Artioli si prende quasi tutto, compresi tre hotel

Fa davvero sul serio, eccome, il gruppo Artioli. Le autorità di Mesocco, quelle regionali e cantonali nonché gli addetti ai lavori non avevano dubbi, beninteso. Ma forse non si aspettavano che il rilancio procedesse così velocemente. Non ha perso tempo la San Bernardino Swiss Alps SA, la società che vuole appunto riportare agli antichi splendori la nota località turistica altomesolcinese (cfr. il CdT del 14 ottobre). Nei prossimi giorni, come appreso dal nostro giornale, verranno pubblicate all’albo comunale ben sette domande di costruzione per la ristrutturazione, con ampliamento, di alcune strutture ricettive. Fra le quali gli storici alberghi Ravizza e Suisse, chiusi, rispettivamente, da una ventina d’anni e dal 2014. Parallelamente procede di pari passo il progetto per la rivalorizzazione del comprensorio sciistico di Confin, rilevando gli impianti principali dalla famiglia Ghezzi che ne è proprietaria da oltre mezzo secolo: entro fine mese verrà trasmesso ai preposti uffici di Coira il masterplan.
Il vento del cambiamento
In paese soffia il vento del cambiamento, insomma, per la soddisfazione anche della popolazione e dei proprietari delle numerose case di vacanza, i quali dopo tante delusioni e troppe illusioni finalmente sperano che San Bernardino possa cambiare volto grazie agli investimenti milionari della società anonima facente capo al gruppo dell’imprenditore ticinese Stefano Artioli. La Swiss Alps SA ha rilevato i diritti di compera della maggior parte delle infrastrutture del villaggio. Tanto che, come riferito in precedenza, è imminente l’inoltro delle domande di costruzione per l’ammodernamento di alcuni alberghi ma non solo. Stando a quello che abbiamo appreso e confermatoci da più fonti, si tratta degli hotel Ravizza, Suisse, Brocco e Posta, Eroom, della casa montana già di proprietà della Città di Lugano (che la rilevò nel 1991 dall’allora Comune di Pregassona) e del ristorante Central.
L’obiettivo, appunto, è quello di procedere alla loro riqualifica dotandoli di tutti i comfort. Il ragionamento non fa una grinza: senza strutture ricettive avrebbe infatti poco senso puntare - sia in inverno, soprattutto, sia in estate - sugli impianti. Il progetto corre su binari paralleli, inevitabilmente, con l’aggiunta semmai della realizzazione di nuovi esercizi pubblici. La SA, nel frattempo, sta altresì portando avanti l’edificazione del complesso alberghiero-residenziale ai piedi di Pian Cales, in centro paese.

Il rilancio è dietro l’angolo
La notizia nella notizia è la futura rinascita degli alberghi Ravizza e Suisse. Il primo è stato costruito nei primi decenni dell’Ottocento (con tanto di locanda e centro benessere) dopo che era stata aperta la strada carrozzabile che permise più facilmente ai viandanti provenienti da nord e da sud di raggiungere la frazione di Mesocco. Il Ravizza ha cessato l’attività una ventina di anni or sono. Lo Suisse, invece, ha chiuso nel settembre 2014. Nel marzo 2016 era stato rilevato all’asta da un istituto di credito per 330.000 franchi che l’aveva in seguito ceduto ad un imprenditore ticinese. Un altro hotel che potrebbe presto riaprire - ma non sotto il «cappello» del gruppo Artioli - è l’Albarella, chiuso da diversi anni.
La relativa domanda di costruzione è stata pubblicata l’altroieri e prevede la riattivazione della struttura con ristorante dopo l’adattamento alle norme antincendio e l’eliminazione delle barriere architettoniche e, più in generale, «un importante intervento di ristrutturazione», spiega il rappresentante dei promotori, l’avvocato Fabrizio Keller. Il quale non si sbilancia sull’ammontare dell’investimento né su quando l’Hotel SHAlbarell (questo il nuovo nome) ricomincerà l’attività con i suoi oltre cento posti letto distribuiti in camere singole, doppie e triple. Ottenuta la licenza edilizia, i lavori dovrebbero svolgersi nel corso del 2023: questa è l’intenzione. «Gli appartamenti SHAlbarell sono progettati per vivere un’esperienza unica: comfort, bellezza e lusso», si legge sul sito. Tra i contenuti citati figurano il centro benessere, spazi per conferenze, la piscina riscaldata e un «Salon du cigar».

Entusiasmo e concretezza
A San Bernardino c’è quindi fermento. Che aria si respira a seguito di tutto ciò che si è messo in moto negli ultimi tempi a livello turistico? «È un’aria molto positiva, il progetto di rilancio ha sicuramente fornito una visione a lungo termine e mi sembra che tutto stia crescendo con dei crismi corretti per San Bernardino», risponde il direttore dell’Ente turistico del Moesano Christian Vigne. «Si sta insomma progettando in una misura sana, con occhio anche alla riqualificazione e con la volontà di inserire degli elementi in armonia con il contesto, così da rendere appetibile il paese sia dal punto di vista dell’accoglienza sia dell’offerta», rileva. Secondo il nostro interlocutore l’impressione al momento è quindi molto positiva: «Si spera che il tutto venga poi applicato in maniera altrettanto sana e con i giusti tempi», conclude un fiducioso Christian Vigne, interpellato dal CdT.