Il caso

Ecco perché il «Soldo» non ha fatto Centro

Bellinzona: al municipale Giorgio Soldini, non rieletto, sono mancati soprattutto i preferenziali dei suoi fedelissimi, che hanno privilegiato il collega di lista Mattia Lepori - Il sindaco Mario Branda e il futuro vice Fabio Käppeli hanno raccolto voti davvero da tutti
Fabio Käppeli, a sinistra, a colloquio con Giorgio Soldini. © CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
17.04.2024 06:00

È proprio stato così, a Giorgio Soldini sono mancati i «suoi» voti, quelli dei simpatizzanti del Centro, alcuni dei quali negli ultimi mesi avevano auspicato un rinnovamento. Gli hanno fatto difetto anche quelli di chi ha scelto la scheda senza intestazione. Alla fine hanno pesato in modo decisivo nella sua mancata rielezione in Municipio a Bellinzona, dove sedeva dal 2012, a vantaggio del collega di partito Mattia Lepori. Il 69.enne politico rodato è stato distanziato di 148 preferenze dal 28.enne, alla prima esperienza nella stanza dei bottoni. Un distacco minimo in una città nella quale si sono recati alle urne 15.529 aventi diritto. È quanto emerge analizzando nel dettaglio il cosiddetto panachage, ossia la cartina di tornasole per capire il gradimento di un candidato in seno allo schieramento di appartenenza e, soprattutto, fra le altre formazioni. Abbiamo spulciato i dati, concentrandoci pure sugli altri membri dell’Esecutivo. Ecco cosa è emerso.

L’opposizione è per il giovane

Alle 1.691 schede raccolte dal Centro, Mattia Lepori ha aggiunto 968 preferenziali tra i fedelissimi dell’ex PPD. Giorgio Soldini, per contro, solamente 808. Uno scarto di 160 suffragi, pertanto. Tanti, tantissimi. Che l’oramai ex municipale (già presidente sezionale del partito) non è riuscito a recuperare da «fuori». Complessivamente, dagli altri partiti, Soldini ha racimolato 1.697 preferenziali, un nonnulla in più di Lepori che si è fermato a 1.685. Il 69.enne già funzionario cantonale è stato premiato maggiormente, rispetto al praticante avvocato, dal PLR (543 contro 389), dall’Unità di sinistra (199 a 178), da Lega-UDC (177 a 144) e da HelvEthica (10 a 5). Il 28.enne è stato per contro scelto dagli elettori dal Noce (36 a 25), da Avanti-Più Donne (34 a 26), dai Verdi-FA (28 a 11) e dall’MPS (27 a 11).

Il «colpo di grazia» è poi arrivato da chi ha imbucato la scheda senza intestazione: al nuovo membro dell’Esecutivo sono andati 844 preferenziali, mentre a Soldini solamente 695. Dicevamo del desiderio, di una parte importante di aderenti del Centro, di cambiamento. Col senno di poi, forse, non è stato nemmeno il massimo già annunciare che nel 2028 non si sarebbe ripresentato. Significativo, infine, dare un’occhiata all’evoluzione dei risultati di Giorgio Soldini (che rinuncerà anche al seggio conquistato nel Legislativo: gli subentrerà Paolo Locatelli, già capogruppo) dal 2017, dalla nascita cioè della nuova Bellinzona. Allora aveva ottenuto 5.630 voti (di cui 1.077 preferenziali dal PPD), mentre nel 2021 i suffragi erano stati 4.992 (1.028 preferenziali dai «suoi»). Tutto, a ben guardare, sta (pure) in questi numeri. Un climax discendente, una flessione costante.

Il terzo liberale scelto dagli altri

Riflettori accesi, ora, su Fabio Käppeli (PLR), il quale dovrebbe essere il nuovo vicesindaco della capitale (lo sapremo oggi, quando si insedierà il rinnovato Esecutivo). Il 29.enne ha ottenuto praticamente gli stessi preferenziali sia dai liberali radicali (2.150) sia dagli altri partiti (2.177), raccogliendo nel complesso 7.715 voti (appena 114 in meno rispetto al 2021, quando era entrato nell’Esecutivo). L’attuale capodicastero Finanze, economia e sport ha «pescato» favori - oltre che dalla scheda senza intestazione, in modo massiccio (1.276) - soprattutto dall’Unità di sinistra (281) più che dagli altri schieramenti storici (250 dal Centro e 238 da Lega-UDC).

In confronto a tre anni or sono, i preferenziali sono aumentati da «fuori», ma leggermente diminuiti internamente, anche perché in questa tornata i liberali radicali hanno perso 2 punti percentuali (scendendo dal 24,6 al 22,6%, considerando le schede). Restando in casa PLR, ottimo il risultato di Renato Bison (che ha raccolto pure lui preferenziali in modo trasversale). Il neoeletto Vito Lo Russo, che ha difeso la poltrona lasciata vacante da Simone Gianini, ha superato i rimanenti quattro colleghi di lista grazie soprattutto ai voti ricevuti dagli altri schieramenti; sono stati 1.347 contro i 922 di Patrick Rusconi (giunto quarto) e gli 856 di Marco Pellegrini (quinto).

«Brandaleone» re indiscusso

Eccoci all’Unità di sinistra. Ennesimo plebiscito per il sindaco Mario Branda. Il panachage ci dice che i voti del suo partito (4.923, ovvero le 2.643 schede ai quali vanno aggiunti 2.280 preferenziali) sono praticamente identici a quelli presi dalle altre liste, inclusa quella senza intestazione (4.917). Nella fattispecie il timoniere socialista, in carica dal 2012, piace in primis al PLR (1.201) e al Centro (651) nonché a chi non ha espresso una preferenza per nessun partito specifico (2.378). Nel 2021 i preferenziali provenienti da «fuori» erano stati 4.824, quattro anni prima invece 5.576. L’amico-collega Henrik Bang, nell’Esecutivo da una legislatura, è stato premiato maggiormente - in quanto a preferenziali - dagli altri schieramenti (1.305, di cui 300 dal PLR) rispetto ai suoi voti di lista (1.108).

Minotti senza rivali a destra

In conclusione arriviamo all’alleanza Lega-UDC che nel consesso turrito avrà di nuovo il volto di Mauro Minotti, in carica dal 2017. Non c’è storia, con i colleghi di lista, per quanto riguarda i preferenziali. Quello del quasi 61.enne è un dominio assoluto; è arrivato a toccare quota 1.859. Il secondo più votato nello schieramento di destra, Tuto Rossi, si è fermato a 797, mentre Ivano Beltraminelli (terzo) a 338. Il municipale e granconsigliere è premiato in particolare dagli elettori del PLR (545) e del Centro (221).

Il PLR premia i socialisti

Gli elettori del PLR (primo partito a Bellinzona) a livello di Municipio sono stati molto generosi soprattutto con l’Unità di sinistra, premiandola con 1.692 voti, e con Il Centro (1.352). Molti meno sono andati a Lega-UDC (854). L’Unità di sinistra ai liberali radicali ne ha dati invece «solo» 1.124, ai Verdi-FA 802, all’ex PPD 691 e all’MPS 636. Il Centro ha omaggiato in particolare il PLR (982), i socialisti-comunisti (857) e la destra (346). Un sostegno importante, da parte di leghisti e democentristi, è andato ai liberali (942), al Centro (501), all’Unità di sinistra (453) ed anche al Noce dell’ex collega Brenno Martignoni Polti (355). E gli altri? L’MPS ha optato in primis per l’Unità di sinistra, HelvEthica per Lega-UDC, Il Noce per il PLR, gli ecologisti per il PS e Avanti-Più Donne per i liberali radicali.

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