È l'anno delle opere per Castel San Pietro: al via Vigino e l'ex Diantus
«Quest’anno prenderanno avvio i lavori di riqualificazione della masseria di Vigino e di valorizzazione dello stabile Diantus. Due strutture che il destino sembrava avere consegnato per sempre alla rovina e all’abbandono e che grazie a una visione positiva, da parte di persone private e dell’ente pubblico, dopo tante battute d’arresto e delusioni, troveranno nei prossimi mesi e anni una nuova vita». Il nuovo volto di Castel San Pietro, almeno dal punto di vista urbanistico e paesaggistico, inizierà a modellarsi proprio quest’anno stando alle parole della sindaca, Alessia Ponti. Il 2025 è infatti l’anno in cui il Comune passerà dalle parole ai fatti per due grandi progetti di cui si parla da parecchio tempo e a cui tengono particolarmente i castellani.
Alla masseria di Vigino si sta procedendo ai rilievi del caso per poi iniziare i lavori di restauro (sono anche stati individuati due filoni di contenuti da inserirvi), mentre gli imminenti interventi all’ex Diantus costeranno meno del previsto grazie al riuso dei materiali. A questi progetti, ne aggiungiamo un terzo, anche se le tempistiche di intervento, giocoforza, saranno più lunghe: quello della riqualificazione del comparto centrale del paese, per la quale si sta pensando a un partenariato pubblico-privato.
Uno sguardo ai più sensibili
Per la masseria di Vigino, la svolta dopo decenni di abbandono è arrivata con il passaggio di proprietà, lo scorso luglio, alla Fondazione Carozza, che intende far rinascere l’edificio rurale sia nella forma sia nei contenuti. Ebbene, i proprietari stanno facendo tutti rilievi del caso per poi procedere con i lavori di restauro non appena incassate le autorizzazioni cantonali. Parallelamente, il Comune e il gruppo di esperti, supportati dalla Commissione ad hoc per la salvaguardia della masseria, stanno lavorando ai contenuti da inserirvi. Ed è proprio su questo fronte che ci sono importanti novità. Un filone è custodito nelle ultime volontà della signora Luisella Carozza, la quale aveva chiesto che «la masseria di Vigino avesse una valenza sociale, quindi con contenuti che facessero del bene alla parte più sensibile della popolazione – ci spiega la sindaca di Castel San Pietro, Alessia Ponti –. Saranno quindi presenti aspetti filantropico-sociali, senza dimenticare che l’edificio è inserito in un contesto agricolo: non mancherà l’attenzione al legame con il territorio».
Riuso di materiali, meno costi
Passiamo al centro paese, più precisamente alla zona sopra il magazzino comunale. Nel 2021 l’Esecutivo ha acquistato lo stabile dell’ex orologeria Diantus Watch per il timore di speculazioni edilizie. Del progetto per la rivitalizzazione della struttura, chiamata C.LAB (abbreviazione di Castello Laboratorio) beneficerà tutta la popolazione, dopo essere stata coinvolta per suggerire i contenuti. Costo dell’investimento stimato per risanare l’edificio: circa 4 milioni di franchi. In verità, il Comune spenderà meno. E questo grazie al recupero di alcuni materiali in quanto parti dello stabile verranno riutilizzate. Un’idea, questa, frutto di un corso di dottorato dell’Accademia di Architettura di Mendrisio, svoltosi nell’ultimo anno e mezzo proprio all’interno dell’ex Diantus. «Hanno utilizzato gli spazi focalizzandosi sul riuso di materiali già impiegati nella costruzione dello stabile – ci dice Ponti –. Parliamo di un (ri)utilizzo molto conservativo delle risorse allo scopo di avere il minor spreco ambientale possibile». I lavori di ristrutturazione inizieranno a fine marzo/inizio aprile, «stiamo preparando i capitolati». L’inaugurazione è prevista per la fine di quest’anno o metà 2026.
«Più semplice e più veloce»
Il progetto dell’ex Diantus è inevitabilmente legato a quello di riqualificazione del comparto centrale del paese. Nel 2023 il gruppo capitanato dall’architetto Massimo Frasson aveva vinto il concorso con il progetto nominato «Zazu». Da quel momento, sono state apportate alcune modifiche non tanto di contenuti, piuttosto «a livello stilistico, urbanistico e di gestione del traffico», ci dice sempre la sindaca. L’incarto è poi stato spedito all’attenzione del Cantone per l’esame preliminare. Orizzonte temporale per vedere l’opera concretizzarsi? «Un paio di legislature», ma c’è un ma. E questa è la novità. «Ci stiamo muovendo nella direzione di una partnership pubblico-privata, così l’impegno finanziario non sarà solo comunale (si parla di 22 milioni per tutto il comparto). Questo potrebbe rendere tutto più semplice e più veloce». Il progetto, tra le altre cose, conta due autosili realizzabili a tappe: uno è previsto sotto lo stabile dove verranno inseriti appartamenti e punti aggregativi, l’altro invece «nascosto all’interno della collina dove c’è il magazzino comunale e sarà anche uno spazio polivalente».