Crescono i costi del Polo sportivo: «Ma sono in gran parte rincari inevitabili»
Il cantiere del Polo sportivo e degli eventi procede come da programma? Il Municipio di Lugano - al termine di una conferenza stampa convocata con poche ore di preavviso, con il sindaco Michele Foletti in collegamento telefonico dalle vacanze e il municipale Raoul Ghisletta assente giustificato - ha concluso di sì, tutto considerato. La realizzazione dell’Arena sportiva e del Palazzetto dello sport procede nelle tempistiche previste, ci sono dei rincari ma sono in gran parte inevitabili e non imputabili alla Città o al partner privato HRS, e se Cornaredo Sud (la nuova pista d’atletica) subirà ritardi sarà un discreto grattacapo soprattutto per le società sportive a cui è destinata la struttura.
Il vicesindaco Roberto Badaracco, spalleggiato dal direttore della Divisione sport Roberto Mazza e da quello della Divisione opere pubbliche Gino Boila, ha in sostanza illustrato le risposte - sedici pagine - a un’interrogazione dello scorso giugno di socialisti e verdi sull’avanzamento dei lavori: «Vogliamo che ci sia la massima trasparenza - ha detto - e vogliamo togliere ogni dubbio a chi insinua che non condividiamo e che nascondiamo le cose». Coincidentalmente, alcuni giorni fa l’MPS aveva convocato la stampa per domani riguardo a «importanti e seri sviluppi che toccano la realizzazione del PSE, in particolare il Palazzetto dello sport. Si tratta di cambiamenti che implicano il mancato rispetto di regolamenti e leggi comunali e cantonali». La Città ha dunque giocato d’anticipo? «Avevamo in previsione di fare una conferenza stampa - ha risposto Badaracco alla nostra domanda - e la tempistica ci è sembrata opportuna per fare chiarezza. Se poi nel farlo avremo già risposto alle domande dell’MPS, tanto meglio».
Sale il tetto di spesa
La principale notizia emersa oggi è che il tetto di spesa a carico della Città è passato da 167 milioni a 182 e che quest’ultima cifra è una fotografia dell’oggi e potrebbe ancora mutare (in meglio o in peggio) da qui al termine dei lavori. Soprattutto, di questo aumento «solo» 1,7 milioni sono riconducibili a decisioni della Città. Il restante, è stato spiegato oggi, è da ricondursi in gran parte ai rincari dei costi di costruzione avvenuti in questi anni «che non sono imputabili né all’agire della Città né a quello di HRS ma sono frutto della situazione generale e non controllabili». Questi rincari pesano per la Città 9,5 milioni. Tre milioni poi sono anticipi che torneranno nelle casse cittadine e 630.000 franchi sono dovuti all’aumento dell’IVA.
Gli 1,7 milioni sono invece, semplificando un po’, il bilancio dei progetti di affinamento dei due cantieri contigui rispetto a quanto votato dal Consiglio comunale: «Affinamenti e rifiniture in corso d’opera sono normali in ogni progetto, non solo al PSE - ha precisato Badaracco, probabilmente anche anticipando le previste rimostranze odierne dell’MPS. - Se qualcuno grida allo scandalo perché c’è una piccola modifica in corso d’opera non ha capito nulla su come funziona un progetto di questo tipo». Nel caso del PSE un rincaro di 6,4 milioni è dovuto a richieste di enti terzi (la Swiss Football League ha ad esempio chiesto il riscaldamento del campo dal calcio), e uno da 3,8 a richieste della Città (il completamento del seminterrato dell’Arena sportiva lungo via Ciani per ricavare nuovi spazi per la Divisione sport, la pavimentazione «Glassfloor» al Palazzetto dello sport che usa una tecnologia led per marcare le linee dei campi dei vari sport: alternativa più cara ma che promette di contenere sensibilmente i costi di gestione). Tutto questo è bilanciato da minori costi per 8,6 milioni grazie a «ottimizzazioni» del progetto: ad esempio la rinuncia a realizzare facciate completamente vetrate, peraltro oggetto di una domanda di costruzione già cresciuta in giudicato. Totale: 1,7 milioni più del previsto.
Le sette azioni
Una serie di domande riguardavano poi un aggiornamento sulle sette azioni richieste dal Consiglio comunale. In particolare Badaracco ha parlato di un «ottimo clima» fra le parti attive nel cantiere, vale a dire committente, Commissioni paritetiche e sindacati. Gli accessi al cantiere sono fra l’altro monitorati tramite badge per essere sicuri di chi effettivamente vi stia lavorando, in ottica antidumping. A oggi le opere sono state tutte deliberate a ditte con sede o domicilio in Ticino, e buona parte del calcestruzzo della vecchia tribuna è stato riutilizzato. Per ora i contributi terzi per il PSE ammontano a 22,3 milioni e alcuni Comuni vicini si sono informalmente impegnati a versare qualcosa. Non essendoci una base legale non è però possibile costringerli. La Divisione finanze sta lavorando alla migliore strategia per decidere come, quando e se riacquistare totalmente o parzialmente le opere.
La «polemica del seggiolino»
Fra le risposte ve n’è poi una riguardante la «polemica dei seggiolini». La sua origine, brevemente: la Città, seguendo i criteri minimi della Swiss Football League, ha dimensionato lo stadio per 10.000 posti, ma ora il FC Lugano propone di ridurre i posti, a sue spese, a 8.250 per rendere lo stadio più comodo. Premesso che alla SFL va bene, non si poteva a questo punto fare uno stadio più piccolo fin da subito, con minori costi? «A noi sembra un miglioramento che renderà la struttura più attrattiva», ha detto Badaracco. Nella risposta scritta si legge poi che è nella facoltà del FC Lugano in qualità di locatario «apportare tutte le modifiche che ritiene necessarie per la propria gestione alla condizione che esse siano reversibili». In questo senso è noto che il club bianconero intende fare investimenti per 16,5 milioni.
La pista d'atletica e il ricorso
Per evitare quelli che sono stati definiti notevoli disagi alla Società atletica Lugano e all’FC Lugano, la Città tenterà un esperimento di conciliazione con l’Associazione traffico e ambiente (ATA) che ha ricorso contro la domanda di costruzione per la nuova pista d’atletica, cosa che potrebbe comportare ritardi all’opera. L’ATA più che delle strutture sportive non è convinta dei parcheggi previsti.