Ecco cosa è stato fatto dopo il disastro
«Il Municipio ribadisce la propria ferma volontà a proseguire con i progetti di premunizione da pericoli naturali che saranno, anche per questa legislatura, la priorità numero uno, così come ampiamente già discusso e condiviso da parte del Consiglio comunale durante l’iter di approvazione del masterplan e delle opere». A tre anni e mezzo dall’alluvione che seminò distruzione in paese, a Lumino nessuno ha dimenticato la data del 7 agosto 2021.
Giocare d'anticipo
Nemmeno i politici, tanto che Davide Biondina (a nome del gruppo PLR) ha inoltrato nelle scorse settimane un’interpellanza per chiedere lumi su quanto è stato fatto finora e sugli interventi che devono ancora essere messi in cantiere. Come vi abbiamo riferito a più riprese, si prevedono opere per 7 milioni di franchi entro il 2026. L’Esecutivo ha risposto prima di Natale, rassicurando il consigliere comunale e, di transenna, la popolazione: tutto sta procedendo per il meglio e ci si è mossi in anticipo per ottenere i sussidi federali e cantonali, laddove possibile.
In Mesolcina è diverso
Abitanti che, la scorsa estate, sono rimasti scioccati per quanto avvenuto in Vallemaggia e a Lostallo. Secondo il consesso non si possono però fare paragoni fra quanto capitato a Lumino e nella valle limitrofa. Il maltempo che ha interessato la Mesolcina ha «caratteristiche diverse per quanto riguarda la situazione pre-disastro, la tipologia di evento e il quadro normativo e legale del Canton Grigioni, assai diverso per funzionamento rispetto a quello ticinese. Non è dunque possibile fare parallelismi diretti» fra i due casi.
Piano dei pericoli aggiornato
Il monitoraggio e la prevenzione sono essenziali di fronte alla furia della natura. Lumino è stato uno dei primi Comuni a Sud delle Alpi a dotarsi dello strumento del presidio territoriale. Dopo l’incubo vissuto nel 2021 le misure sono state rafforzate. Il Piano delle zone di pericolo (PZP) è stato ad esempio aggiornato per quanto riguarda due dei tre bacini (Valentra e Bruga): «L’Ufficio dei corsi d’acqua (UCA), a seguito di ulteriori integrazioni effettuate per allineare i piani allo stato delle nuove edificazioni, prevede di trasmettere la versione definitiva entro poche settimane».
Scenario centenario
L’attenzione si focalizza in seguito su un ipotetico scenario di un evento che si verifica ogni 100 anni. In questo senso, puntualizza l’Esecutivo, l’area interessata da intensità alta è diminuita rispetto al PZP adottato dal Cantone nel 2017, mentre quella ad intensità media è aumentata in lunghezza: «L’area a bassa intensità (fino a 15 centimetri di acqua e fango) è risultata più ampia. I progettisti stanno lavorando sulla base di queste informazioni aggiornate per tutto quanto concerne la realizzazione della roadmap d’investimenti proposti». Dopo i lavori di sgombero e ripristino, a detta dei tecnici l’efficacia delle opere è «almeno uguale se non superiore in taluni casi rispetto alla situazione antecedente» il disastro.
«Non vi sono ritardi»
Sempre relativamente alle procedure di competenza municipale non si sono registrati ritardi. Addirittura in alcuni casi (le briglie lungo il riale Valentra e le trincee di infiltrazione in zona industriale) si sono anticipati interventi per quasi 2 milioni di franchi. Sono inoltre già stati avviati i lavori per il progetto definitivo delle nuove vasche e altre tratte dei canali.
«Nel frattempo, nel solco della trasparenza e della rapidità d’azione, l’Esecutivo ha già preventivamente coinvolto e incontrato a più riprese i privati proprietari dei sedimi sui quali saranno realizzate le nuove opere e coloro che vivono nelle immediate vicinanze. Questa condivisione permetterà dunque di agevolare le domande di costruzione e i trapassi di proprietà dei terreni coinvolti e, per quanto possibile, risparmiare tempo e risorse preziose».
La roadmap sotto la lente
La roadmap, dicevamo. Il consesso conferma la bontà della scelta rispetto, ad esempio, ad un approccio più diretto. La decisione di dotarsi di uno strumento strategico ha consentito di prestare attenzione alle finanze comunali. Allo stato attuale si sono investiti quasi 4 milioni. Il completamento dei lavori è in linea con quanto indicato fin dall’inizio.
«Sempre in base al parere dei tecnici e alle prese di posizione di UCA, gli interventi previsti a masterplan sono stati reputati necessari ma non meritevoli di un particolare grado di urgenza, per cui sono rientrati in un iter procedurale “ordinario” che prevede le varie fasi di progettazione SIA e la consultazione dei servizi cantonali e federali».