Swissinfo: il portale che informa russi e ucraini
Fondato nel 1999, il portale online d’informazione giornalistica SWI swissinfo.ch offre da più di vent’anni servizi giornalistici multimediali indipendenti sulla Svizzera. Un compito che, con l’avanzare del conflitto russo-ucraino, sta diventando sempre più importante per raggiungere anche coloro che, dalla Russia, non possono entrare a conoscenza con la realtà degli avvenimenti che da tre settimane a questa parte stanno sconvolgendo il mondo. Andiamo con ordine. Dieci anni fa, il servizio internazionale Swissinfo aprì infatti il suo decimo canale proprio in lingua russa. In un momento storico come questo, il portale web ha quindi ben presto acquisito un ruolo fondamentale nell’informare i cittadini all’estero con le notizie della guerra in Ucraina, proponendo un punto di vista neutrale della vicenda. Al giorno d’oggi, la piattaforma risulta essere visitata regolarmente da cittadini russi che desiderano capire cosa stia davvero accadendo tra il loro Paese e l’Ucraina. Ma non solo. Per capire meglio l’importanza del canale russo di Swissinfo abbiamo contattato Reto Gysi von Wartburg, vicecaporedattore del servizio d’informazione.
Come
funziona il canale in lingua russa di Swissinfo?
«Il nostro canale russo è gestito da un team composto da quattro persone: tre di
loro sono giornalisti di nazionalità russa, mentre la quarta persona è ucraina
ed è la responsabile marketing e comunicazione. Sono collocati a Berna e
producono – in minima parte – contenuti propri, principalmente nel campo delle
connessioni bilaterali tra Svizzera e Russia e degli affari esteri. Si tratta
infatti di temi con i quali i nostri giornalisti hanno un approccio diretto. Molto spesso capita anche che il dipartimento russo adatti il contenuto di altri
nostri giornalisti che è stato scritto in un’altra lingua. Questi giornalisti sono
esperti di temi come la democrazia diretta, «international Geneva», o
multinazionali svizzere. La cosa importante da segnalare, però è che per noi «adattare
un articolo» significa molto più che tradurre. Adattare significa anche
aggiungere il contesto, rendere il contenuto accessibile per un pubblico
specifico e scegliere i canali di distribuzione appropriati. È importante
ricordare quindi che una parte delle pubblicazioni sul sito russo è la stessa
delle altre nove lingue in cui è possibile leggere SWI swissinfo.ch, mentre un’altra
parte di contenuti è scelta appunto dal dipartimento russo. Riferiamo sempre le
informazioni con l’obiettivo di permettere al pubblico di costruirsi una
propria opinione, di conoscere nuove prospettive su un tema specifico e di
costruire dei collegamenti. Il tutto fornendo agli utenti diverse prospettive
svizzere».


Che
ruolo svolge il canale per i cittadini di lingua russa che vogliono ottenere
informazioni sul conflitto russo-ucraino?
«Con il nostro servizio offriamo una prospettiva svizzera sulla guerra. Nel riportare le informazioni evitiamo termini che ne deprezzino la gravità, come «conflitto» o «crisi», e non usiamo la retorica russa. Di conseguenza, su questo canale non parliamo di «operazione militare speciale» o di «de-nazificazione», ma bensì di «guerra», «invasione russa» o «attacco russo». Un punto
centrale del nostro servizio è anche la questione della neutralità della Svizzera, ma chiariamo anche i malintesi, in particolare sul ruolo della Confederazione. Questo è unico tra le molte
lingue e il servizio pubblico a livello globale. Per altri temi, come per
esempio il Commodity Trading – cioè il commercio di materie prime–, le questioni sulla sicurezza europea o le domande
sulle armi nucleari, riportiamo la notizia e contestualizziamo il discorso da
una prospettiva svizzera, anche in russo. Riferiamo informazioni anche sugli
argomenti che riguardano direttamente le persone «a terra», tramite le iniziative
svizzere che sostengono i rifugiati, oppure il modo in cui le banche svizzere
gestiscono il denaro dei clienti russi. Inoltre, offriamo una piattaforma che
dà agli utenti la possibilità di dibattere in dieci lingue, con l’aiuto di traduzioni
automatiche».
A cosa
sono interessati gli utenti sul canale russo di Swissinfo? Che cosa cercano?
«In tempi «normali», il pubblico russo è solitamente interessato ai temi
storici, culturali e politici, che pubblichiamo di consueto sul nostro portale.
In generale, l’interesse si riscontra anche per tutte quelle notizie che sono
legate a un argomento che ha uno specifico legame con la Russia. Al momento la
situazione è un po’ differente. Le notizie politiche, come per esempio quelle
inerenti alle decisioni svizzere che riguardano la Russia, sono tra le più
lette dai nostri utenti russi. Le cifre che registriamo quotidianamente
dimostrano questa tendenza».
Quanto è
vasto attualmente il pubblico del canale russo di Swissinfo? E com’è cambiato
dallo scoppio del conflitto?
«Dall’inizio dell’invasione russa possiamo affermare che SWI swissinfo.ch ha più
che triplicato la sua portata di utenti russi. Da 50.000 utenti iniziali, siamo
arrivati ad avere ora 162.000 visitatori. La maggior parte di essi, ovvero il 32%,
proviene dall’Ucraina. A seguire, un altro 23% di visualizzazioni arriva dai
visitatori russi. Dalla Svizzera proviene invece il 9% delle visite, e un altro 5%
dalla Polonia. Sul nostro canale social media più rilevante, V-Kontakte,
contiamo invece circa 23.000 seguaci. Su questa piattaforma, invece, nove
utenti su dieci provengono dalla Russia. Sulla nostra pagina Facebook in russo abbiamo
raggiunto i 74.000 followers. Su Twitter sono invece 1.600, mentre su Instagram
5.000».


Come si comporta Swissinfo in termini di censura? Come vengono trattati possibili commenti di odio?
«Sulla nostra pagina abbiamo disattivato la possibilità di commentare ogni articolo. Gli utenti hanno la sola possibilità di partecipare ai dibattiti, che lanciamo a parte su certi argomenti, come menzionato precedentemente. In questi casi moderiamo attivamente, il che significa che diamo il via libera ai contributi degli utenti prima che essi siano effettivamente pubblicati sul nostro sito. Anche l'ospite (uno dei nostri giornalisti esperti sull'argomento in questione) può partecipare in maniera attiva al dibattito. Tutti i contenuti che non rispettano la nostra netiquette, come per esempio i discorsi d'odio, di conseguenza non vengono pubblicati. Il discorso è un po' diverso per i social media. Lì non abbiamo la possibilità di monitorare i contenuti prima che siano pubblicati online. Controlliamo però intensamente V-Kontakte e Facebook in russo, 24 ore su 24, sempre assicurandoci che i commenti degli utenti rispettino la nostra netiquette. Se così non fosse, i commenti vengono oscurati e l'utente viene avvertito. Capitano anche dei casi in cui ciò si ripete in più occasioni: a quel punto, l'utente viene bloccato o escluso. Questa procedura vale per tutte le pagine, in tutte le lingue e in ogni momento».
In ultimo, che cosa significa l’hashtag #NOTHINGTOHIDE (niente da nascondere,
ndr) che è possibile vedere sul vostro sito, quando si visitano le vostre pagine?
«Si tratta di un hashtag accompagnato dall’etichetta della Journalism Trust
Initiative, ed è in realtà utilizzato soprattutto sui social media come
riferimento all’affidabilità del giornalismo. L’iniziativa si occupa di
rilasciare un marchio per il giornalismo di qualità, ed è stata avviata da
Reporter senza frontiere. È sostenuta da organizzazioni come Agence France
Press, o l’Unione Europea di Radiodiffusione. Alla definizione dello standard hanno
contribuito più di 120 esperti ed enti, ed è stata ultimata alla fine del 2019.
Per noi è importante sottolineare che SWI swissinfo.ch è stata tra i primi
media a livello globale a ottenere l’etichetta, nonché primo media svizzero,
certificato a metà del 2021».