Territorio, lavoro e famiglia: un matrimonio per la regione
Per il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, leventinese DOC, domenica 26 novembre sarà una giornata da vivere intensamente. In valle potrebbero nascere due nuovi Comuni, frutto dell’aggregazione fra Bodio e Giornico e Prato Leventina e Quinto. Oggi ci focalizziamo su quest’ultimo eventuale matrimonio. Il «fidanzamento» fra i paesi risale ad appena un anno e mezzo fa (quando è stata istituita la Commissione di studio) e, in poco tempo, si è arrivati alla votazione consultiva in agenda fra meno di due settimane. Sia i Municipi sia i Legislativi (di strettissima misura, va detto, il plenum del secondo paese) hanno espresso la volontà di unirsi per dare vita ad un ente locale di circa 1.350 abitanti (nell’ultimo ventennio il calo demografico è stato superiore al 10%: si mira naturalmente ad invertire la tendenza) con moltiplicatore d’imposta al 90%.
Gli atout dell’unione
La fusione «potrebbe rappresentare un primo passo nella riorganizzazione istituzionale dell’alta Leventina, dopo che nella limitrofa media valle il nuovo Comune di Faido, frutto dell’unione successiva di 12 Comuni, è ormai da tempo realtà», rileva il Consiglio di Stato nel rapporto trasmesso nelle scorse settimane alla popolazione. Governo che si è impegnato a sostenere l’aggregazione con un contributo finanziario di 1,7 milioni e con un possibile aiuto complementare fino a mezzo milione per iniziative particolarmente significative dal profilo del progresso in ambito socioeconomico e territoriale. I vantaggi dell’unione sono stati riassunti in sette punti. Uno: progettualità, nel senso di una qualità di vita ancora migliore grazie a servizi ed infrastrutture accessibili agli abitanti. Due: visione, ossia rafforzare il comparto facendo convolare a nozze due paesi che già sono fortemente legati. Tre: qualità, promuovere la vita associativa e sostenere le iniziative create dal basso. Quattro: «Diventare un interlocutore più forte nei confronti del Cantone e all’interno della regione per rappresentare e difendere maggiormente gli interessi del Comune». Quinto: efficienza, da intendere come un’amministrazione al passo coi tempi. Sesto: consolidare la struttura finanziaria, considerando che Prato e Quinto hanno un debito pubblico di oltre 10 milioni. Settimo ed ultimo atout individuato: prossimità, cioè maggiore attenzione alle realtà locali per «valorizzare le peculiarità e le tradizioni». Complessivamente sono quasi 650 i posti di lavoro presenti nei due villaggi altoleventinesi.
La vocazione turistica
Sulla base del rapporto di studio sono invece tre le aree chiave sulle quali puntare per plasmare la futura entità e rilanciare il comprensorio: territorio (salvaguardia e promozione delle risorse rinnovabili), famiglia (quale luogo ideale per risiedere) e lavoro (vocazione turistica e sportiva della regione, in primis). «Il nuovo Comune potrebbe assumere funzioni di promozione, coordinamento, governance, oltre alla capacità di stimolare relazioni e di creare valore aggiunto dalle eccellenze del territorio», si specifica. L’unione, per capirci, dovrà fungere da stimolo per rivalorizzare la regione innanzitutto quale destinazione turistica. Le attrazioni e le strutture ricettive «andranno messe in rete (...) affinché possano portare beneficio» al distretto. Del potenziale è inoltre insito nella zona industriale-artigianale presente sulla Piana di Ambrì. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità dell’area per attirare nuove industrie innovative e attente alla sostenibilità. Fra le idee anche quella di far «vivere» maggiormente la Gottardo Arena attraverso una zona di svago, ossia alcuni elementi di arredo urbano e sportivo da posare nell’area fra la pista e l’elibase, che consenta alla popolazione di «rigenerarsi e divertirsi».
La voce fuori dal coro
La maggior parte degli abitanti ha più di 65 anni, mentre i giovani fino ai 19 anni sono pochi. Il Municipio sarà composto da cinque membri, il Legislativo da 21 (possibili i circondari). Durante le tre serate informative andate in scena in ottobre l’unica voce fuori dal coro è stata quella di Luca Pedrini, capogruppo de Il Centro nel Legislativo di Quinto, secondo il quale bisognerebbe pensare più in grande strizzando l’occhio ad Airolo. Che è poi l’auspicio pure del Governo, ma a lungo termine.