Calmierare i premi di cassa malati, la ricetta del PLR
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L’annoso tema dei premi di cassa malati quest’anno per ovvie ragioni ha iniziato a far discutere ben prima del classico appuntamento di settembre, quando nella tradizionale conferenza stampa vengono comunicate le «stangate» per l’anno successivo. Sul tavolo della politica cantonale ci sono infatti tre proposte che mirano a calmierare almeno in parte l’impatto sulle tasche dei cittadini dei recenti aumenti. C’è il referendum del PS per cancellare il risparmio da 10 milioni sui sussidi di cassa malati (e l’iniziativa parlamentare del Centro che va nella stessa direzione); c’è l’iniziativa popolare della Lega che mira alla deducibilità integrale dei premi (agendo quindi sull’imposizione fiscale); e c’è l’iniziativa popolare del PS che chiede di fissare un tetto massimo a quanto i cittadini spendono per i premi (agendo tramite maggiori sussidi).
800 franchi per assicurato
Ora, a queste tre proposte ieri se n’è aggiunta una quarta, elaborata dal PLR tramite un’interpellanza firmata dal capogruppo Matteo Quadranti con i colleghi di partito Simona Genini, Alex Gianella, Fabio Schnellmann, Alessandro Cedraschi e Patrick Rusconi. Un’ipotesi di lavoro, dunque, che potrebbe però diventare un controprogetto alle due iniziative popolari già citate.
Che cosa prevede la proposta liberale radicale? In sintesi, ipotizza l’utilizzo di una parte degli attuali 420 milioni dedicati ogni anno ai sussidi per aumentare la percentuale di finanziamento che il Cantone copre per i costi ospedalieri stazionari, attualmente fissata al minimo di legge, ossia al 55%. Aumentando la percentuale, concretamente, le casse malati a loro volta pagherebbero una quota minore e si andrebbe ad abbassare il premio per tutti, senza passare dal meccanismo dei sussidi. Il partito, in tal senso, avanza anche delle ipotesi più di dettaglio: «Si tratta di stabilire in che misura attingere dai contributi RIPAM (ndr. il sistema dei sussidi) per ridurre i premi di cassa malati di tutti i cittadini ticinesi. Con un contributo minimo di 100 milioni si dovrebbe ottenere una riduzione dei premi del 5% circa, mentre con un contributo massimo di 280 milioni (importo per raggiungere la copertura del 95% dei costi ospedalieri) la riduzione dei premi dovrebbe arrivare al 14/15%». Ossia, in soldoni, circa 800 franchi all’anno per ogni assicurato.
«A differenza delle due iniziative di PS e Lega, entrambe molto costose – spiega Quadranti da noi contattato – la nostra idea è quella di riallocare le risorse: invece di usarle tutte per i sussidi, potremmo finanziare le cure per abbassare sin da subito e in maniera strutturale il costo a carico delle casse malati. E se il circolo virtuoso funziona, i premi scendono per tutti e, al contempo, una parte dei beneficiari esce dal sistema poiché non ne ha più bisogno». Inoltre, aggiunge il capogruppo, aumentato la quota di partecipazione ai costi, «il DSS avrebbe maggiore potere negoziale sugli ospedali e sulle cliniche». Teoricamente – si legge nell’atto parlamentare – potrebbe quindi essere più incisivo nel «ridurre i costi attraverso contratti di prestazione più selettivi e meglio incentrati sul reale fabbisogno cantonale; nel favorire il trasferimento delle cure al settore ambulatoriale, meno oneroso; nel ridurre i doppioni e la sovracapacità in determinati ambiti stazionari per meglio allocarla nel settore ambulatoriale».
L’idea, come detto, per il momento è formulata sotto forma d’interpellanza. E questo anche perché, spiega Quadranti, «al momento non abbiamo simulazioni sul suo impatto». E per questo motivo viene chiesto al Governo, ad esempio, quanto costerebbe al Cantone portare la copertura dei costi ospedalieri al 65%, 75%, 80%, 90% o 95% e quale sarebbe l’impatto in termini di riduzione dei premi e dei sussidi. Dopodiché, l’interpellanza, in base alle cifre fornite dall’Esecutivo, potrebbe presto trasformarsi in una proposta concreta che, come detto, a mente del PLR potrebbe fungere da controprogetto alle due iniziative di PS e Lega. O perlomeno inserirsi nel discorso.
Le reazioni
Da parte dei partiti di Governo, la proposta dei liberali radicali è stata accolta con una certa apertura. Ma, come vedremo, anche con qualche scetticismo. «Essendo quello dei premi di cassa malati un problema molto importante per i cittadini, ogni proposta va valutata molto attentamente e senza preclusioni», spiega ad esempio il presidente del Centro, Fiorenzo Dadò. «Il problema esiste – aggiunge – e va affrontato. E la proposta del PLR è un elemento in più per una riflessione che andrà fatta».
Più sfumata, invece, la posizione della Lega. Anche perché, va da sé, ha una sua iniziativa da difendere. «Prendiamo atto della proposta, che valuteremo», premette il vice-coordinatore Gianmaria Frapolli, per poi aggiungere: «Mi preme sottolineare perché a nostro avviso non può essere considerata un controprogetto alla nostra proposta: l’iniziativa della Lega è un’iniziativa fiscale a carattere sociale che sostanzialmente dice ‘lasciamo in tasca i soldi ai cittadini’. La proposta del PLR, invece, non ha carattere fiscale e dunque non può essere considerata un controprogetto al testo leghista». Detto ciò, Frapolli non nega che la proposta avanzata dai liberali radicali ha il pregio di tematizzare un tema più ampio, quello dei costi sanitari. «Sul fatto che da qualche parte occorre agire sulla spesa sanitaria e che servono riforme siamo concordi». Ma, appunto, questo è un altro capitolo, non legato all’iniziativa della Lega.
Apertura e scetticismo vengono poi espresse anche dal PS, con il vice-presidente Danilo Forini: «È positivo che anche il PLR si chini su questa urgenza, sulla questione prioritaria dei premi di cassa malati. Noi siamo aperti al dialogo con tutti». Detto ciò, aggiunge Forini, «come ogni proposta andrà approfondita. Ma di primo acchito ci sembra di poter dire che la proposta non va nella giusta direzione. Da un lato ci sembra un regalo di soldi pubblici alle casse malati, dall’altro a fasce della popolazione che non hanno particolari problemi pagare premi». Insomma, per il PS «è una proposta per niente equa, ad annaffiatoio».