Stazioni a norma per le persone con disabilità: l'obiettivo è stato mancato

Obiettivo mancato. Il settore dei trasporti pubblici non riuscirà a garantire l’accessibilità alle persone con disabilità entro la fine del 2023, come previsto dalla legge. Neanche lontanamente. A poco meno di due mesi dalla scadenza, a livello nazionale solo tre stazioni su cinque e un terzo delle fermate di autobus e tram sono state adattate.
La legge federale per le pari opportunità dei disabili (LDis) è entrata in vigore il 1° gennaio del 2004. Imponeva entro la fine dell’anno in corso di togliere le barriere architettoniche. Dopo vent’anni, il risultato non è soddisfacente. Per l’organizzazione inclusione andicap Ticino, che osserva questa realtà ogni giorno, non è certo una sorpresa. «Era indubbio, per svariati motivi, che l’obiettivo non sarebbe stato raggiunto in tempo», ci spiega Marzio Proietti, direttore dell’ente di pubblica utilità che difende i diritti delle persone con disabilità in Ticino. «Chi aveva messo in atto questa legge aveva previsto un lungo periodo di transizione, proprio perché sono necessari interventi importanti all’infrastruttura. Nei primi dieci anni è stato fatto poco, mentre ora stanno cercando di recuperare. Ma non è così facile».
«Pendenze sportive»
La situazione, a Sud delle Alpi, come si presenta? «All’inizio dell’anno prossimo, in Ticino 21 stazioni ferroviarie su 34 possono essere utilizzate autonomamente», indica al CdT una portavoce delle FFS .
«Circa due terzi, secondo i parametri dell’Ufficio federale dei trasporti. È anche vero che queste 21 stazioni servono comunque circa l’80% della popolazione, dunque non si deve prendere in considerazione solo il numero di stazioni, ma anche il bacino che viene coperto. Per le fermate del bus, saranno pronte 400 fermate su un totale di 1.500», sottolinea Proietti, che però mette in discussione i criteri che vengono utilizzati per la messa a norma. «In realtà, soprattutto per le stazioni più piccole, non è prevista la realizzazione di ascensori, ma unicamente la creazione di rampe con pendenze del 10% (senza copertura) oppure del 12% (con copertura). Si tratta di “pendenze sportive» che molte persone con disabilità non riescono a percorrere in autonomia. Purtroppo non è ottimale, ma l’Ufficio federale dei trasporti concede comunque le autorizzazioni».
L’esempio di Giubiasco
Solo pochi mesi fa, inclusione andicap Ticino aveva presentato un’opposizione al progetto di ammodernamento della stazione ferroviaria di Giubiasco (che da gennaio, secondo le FFS, sarà a norma). Il problema? «Non è previsto un’accessibilità tramite l’ascensore. Dovranno installarlo solo dalla prossima grande revisione». L’associazione chiede a gran voce di favorire i «collegamenti verticali» (ovvero, gli ascensori) alle rampe, anche per chi ha difficoltà motorie e gli anziani.
Compito complesso
Ieri, a Berna, il settore dei trasporti pubblici ha ammesso le lacune. Aziende di trasporto pubblico, Cantoni, Città e Comuni non sono pronti «a causa della complessità e della portata del compito». Ora, verrà data priorità alle fermate molto frequentate o vicine ad ospedali e abitazioni. La modifica di un intero tratto di strada comporta spesso procedure lunghe, ad esempio in caso di ricorsi o espropri, hanno precisato l’Unione dei trasporti pubblici, l’Unione delle città svizzere e l’Associazione dei Comuni Svizzeri, nonché la Conferenza dei direttori cantonali dei trasporti pubblici. I gestori dell’infrastruttura ferroviaria sono infatti responsabili dell’accesso e dei marciapiedi delle stazioni. Le aziende di trasporto sono responsabili dei veicoli e delle informazioni ai clienti. Infine, i proprietari delle fermate sono responsabili dell’adeguamento delle fermate di autobus e tram. Sono loro a sostenere i costi di ammodernamento.
Si ricorre alle navette
A partire dal 2024 le FFS offriranno misure transitorie o sostitutive presso tutte le stazioni non ancora adeguate strutturalmente. «Il Contact Center Handicap delle FFS, potenziato in maniera mirata, fornirà assistenza alla pianificazione dei viaggi con i trasporti pubblici e sarà il punto di contatto per i viaggiatori di tutte le imprese di trasporto», fanno sapere dalle FFS.
«Fanno un buon lavoro, le persone con disabilità non sono lasciate a loro stesse», riconosce Proietti. «Tuttavia, è chiaro che c’è meno flessibilità nel decidere i programmi». Bisogna infatti informarsi e prenotare con un certo anticipo. La portavoce delle FFS, su questo punto precisa: «In tutte le stazioni non fruibili in autonomia, il personale ferroviario fornirà assistenza alla salita e alla discesa con un termine di preavviso di un’ora. Per le stazioni non accessibili senza scale, i viaggiatori con difficoltà di deambulazione possono prenotare telefonicamente un servizio navetta fino alla fermata accessibile più vicina. Il preavviso è di almeno due ore prima della partenza, ma consigliamo di farne richiesta il prima possibile». Da gennaio, inoltre, l’orario online delle FFS consentirà alle persone a mobilità ridotta di informarsi sull’accessibilità delle fermate e sulle alternative offerte.
Stando alle FFS, saranno 21 (su 34) le stazioni ferroviarie che possono essere utilizzate autonomamente dal 2024, tra cui Bellinzona, Lugano, Locarno, Mendrisio, Chiasso e Biasca. Altre «saranno modernizzate e messe in funzione per gradi»: Airolo, Faido, Mezzovico (2024-2027) e Ambri-Piotta, Bodio, Gerra (Gambarogno), Lavorgo, Melide, Quartino, Ranzo-S. Abbondio, S. Nazzaro (2028-2031). Ogni anno, l’UFT fornisce informazioni sullo stato dei lavori. Il prossimo «bollettino» uscirà nelle prossime settimane.