Carcere femminile, «una situazione inaccettabile»
«La detenzione femminile in Ticino è un punto dolente. La Commissione lo ha detto più volte, e ora torna a ribadirlo: le condizioni di detenzione per le donne non sono ‘solo’ discriminatorie, ma anche chiaramente inaccettabli». Con queste parole, il deputato Luca Pagani (PPD) ha introdotto questo pomeriggio il rapporto annuale della Commissione di sorveglianza sulle condizioni di detenzione, presentandolo al Gran Consiglio.
Il rapporto
Nel citato rapporto viene infatti rilevato che «negli scorsi anni la presenza femminile alla Farera è divenuta sempre più numerosa» e solo «nell’ultimo anno le donne incarcerate in questa struttura sono state in media 15-16, con una punta di 26 detenute toccata nelle ultime settimane, senza contare quelle che hanno dovuto trasferirsi in penitenziari d’Oltre Gottardo». In Ticino, viene poi sottolineato, «come ripetutamente evidenziato in precedenti rapporti, le detenute donne risultano discriminate rispetto ai detenuti uomini» anche perché «a causa della mancanza di una Sezione femminile alla Stampa sono detenute nel Carcere giudiziario della Farera, anche quando sono sottoposte a regime ordinario di esecuzione pena, che tuttavia di ordinario ha ben poco»: «Anziché poter uscire dalle celle durante il giorno per il lavoro o per trascorrere tempo all’aria aperta o in spazi comuni, sono spesso costrette a rimanere chiuse in cella 22 ore il giorno». Si tratta, insomma, di una situazione che la stessa Commissione nel rapporto definisce «inaccettabile». Ed ecco perché, pur prendendo atto della volontà del Dipartimento delle istituzioni di riaprire una sezione femminile alla Stampa, la Commissione auspica che tale sezione «possa essere resa operativa nei tempi più brevi possibili». E in tale attesa, viene aggiunto, «la Commissione ritiene che debbano comunque essere adottate senza indugio misure per mitigare la durezza della detenzione femminile alla Farera, in particolare organizzando i corsi formativi anche durante le vacanze scolastiche» e «valutando la possibilità di tenere le celle aperte per periodi prolungati durante la giornata e organizzando il passeggio anche al di fuori dello spazio attualmente utilizzato all’ultimo piano, peraltro munito di sbarre anche verso il cielo».
La conferma
Dopo il dibattito in aula, il direttore del DI Norman Gobbi ha confermato che il suo Dipartimento «sta per presentare un messaggio per la realizzazione di una sezione femminile all’interno della Stampa, con un investimento importante per adeguare gli spazi e e pure per creare una ‘zona verde’ esclusivamente dedicata alle detenute donne». La criticità, ha però evidenziato Gobbi, riguarderà l’assunzione di nuovo personale: «Stiamo portando avanti delle riflessioni per aumentare non tanto il numero delle agenti, ma piuttosto delle operatrici sociali». «Insomma - ha chiosato Gobbi - l’attenzione c’è e andremo avanti con questo dossier. Ma con i tempi dello Stato, che non sono immediati».