Ecco come scegliere la bicicletta elettrica più adatta
Negli ultimi anni il mercato delle biciclette elettriche si sta espandendo sempre di più, e chissà che in tempi di crisi come questi, fatti da rigide misure igieniche e di sostanza sociale anche nei trasporti pubblici, sempre più persone decidano di acquistare una e-bike per gli spostamenti di lavoro. Trattandosi di un investimento importante (basti pensare al prezzo di acquisto e ai costi di manutenzione e ricarica delle batterie), il TCS ha definito tre profili di utente con lo scopo di consigliare i futuri acquirenti e attirare l’attenzione sui costi al chilometro generati in un periodo di 10 anni.
Per sport, lavoro o acquisti
La prima categoria è composta dai ciclisti sportivi, che amano le lunghe trasferte e percorrono circa 4.000 chilometri all’anno. I costi al chilometro per questi appassionati delle lunghe trasferte sportive si aggirano tra 0,3 e 0,5 franchi. Il TCS consiglia dunque di scegliere la propria bicicletta in funzione degli pneumatici. Chi predilige i percorsi sull’asfalto dovrebbe optare per una bicicletta da corsa rapida, che funziona senza assistenza alla pedalata quando la batteria è spenta
Nella seconda categoria troviamo i pendolari, che percorrono circa 2.000 chilometri all’anno. In questo caso i costi al chilometro sono compresi tra 0,5 e 0,7 franchi. Sia che si preferisca una bicicletta lenta oppure una veloce, il TCS raccomanda i modelli pieghevoli e leggeri, sistemabili facilmente nel bagagliaio di una vettura, trasportabili senza difficoltà nei mezzi pubblici e, non va dimenticato, comodi da portare. Non va infine sottovalutato il genere di abbigliamento che si intende indossare.
Nella terza e ultima categoria troviamo invece gli utenti che desiderano percorrere brevi tragitti, in particolare per fare acquisti. In questo caso i chilometri percorsi ogni anno sono circa 1.000 e i costi si aggirano in media tra 0,6 e 0,9 franchi al chilometro. La raccomandazione del TCS è quella di scegliere una bici elettrica lenta e leggera, dato che sarà meno pesante da trasportare e più facile da parcheggiare a casa o al supermercato. Inoltre, si dovrà dotare la bici di un cestino o di un rimorchio adatto per il trasporto degli acquisti.
Più spazio
Come detto, in questo periodo in molti probabilmente opteranno per la bicicletta elettrica al posto del trasporto pubblico. Ma per far fronte a questo aumento, come ci spiega il presidente di Provelo Ticino Marco Vitali, servono anche gli adeguati spazi. E in particolare per le biciclette elettriche le piste tradizionali potrebbero non bastare: «In alcune piste si presenta il problema della convivenza con i pedoni. La differenza di velocità è maggiore, e non vorrei che i pedoni si trovino nella stessa condizione dei ciclisti che vanno su strada. Servono quindi piste ciclabili ampie e nelle quali lo spazio destinato alle biciclette e quello ai pedoni sia ben diviso».
Più in generale, sottolinea Vitali, è proprio lo spazio necessario che viene a mancare. Ma le soluzioni praticabili non mancano: «Specialmente in questo periodo, in maniera temporanea si potrebbe ridurre a 30 chilometri orari la velocità in certe strade della fascia urbana per migliorare la convivenza con le automobili. Ad esempio a Lugano, dove c’è molto margine di miglioramento, si dovrebbe permettere ai ciclisti l’utilizzo delle corsie riservate ai bus, oppure alcune strade pedonali potrebbero essere aperte anche alle biciclette, ovviamente con dei limiti di velocità per rispettare la convivenza tra due ruote e pedoni. Servono soluzioni creative e dei politici coraggiosi che le portino avanti. Ma spesso da noi alla politica manca proprio questo coraggio».