Consuntivo 2024, il disavanzo è di 71.8 milioni di franchi

Meno peggio del previsto, come sempre accade tra un preventivo e un consuntivo. Il miglioramento, però, non è stato sufficiente «a riportare in positivo il risultato come invece avvenuto in altri Cantoni». Il Consuntivo 2024 del Cantone, infatti, ha fatto segnare cifre rosse per 71,8 milioni di franchi. Un importante scostamento in positivo di circa 59 milioni rispetto al preventivo, che stimava un disavanzo di 130,8 milioni. Ma, appunto, non sufficiente per far segnare le tanto ambito cifre nere.
Non a caso, il Governo nel presentare i dati ha fatto notare che «la situazione finanziaria del Cantone rimane difficile e fragile e contraddistinta anche da un capitale proprio negativo (ndr. di -215,9 milioni) che deve essere assorbito». E, pertanto, per l’Esecutivo rimane «indispensabile prevedere nel futuro ulteriori misure di rientro finanziario in quanto il disequilibrio attuale non è sostenibile». Detto in altre parole: al primo e al secondo pacchetto di misure di rispario, contenuti nei preventivi 2024 e 2025 che tanto hanno fatto discutere in questi anni, ne seguirà perlomeno un terzo. «Sicuramente, nel Preventivo 2026, ma anche negli anni successivi», ci ha spiegato, raggiunto telefonicamente, il direttore del Dipartimento finanze ed economia, Christian Vitta. E questo perché, ha aggiunto, «il cumulo di diversi fattori negativi sta ulteriormente fragilizzando la situazione finanziaria del Cantone, già di per sé difficile». Fattori negativi che fanno rima con «riversamenti di oneri da parte della Confederazione (ndr. il famoso pacchetto di risparmio della Berna federale al momento in consultazione)», ma anche con l’implementazione della riforma EFAS. Ma non solo: a ciò, ha rilevato il consigliere di Stato, «si aggiunge quanto stiamo vedendo in questi giorni», con la guerra commerciale scatenata dalle tariffe statunitensi, «che porterà a un rallentamento dell’economia globale, con ripercussioni anche per le finanze cantonali». Difficile dire oggi quanto questi tre fattori incideranno in Ticino, ma secondo Vitta si può già parlare «di svariate decine di milioni di franchi che, sommati, assumono dimensioni molto preoccupanti».
All’orizzonte, insomma, si staglia un periodo complesso sul piano finanziario. E quindi, come detto, ulteriori misure di risparmio saranno pressoché inevitabili. Su questo fronte, l’Esecutivo nel suo comunicato ha quindi voluto mandare un messaggio al Gran Consiglio. «Le discussioni attorno al preventivo 2025 e quelle che sono proseguite nei primi mesi di quest’anno – si legge nella nota del Governo – hanno mostrato che, pur nella consapevolezza di dover agire per ritrovare finanze in equilibrio (...), il raggiungimento di un consenso è oltremodo difficile». Detto altrimenti: trovare solide alleanze in Parlamento sulle misure di risparmio non è scontato, come dimostrato dai tagli previsti dal Governo e poi cancellati dal Parlamento (si pensi, ad esempio, ai sussidi di cassa malati oppure alla pedagogia speciale). Per questo motivo, sottolinea poi il Governo, «sarà importante ritrovare un convincimento comune per procedere con un necessario riequilibrio dei conti, condizione indispensabile per ritrovare dei margini di manovra finanziari». Su questo punto, anche Vitta evidenzia che «attorno a misure di natura finanziaria, in Ticino come altrove, trovare un consenso allargato è sempre più difficile perché si tratta di misure che, in un modo o nell’altro, richiedono sacrifici». Ma, aggiunge il consigliere di Stato, «rimandare il problema e non adottare determinate misure renderà ancora più difficile l’esercizio nei prossimi anni: il fardello del debito pubblico e quello del capitale proprio negativo diventeranno sempre più pesanti, mettendo le finanze ulteriormente sotto pressione». Anche perché, come ricorda il Governo, «se per il 2024 i vincoli costituzionali del freno ai disavanzi sono rispettati, ogni anno gli stessi diventano sempre più restrittivi a seguito delle perdite riportate e renderanno nei prossimi anni molto più impegnativi gli sforzi per rispettare questi vincoli».
Insomma, le misure di risparmio andranno prese. E più si ritarda l’esercizio, peggiore sarà la soluzione richiesta. Non a caso, chiosa Vitta, «a preoccupare il Governo è soprattutto il fatto che il deficit è strutturale. E dunque fra le misure di risparmio ve ne dovranno essere anche di natura strutturale».
Tra entrate e uscite
Tornando al dettaglio delle cifre presentate oggi, il miglioramento di 59 milioni di franchi è stato dettato soprattutto da maggiori entrate fiscali: +32.8 milioni dalle persone fisiche, +30.5 milioni dalle persone giuridiche, +11.8 milioni dall’imposta alla fonte. Sul fronte delle uscite, invece, da segnalare l’aumento della spesa per il personale (+14 milioni), la cui maggior parte è da ascrivere al personale docente.