A Sanremo vince «La noia», nella capitale la gioia

Alla fine il tanto agognato sole è apparso. A metà pomeriggio. Una mezz'ora abbondante, dai, soprattutto nella parte bassa del viale Stazione. Poi è di nuovo sparito. Poi è tornato, timidamente. Ma ai sudditi (almeno 15.000-20.000, secondo la nostra stima) di Re Rabadan bastava che non piovesse (più), sinceramente. Il corteo mascherato del carnevale di Bellinzona, appena conclusosi, è stato un successo. Certo, i 35.000 festaioli dell'anno scorso, un vero e proprio record, sono un numero lontano da raggiungere. Ma visto che Giove pluvio ha finora fatto, lui sì, il classico scherzo, per gli organizzatori va benissimo così. «Sono commosso. La risposta del pubblico testimonia l'affetto che lega i bellinzonesi ma non solo al nostro appuntamento, al loro appuntamento», ha affermato il presidente del comitato organizzatore Giovanni Capoferri.

Satira e goliardia
Un timoniere soddisfatto, come abbiamo riferito nelle scorse ore, facendo il primo sommario bilancio dal punto di vista della sicurezza. Fra guggen, gruppi e carri (50 in totale) il boulevard della Turrita si è animato di colori e suoni manco fossimo a Sanremo. Lì ha vinto «La noia» (vibrante canzone di Angelina Mango), nella Turrita la gioia. Goliardia e satira l'hanno fatta da padrone, così come le rumorose note delle band carnascialesche. Dall'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS passando per la Festa federale della musica popolare fino ai cianobatteri nel Ceresio, ai postini col turbo e ai milioni dei giocatori di calcio che dopo essersi rifugiati nell'El Dorado dell'Arabia saudita... hanno nostalgia dell'Europa.

Si fa ancora festa
In attesa di conoscere i vincitori nelle varie categorie (tranne che nelle guggen: brave tutte, perché a carnevale la musica non può mancare) che verranno resi noti verso le 19, la festa prosegue stasera. E soprattutto negli ultimi due giorni dei bagordi bellinzonesi. Domani, lunedì 12 febbraio, si partirà alle 14 con la «Città dei bambini» al capannone degli eventi. Dopo l’esibizione delle guggen alle 20 nelle piazze Nosetto, Governo e Collegiata, un’ora più tardi in quest’ultima agorà ci si divertirà... facendo fatica. Spazio al «Rabathlon» con tiro alla fune, palo della cuccagna e una spensierata corsa. Parallelamente, sotto il Castelgrande, si vibrerà sulle note degli irriverenti Sgaffy.
Gran finale martedì 13 febbraio con il pranzo del Re in piazza del Sole: dalle 11.30 risotto e luganighe a 5 franchi per chi non ha il pass. A seguire tombola (alle 14), di nuovo il sopportabile fracasso delle guggen (20) e l’ultima notte libera. I sudditi più stacanovisti si sveglieranno all’alba del 14, San Valentino. Che sia davvero, fino in fondo, solo il carnevale dell’amore.