Processo

Accusato di stalking, «ma non è una persona cattiva»

Alla sbarra, davanti alle Assise criminali, un 62.enne residente nel Sopraceneri accusato di incendio aggravato, stalking, minaccia e ingiuria nei confronti della ex compagna e di terze persone — La difesa ha chiesto il proscioglimento da quasi tutti i principali capi di imputazione — L'accusa aveva chiesto 3 anni e mezzo di detenzione
© CdT/Chiara Zocchetti
Irene Solari
20.03.2025 16:25

«Il mio assistito non è una persona cattiva, ha solo un carattere molto forte ed è un uomo d'altri tempi. È un anarchico, vive e risponde a un proprio senso di giustizia e a una propria scala di valori. Nei modi è evidente che sbaglia. Inoltre non ci sono prove che sia stato lui a commettere quello che gli si rimprovera», ha dichiarato l'avvocato Ruben Borga, patrocinatore del 62.enne italiano residente nel Sopraceneri comparso oggi davanti alle Assise criminali, presiedute dal giudice Amos Pagnamenta. Secondo la difesa l'imputato va in primo luogo prosciolto dai principali capi di imputazione. A suo carico - lo ricordiamo - pendono diversi reati contro l'ex compagna e terze persone: incendio intenzionale aggravato (subordinatamente incendio intenzionale), ripetuta coazione - intesa come stalking -, ripetuta minaccia, ripetuta ingiuria, ripetuto danneggiamento e ripetuta guida senza autorizzazione. Nel caso venga riconosciuto a carico dell'uomo l'incendio con l'attenuante (poiché il danno è di lieve entità), la difesa ha poi prospettato una condanna a 11 mesi. Nel caso, invece, in cui venga riconosciuto dalla Corte l'incendio intenzionale semplice, la difesa ha chiesto una condanna a 14 mesi. In ogni caso è stato escluso da Borga l'incendio intenzionale aggravato a carico del suo assistito. 

L'accusa, rappresentata dalla procuratrice pubblica Veronica Lipari, aveva chiesto questa mattina per il 62.enne una condanna a 3 anni e mezzo di detenzione e il riconoscimento di tutti i punti dell'atto d'accusa.

La sentenza è attesa nel tardo pomeriggio.

«Nessun automatismo»

«Il mio assistito contesta chiaramente di essere all’origine del rogo alla catasta di legna nella proprietà della vittima, come anche gli altri fatti contenuti nell’atto d’accusa», ha proseguito Borga. «In effetti, dai video fatti dalla telecamera di sorveglianza a casa della sua ex compagna, che ha ripreso una figura allontanarsi subito lo scoppio dell'incendio, non si può concludere nulla, la qualità dell'immagine non è abbastanza chiara». In tal senso - ha puntualizzato il difensore - «anche le dichiarazioni della vittima, che dice di essere sicura di averlo visto e di averlo riconosciuto, vanno relativizzate. Era piena notte ed era buio. Inoltre sulla catasta bruciata non è stata trovata nessuna traccia di accelerante chimico e nemmeno nessuna traccia di bruciatura sulle mani dell'imputato». A mente del difensore, non si può quindi concluderne la colpevolezza in virtù di un automatismo, «solo perché tutto ci porta a pensare che possa essere stato il mio assistito». 

«Non voleva farle male»

L'avvocato ha anche spiegato il motivo per cui, secondo lui, sarebbe da escludere l'incendio intenzionale aggravato: «Questa fattispecie prevede la messa in pericolo consapevole della vita o dell'integrità fisica delle persone per dolo diretto». Una condizione che a mente della difesa non si sarebbe realizzata né dal punto di vista oggettivo, né tantomeno da quello soggettivo: «In nessun momento la vita o l'incolumità fisica della vittima e di suo figlio si sono trovate messe in pericolo», ha spiegato Borga. «La catasta a cui è stato dato fuoco si trovava su uno sterrato, in mezzo al nulla. Non era vicina alla casa». Non solo. «L'imputato non ha mai voluto causare un danno fisico alla sua ex compagna, né ledere la sua integrità o metterla in pericolo di morte. E nonostante i vari litigi in cui è stato coinvolto, anche con terze persone che lo hanno provocato, sono volate frasi forti ma non si è mai passati alle vie di fatto. Non ci sono mai stati atti di violenza fisica commessi dal mio assistito e questo è un dato importante che va considerato».

L'unico punto sul quale il 62.enne ha riconosciuto le proprie responsabilità è stato quello delle minacce e ingiurie scritte alla pp e al giudice dei provvedimenti coercitivi. In questo caso Borga ha spiegato che l'uomo si trovava in regime di carcerazione preventiva e che pativa molto questa condizione, poiché la considerava ingiusta: «In ogni caso, non credo che pensasse veramente le cose che ha scritto», ha chiosato il legale.

Vicenda delicata

«Ci troviamo davanti a una vicenda che è evidentemente molto delicata sotto diversi punti di vista», ha poi proseguito Borga. «E questo sia per i fatti contenuti nell’atto d’accusa, che sono di una certa gravità, ma anche per quello che è un contesto litigioso che dura diversi anni e da cui sembra che non si riesca ad uscire». «Ho avuto modo di conoscere il mio assistito, tra aspetti positivi e negativi, e non ho mai avuto problemi». E ancora: «Come mai una persona che per 55 anni non ha mai avuto nessun problema con la giustizia ora si trova davanti ai giudici?», ha domandato il difensore nella sua arringa. «Il mio assistito ha cresciuto da solo quattro figli e otto nipotini con cui ha un bellissimo rapporto. È evidente che in questa relazione sia successo qualcosa che ha fatto scattare in lui una reazione. E non lo dico per giustificarlo o dare la responsabilità ad altre persone, cosa che sarebbe sbagliata. Ma in questo contesto c'è stato dell’altro: l'imputato si è sentito ripetutamente provocato e quando si sente attaccato ingiustamente o quando gli viene mancato di rispetto risponde a modo suo». 

Quanto alla possibilità della condanna all'espulsione dalla Svizzera, il difensore ha domandato alla Corte che la misura non venga riconosciuta. «Il mio assistito vede il suo futuro lontano da qui, vuole tornare in Italia e vivere lì, vuole rifarsi una vita. Sa che questa è la soluzione migliore. Non è quindi necessario ordinarne l'espulsione. Inoltre, l'imputato ha passato in Leventina oltre 30 anni della sua vita, dove abitano anche i suoi figli e i suoi nipoti. Il centro dei suoi interessi è qui».

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