Politica

Ex funzionario, le raccomandazioni sono nelle mani del Parlamento

La Commissione gestione e finanze ha sottoscritto il rapporto nel quale sono contenute diverse proposte per migliorare la gestione del personale e quindi, in definitiva, per evitare il ripetersi di casi simili – Guerra: «Un esito positivo, con misure condivise da tutti»
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
05.09.2023 19:02

L’iter politico della triste vicenda riguardante l’ex funzionario del DSS condannato nell’aprile 2021 per violenza carnale e coazione si avvia verso la sua conclusione.

Questa mattina, la Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio ha sottoscritto all’unanimità il rapporto (redatto da sei relatori, rappresentanti dei principali partiti in Parlamento) stilato sulla base dell’audit esterno svolto dallo studio legale ginevrino Troillet-Meier-Raetzo. Un audit presentato lo scorso marzo a Palazzo delle Orsoline dal quale, ricordiamo, erano emersi sia «errori e carenze nella gestione del caso individuale» dell’ex funzionario, sia «problemi generali dell’amministrazione cantonale riguardo alla gestione del personale». L’avvocata Anne Meier, durante la presentazione del rapporto di 58 pagine, non aveva infatti esitato a evidenziare a più riprese le lacune e gli errori commessi a più livelli nell’amministrazione cantonale nel gestire la vicenda. Motivo per cui, in definitiva, il rapporto dello studio legale proponeva sei raccomandazioni precise all’indirizzo delle autorità cantonali. Tutto ciò per evitare il ripetersi di casi simili.

In aula tra due settimane

Concretamente, il rapporto della Gestione riprende quelle sei raccomandazioni, le fa sue, e le rivolge direttamente al Governo, il quale dovrà poi presentare le misure che andranno a metterle in pratica.

«Di questo tema – ricorda il presidente della Gestione Michele Guerra (Lega) – si parla ormai da tanti anni. E ora, dando seguito a quanto votato dal Gran Consiglio al momento dell’assegnazione dell’audit esterno, il rapporto è stato sottoscritto da tutti i gruppi presenti in Commissione». Il documento, aggiunge Guerra, «andrà quindi in Parlamento nella sessione di settembre per una votazione a carico delle sue raccomandazioni». Quali raccomandazioni? «Esse – taglia corto Guerra – sono già state sostanzialmente presentate dall’auditor in occasione della conferenza stampa dello scorso marzo. Noi le abbiamo riassunte all’interno del rapporto e le abbiamo fatte nostre». Ma non solo. Parallelamente alle sei raccomandazioni, «ci sono altre considerazioni della Commissione e altre raccomandazioni che abbiamo voluto aggiungere, ma che partono sempre e solo dall’analisi oggettiva condotta dallo studio ginevrino».

Le modifiche proposte

Le sei raccomandazioni, elencate dall’avvocata Anne Meier lo scorso marzo durante la presentazione del rapporto, sono le seguenti: il miglioramento della direttiva sulle molestie psicologiche e sessuali e sulle discriminazioni, includendovi anche le persone esterne all’amministrazione; il rafforzamento della credibilità del sistema di segnalazione (preferibilmente con la possibilità di rivolgersi a persone o enti esterni); corsi di formazione per i funzionari dirigenti (in particolare poiché il caso dell’ex funzionario ha dimostrato un’incomprensione del concetto di molestie sessuali anche da parte dei funzionari dirigenti e del loro obbligo di intervenire molto prima che si configurino reati penali); una maggior frequenza dei sondaggi sul clima di lavoro all’interno dell’amministrazione (oggi svolti ogni sette anni, l’audit raccomanda una periodicità di circa tre anni); una maggiore collaborazione tra le risorse umane e il personale dirigente; avviare nei prossimi 5 anni delle verifiche periodiche da parte del Controllo cantonale delle finanze sul rispetto delle raccomandazioni fatte nell’audit.

Le tempistiche

«Questa lunga vicenda trattata dalla politica – riprende il presidente della Gestione – giunge pertanto al termine in un modo positivo: con un rapporto commissionale sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari, ma soprattutto con raccomandazioni proattive e propositive all’indirizzo del Consiglio di Stato».

E ora, con quali tempistiche dobbiamo aspettarci l’entrata in vigore delle modifiche? «All’interno del nostro rapporto – chiosa infine Michele Guerra – diamo un termine d’ordine di sei mesi al Consiglio di Stato per presentarci tutta una serie di proposte e correttivi. In seguito, sarà nostra premura, come Commissione, valutare queste proposte del Governo e, se del caso, intervenire con atti parlamentari vincolanti».

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