Gli scenari

Riforma LPP, chi ci guadagna e chi ci perde?

Guerra delle cifre tra favorevoli e contrari – Ma la riduzione dell'aliquota non tocca la maggioranza degli assicurati
© CdT/Chiara Zocchetti
Giovanni Galli
06.09.2024 06:00

La domanda fondamentale è: chi ci guadagna e chi ci perde con la riforma della LPP? Tra favorevoli e contrari è ormai in atto una guerra delle cifre, con i primi che accusano i secondi di fornire dati fuorvianti basati su casi limite, a meri scopi propagandistici, e i secondi che rimproverano ai primi di abbellire quella che in realtà sarebbe «una fregatura» per gli assicurati, che in caso di approvazione della riforma pagheranno di più per ricevere meno. Alcune cose, comunque, vanno chiarite. La riforma non riguarda gli attuali pensionati e chi va in pensione prima della sua eventuale entrata in vigore. Secondo, la riduzione dell’aliquota minima di conversione non dovrebbe toccare direttamente la maggioranza degli assicurati, in quanto questi dispongono di una quota sufficiente di capitale sovraobbligatorio che consentirà alle loro casse pensioni di praticare un tasso misto. Terzo, i cambiamenti avranno conseguenze diverse a seconda della situazione previdenziale del singolo assicurato. Dipende dal salario, dalla carriera, dal tempo di lavoro e anche dalla singola cassa pensioni. Secondo uno studio commissionato da Alliance F alla società specializzata BSS, ne trarranno vantaggio 275.000 donne e 84.000 uomini, mentre percepiranno rendite più basse 67.000 donne e 102.000 uomini. 

Confronti difficili

Da parte sua, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha detto in un’intervista alla NZZ di ritenere problematici i modelli che dividono gli assicurati in vincitori e perdenti, perché spesso le ipotesi hanno poco a che fare con la vita reale, in cui una persona cambia professione o si può perfezionare, con relativo aumento di salario. A fronte di una migliore sicurezza per le persone con salari bassi, ci sarebbero comunque dei perdenti, in particolare nel caso di redditi compresi fra i 70.000 e gli 88.000 franchi. 

Età e contributi

Le rendite possono aumentare o diminuire in base ai singoli casi. In conto non va messa solo l’aliquota di conversione ma anche l’impatto sul capitale risparmiato a seguito della nuova gradazione degli accrediti di vecchiaia (che rispetto a oggi aumenteranno o dimininuranno a seconda dell’età) e del periodo di contribuzione. 

Il caso di due sessantenni

Il VermögensZentrum ha mostrato due esempi di assicurati sessantenni, con grado di occupazione e capitale risparmiato diversi. Quello che lavora a tempo pieno e che ha accumulato un capitale di oltre 441.000 franchi potrebbe ricevere, con la riforma, 2.669 franchi in meno all’anno (non avendo diritto a supplementi); mentre quello che lavora al 55% e con un capitale di 220.550 franchi potrebbe ottenere 698 franchi in più grazie ai supplementi, che sovracompenserebbero le perdite per l’abbassamento al 6% dell’aliquota di conversione. 

Pagare di più, ricevere di più

La Confederazione ha elaborato tre scenari per le persone assicurate solo nel settore obbligatorio o con un piano di prestazioni di poco superiore. Il primo è quello di chi pagherà più contributi e avrà una rendita più elevata. In questa categoria rientrano gli assicurati con un reddito annuo fino a 60 mila franchi e quelli con più impieghi. Esempio: il 45.enne con un salario di 40.000 franchi, oggi riceverebbe una rendita di 412 franchi. Con la riforma ne otterrebbe 581 (+41%), grazie ai maggiori contributi versati. 

Pagare meno, ricevere meno

In questo caso rientrano gli assicurati che al momento dell’entrata in vigore della riforma avranno fra i 40 e i 60 anni, con un reddito superiore agli 80.000 franchi. Queste persone pagherebbero complessivamente contributi più bassi rispetto a oggi. L’aumento del salario assicurato non riuscirebbe a compensare la diminuzione dei contributi dovuta alla riduzione degli accrediti di vecchiaia. Esempio: un 45.enne che oggi prenderebbe 1.802 franchi al mese, si vedrebbe ridotta la rendita a 1.544 franchi (-14,3%). Il suo capitale di vecchiaia accumulato nei prossimi vent’anni, infatti, passerebbe da 211.000 franchi a 202.000. Stesso discorso per chi ha 55 o 60 anni, anche se riceve le compensazioni. 

Pagare di più, prendere meno

In questa categoria rientrano in particolare gli assicurati che all’entrata in vigore della riforma avranno al massimo 30 anni, rimarranno assicurati soltanto nel regime obbligatorio LPP o in un piano con prestazioni di poco superiori e per tutta la loro carriera professionale avranno conseguito un reddito annuo di almeno 75.000 franchi, come pure gli assicurati che all’entrata in vigore della riforma avranno tra i 35 e i 50 anni, con un reddito annuo compreso tra 65.000 e 80. 000 franchi. Questo effetto è dovuto al fatto che la riduzione della rendita dovutoall’abbassamento dell’aliquota di conversione sarà superiore all’aumento della rendita derivante dalle misure compensative.  

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