Alto Malcantone sta facendo ordine fra i suoi edifici
Se – mettiamo il caso – cinque Comuni si aggregano, al nuovo ente servirà una sola casa comunale. Che fare delle altre quattro? È un quesito con cui si devono confrontare tutti i «fusionanti» e benché la via sia solitamente indicata già dalla commissione aggregativa, percorrerla con successo richiede decenni e deviazioni. Ad esempio, Lugano ha dato una sterzata sul tema solo negli ultimi anni con il progetto delle case SPIN, mentre a Capriasca si discute da anni l’impostazione e il primo passo verso la direzione scelta dall’Esecutivo – la vendita di un edificio a Lugaggia – è sotto referendum. Ora ci vuole provare anche Alto Malcantone. Il Municipio ha di recente emanato quattro messaggi che riguardano la progettazione del risanamento delle ex case comunali di Arosio e Vezio, dell’attuale casa comunale di Breno e della casa parrocchiale di Arosio – attigua all’ex casa comunale – che passerebbe dalla locale Parrocchia al Comune tramite un diritto di superficie della durata di cinquant’anni, e che sarebbe destinata a scopi pubblici. Si tratta di un investimento importante per il Comune, uno in grado di definire la prossima legislatura: solo per la progettazione dei vari interventi, fino alla domanda di costruzione, sarebbe impegnato oltre un milione di franchi. Se il tutto andrà in porto, se ne dovranno poi aggiungere diversi altri per eseguire i lavori.
Come ci siamo arrivati
I quattro messaggi municipali sono il frutto di almeno dieci anni di discussioni, entrate nel vivo nel 2019 quando il Municipio aveva dato il là a un processo partecipativo e consultivo che guardava alla ristrutturazione degli stabili comunali nel suo insieme. Processo culminato in una seduta extra LOC del Consiglio comunale dedicata al tema, da cui era emersa la volontà di iniziare le riattazioni dagli edifici citati in precedenza. A completare la lista vi era anche la sala ex teatro di Arosio, che è però stata esclusa quasi all’ultimo.
L’accordo con la Parrocchia
Se gli interventi a Breno (sede attuale del Comune) e Vezio possono essere definiti classici (revisione degli spazi interni, miglior accesso per le persone con disabilità, risanamento energetico), quello previsto ad Arosio si prospetta più impegnativo, tanto che il Municipio intende ricorrere a un concorso di progettazione: sia perché il comparto è pregiato (la vicina Chiesa di San Michele è bene tutelato a livello cantonale), sia perché oltre alla ristrutturazione è previsto un allargamento all’attigua casa parrocchiale, che tramite diritto di superficie (il quale pure dovrà essere approvato dal Consiglio comunale) passerà per cinquant’anni in gestione al Comune, che potrà disporne come vorrà premesso che gli spazi abbiano destinazione pubbliche e che sia garantita una sala per le sedute dell’Assemblea parrocchiale. Alla Parrocchia, sempre che anche la Curia sottoscriva la convenzione, andranno invece 350.000 franchi.
I futuri contenuti
Premesso che a mente del Municipio tutti questi edifici necessitano in ogni caso di interventi di risanamento per evitarne il deperimento, questa sarà anche l’occasione per ripensare in parte la struttura amministrativa comunale. L’Esecutivo propone infatti di insediare gran parte dell’amministrazione ad Arosio a ristrutturazione terminata, in quanto così sarà in generale più comodamente raggiungibile, mentre il Consiglio comunale continuerà a riunirsi a Breno, dove si prevedono spazi anche per la Giudicatura di pace, e «per la maggior parte della vita sociale e culturale del Comune» (Filarmonica di Alto Malcantone, Scuola di musica, e altre associazioni ancora). Nell’ex casa comunale di Vezio rimarrebbero invece la biblioteca comunale, le attuali associazioni ed Enti, nonché spazi per attività artigianali. «Le soluzioni proposte - conclude il Municipio - offriranno l’opportunità di una vita sociale più intensa e di prossimità nel Comune. Questo aspetto positivo vale anche, e a maggior ragione, nel caso di una futura ulteriore aggregazione. Nell’avanzamento della progettazione definitiva, insisteremo affinché sia siano garantite flessibilità e possibilità di riconversione degli spazi, in modo da eventualmente adeguarne la destinazione alle esigenze future». Prossimo passo: la discussione in Consiglio comunale.