«C'è malcontento, facciamo luce sulla scuola»

Un collegio docenti in piazza per «fare luce sulla scuola» e «canalizzare il malcontento» sempre più presente tra i corridoi degli istituti ticinesi. È quanto hanno proposto di fare (mercoledì 21 maggio alle 17.00 in Piazza Governo a Bellinzona) l’associazione ErreDiPi assieme ai sindacati VPOD e OCST e alcune associazioni magistrali, con l’obiettivo di tematizzare diverse problematiche emerse negli ultimi mesi nel mondo della scuola ticinese ma che in realtà, hanno spiegato durante la presentazione dell’evento, si trascinano ormai da molto più tempo.
«C’è un forte malcontento e nelle sedi si nota un senso di isolamento e di difficoltà tra i docenti», ha spiegato a tal proposito Enrico Quaresmini di ErreDiPi, sottolineando poi il fatto che ci troviamo ormai di fronte a «un’emergenza educativa». L’idea, ha spiegato Quaresmini, è dunque quella di «canalizzare quel malcontento, farlo venire allo scoperto, non con una protesta ma con una riunione in pubblico in cui si possa raccontare ciò che va e non va nella scuola». Ciò, anche per cercare di «fare comunità» tra i docenti. Ma soprattutto, ha aggiunto, per portare una richiesta precisa: dare alla scuola le risorse necessarie per svolgere il suo compito. Poiché «è illusorio affrontare un’emergenza educativa a costo zero».
Durante la presentazione dell’evento, il co-segretario della VPOD Edoardo Cappelletti ha poi messo l’accento sulla crescente precarietà presente nel mondo della scuola e tra i docenti e futuri docenti, evidenziando la necessità «di una seria riflessione per riformare il sistema» di abilitazione e biasimando gli «atteggiamenti risparmisti» della maggioranza del Governo e del Parlamento.
Il sindacalista di OCST-Docenti, Gianluca D’Ettorre, ha invece evidenziato il fatto che i problemi di cui tanto si è parlato in questi mesi, in realtà, da anni ormai vengono denunciati dai sindacati. «Nonostante le nostre segnalazioni, le risposte di DECS, Governo e Gran Consiglio non sono state adeguate. E, anzi, a volte sono addirittura andate nella direzione opposta». Motivo per cui, appunto, l’evento del 21 maggio si è reso più necessario che mai.