Berna

Zelensky collegato in diretta con Cassis in Piazza Federale

«Grazie di sostenere la nostra lotta, il nostro sogno è che gli ucraini possano vivere come gli svizzeri, con benessere, pace e libertà e lotteremo per ottenerlo»
© KEYSTONE / PETER KLAUNZER
Red. Online
19.03.2022 15:29

Solidarietà con l'Ucraina, fermate la guerra ora!. È questo lo slogan della manifestazione organizzata a Berna nel pomeriggio di oggi, che ha preso il via alle 15.00 sulla Piazza Federale. L'ambasciata ucraina a Berna ha chiesto l'intervento del presidente della Confederazione e un collegamento video in diretta con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

La manifestazione si è aperta con l'inno ucraino e l'inno svizzero cantato in lingua ucraina. Numerose in Bundesplatz le bandiere ucraine e i colori della pace. Ma anche i cartelloni di protesta contro Vladimir Putin. Il sindaco di Berna, Alec von Graffenried che ha permesso lo svolgimento dell'evento, si è rivolto alla folla intonando anche una canzone contro la guerra scritta da Edwin Starr contro la guerra in Vietnam: «War no! What is good for? Absolutely nothing». E ha quindi aggiunto: «L'Ucraina è libera, l'Ucraina è Europa. Questa guerra la perderà Putin, criminale di guerra».

Alle 15.15 il consigliere federale Ignazio Cassis ha raggiunto la piazza, anticipato dall'urlo «We are one» dei presenti (incoraggiato dall'ambasciatore ucraino in Svizzera). Dieci minuti dopo il presidente ucraino si è collegato in diretta con la piazza. «Mi sente?» gli ha chiesto Cassis. «Sì», ha risposto Zelensky.

«Caro Volodymyr - ha quindi detto il consigliere federale -, questa moltitudine di persone è per mostrarti che il tuo popolo non è solo. Ci sono svizzeri, ci sono persone da tutto il mondo e ci sono molti ucraini». «Siamo impressionati dall'unione con cui vi opponete alla Russia, dal coraggio con cui lottate per la democrazia, la libertà e la pace. Difendete i valori fondamentali del mondo libero, che sono anche i nostri valori fondamentali». La Svizzera è vicina all'Ucraina con «neutralità e solidarietà» e si batte risolutamente contro la violenza e per la libertà, per la fine di questa guerra. Infine, Cassis ha promesso di aiutare l'Ucraina anche «quando la distruzione tornerà a essere costruzione».

© KEYSTONE/Peter Klaunzer
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«Grazie per sostenere la nostra lotta per la libertà e la pace» ha risposto Zelensky (il collegamento video si è nel frattempo interrotto sul grande schermo ma Cassis ha potuto seguirlo in uno più piccolo). «La Svizzera ha una lunga storia di pace. Sono stato spesso nel vostro Paese e so come vivete. Volevo portare all'Ucraina gli stessi standard di pace e libertà che avete voi. Questo è un sogno per tutti: che gli ucraini possano vivere come gli svizzeri, con benessere, pace e libertà. Per voi è normale, noi dobbiamo lottare per ottenerlo. Eravamo sulla giusta strada, fino al 24 febbraio quando tutto è cambiato, non solo per noi, ucraini ma anche per tutta l'Europa».

Il presidente ucraino non ha risparmiato una critica a Nestlé: «In Russia gli affari vanno avanti. Mariupol, invece, è in rovina e non c'è niente da mangiare». E ha quindi citato direttamente il loro slogan, «Good Food, Good Life», criticata per non avere abbondato la Russia. Infine, si è spostato sugli oligarchi russi: «Sarebbe davvero bello togliere loro il privilegio» di vivere tranquillamente in Svizzera senza preoccupazioni.

Cassis ha concluso il collegamento con Kiev sottolineando di essere profondamente impressionato dalla volontà del presidente ucraino di voler continuare a lottare e ha annunciato che si recherà in Polonia, al confine, per rendersi conto di persona dei fatti. Poi ha anch'egli scandito lo slogan «we are one», prima di lasciare il palco.

Contemporaneamente, a Bellinzona una folla si è data appuntamento in stazione (diretta in piazza Nosetto) per dire «no alla guerra» e chiedere il ritiro delle truppe russe dall'Ucraina. A Winterthur erano circa un migliaio per protestare contro la guerra. Oltre a diversi politici zurighesi, hanno preso la parola lo scrittore e cabarettista tedesco Franz Hohler e Volodymyr Didukh, il vice ambasciatore ucraino in Svizzera. 

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