Ticinesi con il naso all'insù per l'eclissi solare, era l'11 agosto 1999
«Stregati dal "sole nero"». Così titolava, in prima pagina, il Corriere del Ticino del 12 agosto 1999. Quella del giorno precedente fu, per i ticinesi, l'ultima eclissi solare del millennio. Ci abbiamo ripensato ieri, quando l'intero Nord America, dal Messico al Canada, si è fermato per ammirare l'eclissi di sole, la prima del secolo ad attraversare i tre Paesi, dopo quella del 2017 che oscurò prevalentemente gli Stati Uniti. Anche lì tutti pazzi per il «sole nero», che ha tenuto col naso all'insù mezzo continente. Quando la Luna copre del tutto il disco solare e scompare anche l'ultimo raggio di luce, l'impressione è di entrare in un'altra dimensione: notte in pieno giorno, un disco nero circondato da una corona luminosa fisso nel cielo, le stelle che spuntano.
Nel 1999, in Svizzera soltanto ticinesi e ginevrini ebbero il privilegio di assistere in condizioni ideali all'eclissi. Gli altri – compresi quanti si erano recati a nord per vedere la copertura totale – si erano ritrovati sotto una cappa di nuvole. In Ticino l'eclissi parziale (visibile al 94%) è stata vista l'11 agosto di 25 anni fa dalle 11.11 alle 13.58. Al culmine dell'evento la temperatura era scesa di 4 gradi. Un migliaio di persone era salito sul monte Lema, in 1.600 si erano spinti fino in vetta al Generoso.
Tanta curiosità e un pizzico di delusione
«Il fenomeno celeste puntualmente, poco dopo le 12.30, ha convogliato l'attenzione di tutti – si legge sul CdT del 12 agosto 1999 –. Muniti dei famosi occhialini (gli ultimi esemplari sono stati venduti in pochi minuti), di binocoli appositamente adattati, ecco il momento tanto atteso che si è concretizzato con l'abbassamento della temperatura più che con l'oscuramento del cielo e con la comparsa di miriadi di stelle. L'allegra frenesia che aveva contagiato tutta la terrazza del ristorante Vetta del monte Lema, fino al fatidico attimo, ha lasciato il posto alla delusione perché di fatto l'eclissi ha solo modificato di poco l'atmosfera, al pari di una nube che passa davanti al sole. Il buio a mezzogiorno, insomma, non c'è stato, e tantomeno si sono avverate le profezie dei catastrofisti».
A Locarno, tra buio e Festival
Anche a Locarno, complice il Festival del film, una platea internazionale era con il naso all'insù: tanti confederati, ma anche austriaci, spagnoli, italiani, tedeschi e americani. «Tutti riuniti per godersi lo spettacolo naturale e riportare a casa una delle più belle foto della vacanza locarnese: chi con gli appositi occhiali protettivi, chi con la maschera da saldatore. Altri hanno optato per i vetri affumicati. Tra tanti appassionati spiccavano alcuni professionisti muniti di telecamere e di potenti apparecchi fotografici con speciali filtri colorati. La paura di rimanere al buio era diffusa, tanto che sulla strada che sale ai Monti i lampioni erano accesi. In realtà, "la notte" non è calata».
Tanta curiosità e un pizzico di delusione, quindi, come titolava il giornale alle pagine 2 e 3. In Ticino ci si aspettava un oscuramento più marcato. «È normale – spiegò Edoardo Alge, tecnico astrofisico –, l'eclissi da noi era al 94%, il rimanente 6% sprigiona molta luminosità».
La pausa del Consiglio federale
Un evento tanto atteso, tra pause e occhialini. Tanto che anche il Consiglio federale, poco dopo mezzogiorno, era apparso «in corpore» sul balcone dell'ala Ovest del Palazzo, interrompendo i lavori, per assistere all'evento della giornata: l'eclissi di sole. I membri del Governo «hanno rivolto lo sguardo a un cielo cinereo e novembrino assai più che agostano, non senza una certa delusione. L'eclissi poco ha concesso rispetto alle attese. Poi tutti di nuovo al lavoro. La ricreazione è durata nientemeno che 9 minuti».
Al termine dell'eclissi, riferivamo 25 anni fa, le cliniche di oftalmologia di Ginevra, Losanna e Zurigo hanno ricevuto decine di chiamate di persone preoccupate per la loro vista. Nessun caso serio era stato tuttavia segnalato. All'ospedale Civico, riferivamo, era stato ricoverato un paziente con problemi alla vista.
«Ansia, silenzio, emozione e tanti aneddoti da raccontare: questo è quello che ha lasciato l'eclissi di sole di fine secolo che ha attraversato la Terra da una parte all'altra». I più fortunati sono stati i passeggeri di due Concorde decollati da Londra: volando a una velocità doppia di quella del suono, hanno osservato il sole nero per sei minuti. Ma anche alle nostre latitudini, l'eclissi ha creato attesa. «Alle 12.30 c'è stato un attimo di silenzio, la luce è diventata gradualmente livida, i colori della natura si sono smorzati, il clima si è rinfrescato e tutto si è fermato».
L’eclisse di sole da tenere d’occhio nel 2026
L'eclissi di sole prevista mercoledì 12 agosto 2026 è quella da non perdere in Europa, scrive sul suo sito la Società astronomica ticinese. Con la totalità che interesserà Groenlandia, Islanda e Spagna, la Luna in Ticino coprirà oltre il 90% del disco solare. Non succedeva dal 1999 e non succederà più sino al 3 settembre 2081.
Per chi può spostarsi, l’eclissi totale sarà visibile al suo massimo in Islanda, lungo tutta la costa ovest e – in particolare – sopra la capitale Reykjavik. Sarà anche visibile verso il tramonto nella Spagna centrale (in particolare nelle Asturie), così come dalle Baleari. Per chi rimarrà in Svizzera o in Ticino lo spettacolo sarà comunque garantito. L’eclissi inizierà alle 19.26. Il massimo si registrerà invece alle 20.19, con il sole davvero molto basso (poco meno di 3 gradi di elevazione) sull’orizzonte di nord-ovest (289° di azimuth). L’eclissi terminerà con il tramonto del Sole, previsto alle 20.38.