Trasporti pubblici meno cari, per la politica non è la via giusta
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Sportelli presi d’assalto e lunghe code di giovani e anziani in attesa di ritirare il loro personale abbonamento. A Ginevra, dall’inizio dell’anno, il Cantone offre ai ragazzi al di sotto dei 25 anni - in formazione o con basso reddito - di circolare gratuitamente sull’insieme dei trasporti pubblici locali. Non solo. Anche i beneficiari di una rendita AVS/AI hanno la possibilità di acquistare un abbonamento pagandolo la metà. Il resto è a carico dello Stato.
La risposta del pubblico? A quasi tre mesi dall’introduzione, l’iniziativa è stata un successo. Oltre 25 mila abbonamenti distribuiti ai giovani nei primi dieci giorni, quasi sei mila per i più anziani (per i giovani dai 6 ai 24 anni e per i pensionati, il titolo di trasporto annuale costa 400 franchi). Le persone che potenzialmente possono approfittare di questo sostegno da parte dello Stato sono circa 180 mila. Il Canton Ginevra, dal canto suo, stima spese per 32 milioni di franchi all’anno. Ma considerato il successo dell’iniziativa, potrebbero anche essere di più.
Mon Repos dice di no
La legge è stata votata dal Gran Consiglio ginevrino lo scorso maggio (contrari PLR e UDC) con l’obiettivo di ridurre le spese fisse di famiglie e anziani, modificare le abitudini di trasporto (privilegiando bus e tram all’auto privata) e incoraggiare i giovani a utilizzare i trasporti pubblici. Due deputati del PLR hanno provato a ricorrere (invano) contro la decisione, sostenendo che fosse contraria al diritto superiore. La Camera costituzionale della Corte di giustizia ginevrina ha però giudicato inammissibile il ricorso.
Non è la prima volta che il tema dei trasporti pubblici gratuiti - o meglio, interamente finanziati dallo Stato - finisce sui banchi di un tribunale. Nella primavera del 2023, il Tribunale federale ha infatti invalidato un’iniziativa cantonale (del Canton Friburgo), confermando che il testo è contrario alla Costituzione.
Per i giudici di Mon Repos (che citano l’articolo 81a), «i costi dei trasporti pubblici sono coperti in misura adeguata dai prezzi pagati dagli utenti». Pertanto, chi utilizza i trasporti pubblici è tenuto a sostenere una quota ragionevole dei costi. Proposte analoghe sulla «gratuità» presentate in altri Cantoni sono state invalidate: l’ultima nel Canton Berna, lo scorso agosto.
Se l’idea di un abbonamento pagato interamente dallo Stato non è conforme alla legge, a Palazzo federale non convince nemmeno l’idea di abbassare i prezzi dei trasporti pubblici. Il Parlamento sta infatti per affossare un’iniziativa cantonale presentata dal Canton Giura per «ridurre sensibilmente il prezzo delle offerte delle FFS (biglietti di percorso e/o abbonamenti)».
Il «KlimaTicket» austriaco
Stando al testo dell’iniziativa, per ridurre le emissioni CO₂ bisogna aumentare la percentuale di utenti del trasporto pubblico. I prezzi troppo elevati sono però un ostacolo. L’iniziativa chiede di «condurre un’operazione su larga scala», prendendo esempio dai vicini austriaci. Vienna ha infatti lanciato un abbonamento generale annuale chiamato «KlimaTicket» a 1.095 euro (ora è salito a 1.179 euro). A titolo di confronto, in Svizzera, un abbonamento generale raggiunge i 3.995 franchi all’anno (in seconda classe). L’obiettivo è di convertire e abituare il maggior numero possibile di persone al trasporto pubblico.
«Non dare seguito»
L’iniziativa cantonale giurassiana, che non ha ottenuto i favori da parte del Consiglio degli Stati, passerà alla Camera del popolo nell’imminente sessione primaverile. La Commissione dei trasporti del Nazionale, tuttavia, a larga maggioranza propone di non dare seguito alla proposta. I motivi? «Sono le imprese di trasporto e non la Confederazione che determinano i prezzi». Oltre a ciò, il principio costituzionale che prevede una partecipazione adeguata degli utenti ai costi dei trasporti pubblici non deve essere messo in discussione a livello di legge. L’attuale situazione finanziaria della Confederazione rende per di più difficile trasferire costi aggiuntivi al settore pubblico, sostengono i contrari.
Carte giornaliere
Per risparmiare sui trasporti pubblici, dunque, bisogna scegliere altre strade. Solo pochi giorni fa, le FFS hanno reso noto che offriranno - per il biennio 2025-2026 - sconti pari a 100 milioni di franchi sotto forma di biglietti risparmio. Nel 2024, i ribassi ottenuti ammontavano a 37 milioni.
Questa offerta permette di ricevere un importante sconto - in prima o seconda classe - su varie tratte in tutta la Svizzera: l’unica condizione è che i biglietti risparmio sono validi solo per la data, l’orario e il collegamento prescelti. Per avere maggior flessibilità, si può invece ricorrere alle carte giornaliere risparmio. Valgono per una giornata intera, ma è necessario acquistarli con un certo anticipo. Prima si acquistano, maggiori sono le possibilità di risparmio. Sono inoltre più convenienti se si è in possesso di un abbonamento metà prezzo.
C’è poi la nota «Carta giornaliera risparmio Comune», che però ha subito una profonda trasformazione dal mese di dicembre del 2023. Prima di allora, esistevano carte giornaliere distribuite a prezzo scontato (tra i 35 e i 50 franchi) da molti Comuni. Ora il sistema è cambiato: spetta sempre ai Comuni decidere se mettere o meno a disposizione degli abitanti - e dei non residenti - questo servizio, ma è un po’ più complicato. Ora la carta è nominativa. La tariffa più a buon mercato è 39 franchi (per la seconda classe), ma solo a determinate condizioni: si deve acquistare almeno 10 giorni prima del viaggio e si deve essere in possesso di un metà-prezzo. Altrimenti il prezzo sale.
Il metà-prezzo PLUS
Una delle novità introdotte a livello nazionale, a fine 2023, è il metà-prezzo PLUS: una soluzione intermedia, per chi viaggia spesso, tra il metà-prezzo (190 franchi annui) e l’abbonamento generale (AG, 3.995 franchi). È una sorta di conto prepagato (utilizzabile solo online o sull’app), della durata di un anno e con tre varianti: metà-prezzo PLUS 1.000 (800 franchi di «deposito cliente» da mettere di tasca propria e 200 franchi di bonus offerti), 2.000 (1.500 di deposito cliente e 500 di bonus) oppure 3.000 (2.100 di deposito cliente e 900 di bonus). La parte inutilizzata può essere rimborsata, ma non il bonus.