il Governo, dopo le prime ore, sembra essere proprio Pfister. Bregy (46 anni) è invece visto più come il possibile futuro presidente. Il 45.enne Candinas, dal canto suo, ha reso noto la scorsa settimana di non essere interessato al ruolo di presidente del partito. Sul Consiglio fderale ha invece preso tempo.

A 56 anni, Würth è svantaggiato in partenza, poiché sangallese come Karin Keller-Sutter. La bilingue Chassot, dal canto suo, in una recente intervista alla RTS aveva dichiarato di non aver voglia di ricoprire la carica di consigliera federale. Non sono poi da escludere candidati a sorpresa: dall’ex presidente Christophe Darbellay (anche lui vallesano come Amherd), alla «senatrice» urana Heidi Z’graggen. Le speculazioni, da qui a marzo, si susseguiranno senza sosta.

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