Credit Suisse? «Non sarà come con Kering per Bioggio e Cadempino»

«Non sarà come con Kering per Bioggio e Cadempino». Il sindaco di Lugano, Michele Foletti, sgombera subito il campo dai dubbi. La Crisi di Credit Suisse – acquisita domenica da UBS – avrà un impatto sulle finanze cittadine, certo, ma lo stesso sarà relativamente contenuto. «Il fatto che Credit Suisse non ci sia più come persona giuridica e che la stessa UBS avrà dei costi per portare a termine l’operazione che di riflesso comporteranno meno utili significa che perderemo gettito fiscale» (la cifra è coperta da segreto fiscale, ndr). Tuttavia, nei 60 milioni che la Città incassa ogni anno dalle persone giuridiche, l’impatto di questo scossone bancario «ha un’importanza non rilevante. Le multe che Credit Suisse ha pagato negli ultimi anni e i risultati operativi hanno fatto sì che la banca avesse meno utili. Di conseguenza non pagava grosse imposte».
Di perdite, però, si parla, e il Municipio dovrà giocoforza considerarle. «Il Piano finanziario prevedeva già un peggioramento della situazione finanziaria e ovviamente terremo conto di questo nuovo sviluppo. A dicembre, al momento di presentare il documento al Consiglio comunale, avevamo detto che avremmo iniziato dei lavori interni per rivedere il fabbisogno dei vari centri di costo».
Per Lugano vi è un’altra conseguenza diretta, ossia il restringimento del mercato obbligazionario. Un mercato – rileva ancora Foletti – sul quale la Città è molto attiva. «I nostri interlocutori principali erano UBS, Credit Suisse e in parte la Banca cantonale di Zurigo o la Raiffeisen. Ora ci saranno meno attori, con tutte le difficoltà legate a una minore concorrenza».
E che dire, invece, del possibile danno di immagine per la piazza finanziaria luganese? «Con tutte le multe miliardarie prese negli ultimi anni l’immagine della piazza finanziaria è da tempo sotto pressione», risponde il sindaco. «Anzi, il fatto che la Confederazione abbia salvato Credit Suisse è stato visto positivamente dalla Banche centrali; quindi, potrebbe anche esserci una ricaduta positiva».
In ogni caso, la Città ha già i suoi «piani B». Il primo è ovviamente il Plan B, legato alle criptovalute e alla tecnologia blockchain, il secondo – rileva ancora Foletti – è il Lifestyle Tech Competence Center, il quale si trasferirà in riva al Ceresio, in via Peri, dopo il voto favorevole del Consiglio comunale, martedì sera, a un credito da un quarto di milione e alla convenzione tra Città, Dagorà SA e Lifestyle stessa. «Questi due progetti vanno nella direzione delle linee di sviluppo della Città per creare posti di lavoro e indotto e per invogliare i giovani a restare in Ticino». E proprio a proposito di posti di lavoro, il sindaco si è detto dispiaciuto e preoccupato per le possibili conseguenze per i dipendenti di Credit Suisse e di UBS, 1.200 dei quali attivi in Ticino e, soprattutto, a Lugano. Ma su questo fronte, di novità ancora non ce ne sono.