Dal brutto giro degli stupefacenti alle coltellate: l'omicidio che ha svegliato Chiasso

Un nome e un cognome che erano già presenti negli incarti del Ministero pubblico. Di più, il 27.enne somalo residente nel Mendrisiotto – arrestato oggi con l’accusa di assassinio, subordinatamente omicidio intenzionale – era in attesa di giudizio. Il tutto per due aggressioni avvenute, un anno fa e nel 2022, in una discoteca di Lugano. Fatti per i quali – come riportato dalla RSI – era stato arrestato nel luglio scorso e poi, un mese più tardi, scarcerato con misure sostitutive all’arresto. Questa mattina invece, in un appartamento situato in via Pestalozzi a Chiasso, c’è scappato il morto. Vittima un 50.enne svizzero; deceduto a causa delle ferite riportate da un’arma da taglio. Ucciso, in sostanza, a coltellate. A dare l’allarme, stando alle testimonianze che abbiamo potuto raccogliere, è stata una passante. Donna che, giunta all’altezza della piccola chiesa di Sant’Anna – incastonata tra i vari edifici retrostanti piazza Boffalora – di primo mattino ha visto il 27.enne. Fermo, davanti all’edificio religioso. E non è da escludere che lo stesso uomo abbia detto alla donna di aver ucciso una persona. Da lì la segnalazione alla Polizia e, poco più tardi, il ritrovamento del corpo esanime all’interno dell’abitazione. Per l’intera mattinata è stato un via vai di agenti di polizia e uomini della Scientifica, intenti a individuare – anche sulla pubblica via – elementi utili per l’inchiesta, per far chiarezza sull’accaduto. All’interno della zona delimitata dal nastro rosso e bianco si sono susseguite la posa di marcatori e le fotografie dettagliate di rito. Passi necessari per ricostruire la dinamica di quanto successo. Nulla trapela, al momento, sul movente dell’uccisione. Anche se non è da escludere che il tutto si inserisca nel mondo dell’utilizzo degli stupefacenti. In questo senso, toccherà all’inchiesta coordinata dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas far luce sull’intera vicenda. «Gli approfondimenti sulla dinamica dei fatti – fanno sapere le autorità – proseguono attraverso i rilievi tecnico-scientifici, la ricerca di tracce forensi e la raccolta di testimonianze».
«Non neghiamo il problema»
Che sullo sfondo ci possa essere la droga ne è consapevole anche l’autorità comunale. «Il Municipio è molto attento alle tematiche relative al consumo di sostanze illegali e a tutto quello che vi ruota attorno – ci spiega il capodicastero Socialità Stefano Tonini –. Già da diversi anni infatti abbiamo instaurato una forte collaborazione con Ingrado che ha stabilito proprio a Chiasso la sua sede per il Mendrisiotto». E il lavoro, in tal senso, non manca: «Siamo attivi su tre fronti. In primo luogo la prevenzione; cerchiamo per esempio di sensibilizzare la popolazione e in particolare i giovani sugli effetti dovuti al consumo o abuso di sostanze psicotrope o offriamo percorsi alternativi con attività per strutturare le giornate e reinserirsi nel contesto socio-lavorativo». Inoltre – continua – «proponiamo interventi sulla riduzione del danno messi in campo sia con i Servizi Sociali che con gli operatori di ingrado. Infine vi sono interventi di controllo e repressione con la Polizia». Nella cittadina, dunque, non si nega la presenza di un problema, «che rimane in ogni caso ridotto rispetto ad altre realtà del territorio ticinese».