Aggregazioni

«Uniti per un vero cambiamento»

Bassa Leventina, domenica 26 novembre gli aventi diritto di voto di Bodio e Giornico si esprimeranno sul matrimonio - Il rilancio della zona industriale è il progetto principale, anche se il Polo di sviluppo economico non è tutto rose e fiori
Una veduta di Giornico. © CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
10.11.2023 22:30

È sempre difficile, per noi osservatori esterni, tastare il polso della popolazione. Di chi, nella fattispecie, a Bodio e Giornico ci abita. E soprattutto di coloro che domenica 26 novembre si esprimeranno sul progetto aggregativo. A parte quella di Donatello Poggi (cfr. il CdT del 2 novembre), vicesindaco del secondo Comune, almeno pubblicamente non si sono levate voci contrarie al matrimonio. Nell’unica serata informativa tutto è filato liscio. Sarà così anche alle urne? Parrebbe proprio di sì (i rispettivi Municipi e Legislativi sono favorevoli), ma siccome non siamo dei veggenti prendete con le pinze quanto abbiamo appena scritto. Quello che possiamo fare è, di nuovo, darvi un’idea della posta in gioco fra due settimane. La nascita di una nuova entità di 1.700 abitanti, chiaro, ma anche e soprattutto il rilancio della bassa Leventina dopo il no (il 13 febbraio 2022) a «Sassi Grossi» che comprendeva pure Personico e Pollegio.

Dal Cantone ecco 3 milioni

Si chiamerà «Giornico» (in onore della storia e della ricchezza culturale), avrà sede a Bodio alla Casa comunale, sarà rappresentato da 5 membri del Municipio e da 25 consiglieri comunali, godrà di un sostegno cantonale di 3 milioni di franchi (di cui 1,2 per gli investimenti e 1 per il risanamento), farà leva principalmente sul rilancio della zona industriale, sul settore energetico e sulle sinergie con il Campus formativo e, infine, avrà un moltiplicatore d’imposta al 95%. Eccolo, in grandissime linee, l’ente locale che vedrà la luce dall’unione dei due paesi. L’obiettivo dell’aggregazione, si legge nel rapporto di 30 pagine, è quello di rafforzare le istituzioni comunali, offrire migliori servizi alla popolazione e migliori condizioni quadro alle aziende nonché «garantire agli abitanti una buona qualità di vita in un contesto economico e ambientale favorevole».

Secondariamente si mira ad assicurare all’Esecutivo una forza contrattuale maggiore rispetto non solo agli enti locali definiti «forti», ma altresì al Cantone. Non sono previste le Commissioni di quartiere, considerando il fatto che il nuovo Comune sarà in ogni modo ancora «piccolo». Verrà assicurato il posto a tutti gli attuali dipendenti e sarà creato un istituto scolastico unico «senza tuttavia centralizzare l’insegnamento». Preoccupa, in questo senso, la diminuzione del numero di allievi e, conseguentemente, delle sezioni: «Il problema è legato all’evoluzione demografica di tutto il distretto».

Il Campus formativo

La Commissione di studio ha elencato alcuni progetti in grado di assicurare lo sviluppo socioeconomico. In primo luogo il Campus formativo di Bodio (polo interaziendale attivo nell’industria metalmeccanica ed elettrica), ritenuto «una grande opportunità per la Bassa Leventina». Per coglierla appieno bisognerà sfruttare ogni sinergia possibile, idem con la SUPSI, l’Azienda elettrica ticinese e la Sopracenerina. Un altro settore strategico è quello idrico ed energetico, ad esempio attraverso la valorizzazione dell’acqua che sgorga a 26-28 gradi dal tunnel di base AlpTransit.

Fra vincoli e prospettive

C’è in seguito il Polo di sviluppo economico da creare nell’area industriale (il comparto dell’ex Monteforno, perlopiù, il cui riordino viario e pianificatorio è stato affidato a degli esperti), in collaborazione con Personico. Andranno esaminati accuratamente vantaggi (l’accesso ai contributi ed al sostegno cantonale) e svantaggi dell’operazione. Fra questi ultimi si citano i vincoli imposti dal Cantone relativi alla definizione di un indirizzo che «impedirebbe ad aziende che non appartengono al settore economico prescelto di insediarsi o, addirittura, che obbligherebbe delle attività esistenti a dover emigrare». Non si vorrebbe, per capirci, che l’iniziativa si trasformasse in uno «specchietto per le allodole». Vi è poi, in conclusione, l’idea di fare di Giornico un museo a cielo aperto, partendo dalla vecchia centrale della Biaschina di Bodio.

«È arrivato il momento di prendere il treno che ci condurrà verso una nuova realtà e un reale cambiamento. Non sarà tutto facile, ma sicuramente avremo più opportunità per ottenere un migliore servizio alla popolazione e per affrontare le sfide del futuro insieme», recita il volantino trasmesso a tutti i fuochi dai consiglieri comunali di entrambi i paesi. L’invito è quello di «far sentire la nostra voce».

Calo demografico? Sì, ma...

Fra le principali fonti di preoccupazione vi è quella legata al costante calo demografico in bassa Leventina. Dopo quattro decenni di costante flessione, tuttavia, Bodio e Giornico potrebbero invertire la tendenza in virtù dei cittadini provenienti dall’estero che dovrebbero continuare ad insediarsi anche nei prossimi anni. Le percentuali dello spopolamento, dal 1980 al 2021, sono purtroppo eloquenti, come vi abbiamo riferito lo scorso 19 luglio: -41,5% nel primo Comune (-622 unità) e -34,3% nel secondo (-412). Negli anni Novanta ha pesato, eccome, la chiusura della storica acciaieria Monteforno.

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