Frontalieri

Accordo fiscale, la soddisfazione dell'OCST

Andrea Puglia, responsabile del settore frontalieri in seno al sindacato, afferma: «Sono stati presentati anche degli ordini del giorno alla Camera che impegnano il Governo italiano a sottoscrivere un accordo con la Svizzera per dare stabilità nel tempo alla norma sul telelavoro»
© CdT/Chiara Zocchetti
Red. Online
04.05.2023 16:45

Andrea Puglia, responsabile del settore frontalieri in seno al sindacato OCST, commenta con una certa soddisfazione l’okay definitivo della Camera dei deputati alla ratifica dell’accordo fiscale relativo alla doppia imposizione dei frontalieri. Il testo è stato definitivamente approvati con 239 voti a favore e nessun contrario. Nel patto bilaterale, dice l'OCST, è previsto che i «nuovi frontalieri» (cioè coloro che diverranno tali per la prima volta dopo l’entrata in vigore dell’Accordo) avranno un meccanismo di tassazione concorrenziale tra Italia e Svizzera. Tradotto: pagheranno  l’imposta alla fonte nel Cantone di lavoro ma dovranno poi pagare l’IRPEF in Italia secondo le aliquote ordinarie con detrazione per quanto già pagato in Svizzera.

Grazie all’azione del sindacato, nel DDL di ratifica sono state tuttavia inserite alcune agevolazioni che andranno ad abbassare l’IRPEF italiana, oltre che a migliorare alcune prestazioni di natura sociale per gli stessi frontalieri. «Sono state accolte in via definitiva tutte le rivendicazioni del sindacato» esordisce Puglia. E ancora: «In particolare, l’istituzione di una franchigia fiscale di 10 mila euro per i frontalieri, la non imponibilità degli assegni familiari svizzeri, la deducibilità di tutti i contributi sociali versati in Svizzera, compresi quelli per i prepensionamenti di categoria, l’impegno a riformare la NASPI, l’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS, garantendo per i primi tre mesi delle indennità più elevate».

Non solo, Puglia sottolinea che nell’accordo «è prevista una clausola di salvaguardia per i vecchi frontalieri». Ovvero, «chi risiede nei comuni di frontiera con rientro giornaliero manterrà la tassazione esclusiva del reddito in Svizzera». La Camera, prosegue il nostro interlocutore, «ha anche accolto un emendamento voluto dal Governo italiano che prevede la cancellazione della Svizzera dalla black list oltre al ripristino del telelavoro per i frontalieri senza impatti tributari nel limite del 40% del tempo di lavoro».

Quest’ultima disposizione, conclude Puglia, «fa sì che ora il testo ritorni in Senato per la definitiva approvazione». Tutto bene, dunque. Anche se, a ben vedere, una piccola nota stonata c’è. «La norma sul telelavoro sarà retroattiva, con data di inizio al 1. febbraio 2023, ma avrà validità – e questo forse è l’unico limite – fino al 30 giugno 2023. Detto ciò, degli appositi ordini del giorno presentati alla Camera impegnano il Governo italiano, entro questa data, a sottoscrivere un nuovo accordo amichevole con la Svizzera sempre in materia di telelavoro che possa poi dare stabilità nel tempo a questa norma».

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