Il caso

Fabri Fibra, «un paladino del sessismo, dell’omofobia e della violenza» a Lugano

Non si placano le polemiche sul concerto del 6 luglio in Piazza Luini e scatta l'interpellanza al Municipio: «È così che si prevengono violenza domestica, misoginia e omofobia?»
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Red. Online
23.06.2022 15:17

Non si placano le polemiche sul concerto di Fabri Fibra previsto il 6 luglio in Piazza Luini a Lugano. Dopo la richiesta di annullare l'evento da parte del collettivo femminista Io l'8 ogni giorno, arriva oggi un'interpellanza indirizzata al Municipio, firmata da Mattea David (PS), Sara Beretta Piccoli (Movimento Ticino e Lavoro), Raoul Ghisletta (PS), Deborah Meili (Verdi del Ticino), Marisa Mengotti (Verdi del Ticino) e Tamara Merlo (Più Donne). «Un paladino del sessismo, dell’omofobia e della violenza sul Palco di Piazza Luini? È con questo tipo di offerte ricreative che il Municipio previene la violenza domestica, la misoginia e l’omofobia a Lugano?», chiede il gruppo interpartitico all'Esecutivo di Lugano. Pubblichiamo di seguito il testo completo: 

«Nell’ambito del Long Lake Festival, in collaborazione con il LAC e con il sostegno di alcuni media locali, l’importante palco in Piazza Luini ospiterà uno dei rapper italiani che più incitano all’odio, che più promuove la misoginia e l’omofobia, che più banalizza e ironizza gravità della violenza di genere, dei femminicidi e delle violenze sessuali e sessiste, che più attacca la comunità LGBTQI+.

1. Sappiamo come la violenza di genere abbia raggiunto livelli gravissimi:

- in Ticino ci sono circa 3 interventi al giorno della polizia per violenza domestica;

- sono 1’477 le denunce in Svizzera (dato 2021) per violenza carnale e coazione sessuale

- il 22% delle donne sopra i 16 anni, in Svizzera, ha subito atti sessuali ed il 12% ha subito rapporti sessuali imposti e non consensuali.

Il Municipio di Lugano il 30 luglio 2021, rispondendo all’interrogazione 1216, indica che nel 2020 i casi di violenza domestica sono stati 128 a Lugano ed afferma quanto segue: “Il Municipio è consapevole dell'importanza sociale e individuale della violenza domestica e di quanto le restrizioni sanitarie imposte dalla pandemia abbiano potuto esacerbare situazioni originariamente conflittuali o disfunzionali all'interno delle famiglie. La Città si impegna dunque a mantenere il monitoraggio del fenomeno attraverso i servizi comunali e della socialità (Polizia comunale, SAS - Servizio d'accompagnamento sociale, Servizio di prossimità, Servizi extrascolastici e Scuole). Si segnala inoltre che nel Gruppo cantonale di accompagnamento permanente in materia di violenza domestica, la Città è rappresentata da un membro della Polizia comunale. Il Gruppo ha l'obiettivo di favorire e promuovere gli scambi tra i professionisti del settore, rafforzando la collaborazione e la cooperazione tra gli stessi nell'ambito della lotta alla violenza domestica. Il Gruppo è inoltre impegnato nell'allestimento del Piano d'azione cantonale, nella sensibilizzazione, nella prevenzione e nelle statistiche in materia di eventi di violenza domestica.” 

A fronte di questo impegno politico ora il Municipio vuol dare il palco in Piazza Luini ad un rapper italiano che nega questi problemi? Si noti che i promotori dell’evento e del Tour Caos Live 2022 (vedi biglietteria.ch) parlando di un disco del 2004 descrivono Fabri Fibra come rapper capace di “tradurre in arte e in rima la brutalità e la complessità della vita, intima e sociale, di un'intera generazione. Questa caratteristica lo accompagnerà per tutta la sua carriera ed è il motivo del suo costante successo”. Che sia arte è discutibile, quanto è ingiusta l’attribuzione di brutalità “ad un’intera generazione”.

2. Ripercorrendo la “carriera” del rapper, possiamo vedere come fra le prime canzoni già vi siano riferimenti alla violenza sulle donne, e di certo con il passare degli anni questi contenuti non sono andati scemando, ritrovando il loro posto in molti altri brani: uno dei quali, del 2013, ha procurato a Fabri Fibra una condanna con sentenza definitiva per diffamazione omofoba nei confronti del cantante Valerio Scanu. La sentenza del Tribunale di Milano in particolare ha dimostrato come lo squallido insulto volto a discriminare, l’incitamento all’odio e la promozione dell’omofobia (come della misoginia) non siano né arte, né musica. Va sottolineato che purtroppo il rapper in questione non si è mai assunto la responsabilità e le relative conseguenze delle sue parole, ma ha bensì continuato a sottolineare come tutti i suoi testi siano giustificati unicamente da una strategia commerciale, senza che vi sia alcuna finalità culturale, in particolare dietro alle sue invettive d'odio.

3. Preme sottolineare come il 9 febbraio 2020 il popolo svizzero si sia espresso in favore di un'estensione della norma penale antirazzista (Art. 261bis CP), emanata proprio per proteggere persone o gruppi di persone appartenenti a una determinate etnia o religione da atti di discriminazione razziale, di calunnia, di discredito o di istigazione all'odio nei loro confronti. Alcuni dei testi sotto riportati potrebbero oggi essere puniti.

Art. 261bis

Chiunque incita pubblicamente all’odio o alla discriminazione contro una persona o un gruppo di persone per la loro razza, etnia, religione o per il loro orientamento sessuale, chiunque propaga pubblicamente un’ideologia intesa a discreditare o calunniare sistematicamente tale persona o gruppo di persone, chiunque, nel medesimo intento, organizza o incoraggia azioni di pro­paganda o vi partecipa, chiunque, pubblicamente, mediante parole, scritti, immagini, gesti, vie di fatto o in modo comunque lesivo della dignità umana, discredita o discrimina una persona o un gruppo di persone per la loro razza, etnia, religione o per il loro orientamento sessuale o, per le medesime ragioni, disconosce, minimizza grossolanamente o cerca di giustificare il genocidio o altri crimini contro l’umanità, chiunque rifiuta ad una persona o a un gruppo di persone, per la loro razza, etnia, religione o per il loro orientamento sessuale, un servizio da lui offerto e destinato al pubblico, è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria.

4. Richiamiamo la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (CEDAW, 1979) delle Nazioni Unite, in vigore già dal 1997 in Svizzera, di cui riportiamo gli artt. 3 e 5:

Art. 3

Gli Stati parte prendono in ogni campo, ed in particolare nei campi politico, sociale, economico e culturale, ogni misura adeguata, incluse le disposizioni legislative, al fine di assicurare il pieno sviluppo ed il progresso delle donne, e garantire loro, su una base di piena parità con gli uomini, l’esercizio e il godimento dei diritti del­l’uomo e delle libertà fondamentali.

Art. 5

Gli Stati parte prendono ogni misura adeguata: a) al fine di modificare gli schemi e i modelli di comportamento socio-culturale degli uomini e delle donne e giungere ad una eliminazione dei pregiudizi e delle pratiche consuetudinarie o di altro genere, che siano basate sulla con­vinzione dell’inferiorità o della superiorità dell’uno o dell’altro sesso o sull’idea di ruoli stereotipati degli uomini e delle donne

5. Ricordiamo anche il punto 5 Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze dell’Agenda ONU 2030, alla quale la Città di Lugano e i suoi Dicasteri hanno aderito: link.

  (…) L’obiettivo 5 mira a ottenere la parità di opportunità tra donne e uomini nello sviluppo economico, l’eliminazione di tutte le forme di violenza nei confronti di donne e ragazze (compresa l’abolizione dei matrimoni forzati e precoci) e l’uguaglianza di diritti a tutti i livelli di partecipazione. (…)

6. Richiediamo infine l’applicazione della Convenzione di Istanbul, in vigore dal 1. aprile 2018, ed in particolare dell’art. 12, punti 1,4 e 5:

Art. 12 Obblighi generali

1 Le Parti adottano le misure necessarie per promuovere i cambiamenti nei comportamenti socioculturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull’idea dell’inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini.   

4 Le Parti adottano le misure necessarie per incoraggiare tutti i membri della società, e in particolar modo gli uomini e i ragazzi, a contribuire attivamente alla prevenzione di ogni forma di violenza che rientra nel campo di applicazione della presente Convenzione.

5 Le Parti vigilano affinché la cultura, gli usi e i costumi, la religione, la tradizione o il cosiddetto «onore» non possano essere in alcun modo utilizzati per giustificare nessuno degli atti di violenza che rientrano nel campo di applicazione della presente Convenzione.

Alcuni estratti da brani del rapper Fabri Fibra

Venerdì 17 (2004) inneggia al suicidio quale risposta al disagio individuale, ma anche ai femminicidi, e fa riferimento allo stupro e all'omicidio di una 12enne:

Non ce la faccio più, io questa sera m'ammazzo

Non vi sopporto più, solo a pensarvi mi incazzo

Per non vedervi più, visto che io sono un pazzo

Mi punto una pistola questa sera m'ammazzo

Parlando con la tua sorellina di dodici anni

Che è stata ritrovata il giorno dopo nello sgabuzzino

Senza vestiti con un taglio nell'intestino

E le budella nel cestino, la sborra sul cuscino

Il sangue sul lavandino e cola sul tappetino (…)

Giro in casa con in mano questo uncino

Ti ci strappo le ovaie e che cazzo me le cucino!

 

Gonfio così (2004) delinea chiaramente la visione misogina, sessista e squalificante delle donne come semplici oggetti sessuali, sulle quali continua a dirsi pronto a scatenare la sua frustrazione fino ad ammazzarle:

Non ho mai visto una ragazza così

con una faccia da porca così

avanti esci dal locale con me che non lo ho mai avuto gonfio così

Ho incontrato una mia amica in giro senza il suo ragazzo

che mi ha chiesto se andavo a fumare con lei nel suo palazzo

avevo in tasca una bustina di erba che ancora ringrazio

pensando con una canna di troppo questa la ammazzo

 

Non fare la puttana (2004) è sullo stesso miserevole livello.

Canti alle jam? Non fare la puttana!

Fuggi da me? Non fare la puttana!

Ancora mi cerchi? Non fare la puttana!

E tu speri ci sia? Non fare la puttana!

Di meglio non hai! Non fare la puttana!

Ma chi ti ascolta mai? Non fare la puttana!

Ti guardi alle spalle? Non fare la puttana!

Ti sparano alle palle? Non fare la puttana!

 

Su le mani (2006) è un’altra canzone abietta, misogina ed omofoba, che chiama

addirittura in causa il mostro pluriomicida di coppie di Firenze.

Ho 28 anni ragazze contattatemi scopatemi

e se resta un pò di tempo presentatevi

non conservatevi datela a tutti anche ai cani

se non me la dai io te la strappo come Pacciani

io fossi nato donna ascolterei madonna

vestirei senza mutande ovunque e sempre in minigonna

cosi non mi ci vedo e neanche tu scommetto

allora cosa cazzo guardi nei bagni dal tuo armadietto

il mio cazzo è in questione ne vuoi un’illustrazione

vorresti anche toccarlo brutto pezzo di un recchione

io sono un burattino che sta su senza fili

Controcultura (2010)

fossi una donna ero Patrizia

escort, davo il culo per un posto in tv o un pezzo di pizza

 

A me di te (2013) contiene uno dei peggiori eccessi di omofobia:

Vento in poppa, come un veliero

Vengo in bocca, come a (Valerio)

Che in verità è una donna

A me sta bene, il mondo è vario

Vladimiro era invertito,

un travestito al contrario

“Davvero?” Certo, l’ho visto a Porto Cervo

Esplodevo come a Chernobyl, dopo il suo concerto

Eravamo nel suo camerino a bere vino. Io l’ho spinto in bagno,

lui m’ha detto “In tutti i mari In tutti i laghi, non capisci, mi bagno”

Con una corda l’ho legato sul divano

Lui mi ha detto “Questa corda mi ricorda

Il mio compagno di scuola media

Si chiamava Massimo, chiavava al massimo

Una media alta, mi inculava come i Mass Media”

Gli ho risposto “Complimenti”

Gli ho abbassato i pantaloni

E sotto aveva un tanga e quattro assorbenti

Giù le mutande, liquido fuori da questo glande

Tira su tutto come le canne

Mi sono fatto Valeria Scanner

Come vedi, a me di te

Non me ne fre-fre-frega una se..

Ti finisco, finché sei sul mio disco

 

Stelle (2022)

Vorrei fare come al poligono e sparare a un politico Mhm, finirei al telegiornale, o almeno così dicono (dicono)

A fronte di tutti questi osceni sproloqui “Donne In Rete” l’associazione femminista contro la violenza ottenne l’annullamento della sua esibizione al concerto del 1. maggio di Roma (2013). Ecco alcuni estratti della lettera: “D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza – ritiene grave ed inopportuna la scelta di invitare al concerto del Primo Maggio, Fabri Fibra, il rapper italiano che divulga nei testi delle sue canzoni messaggi sessisti, misogini, omofobi, e canta l’apologia della violenza contro le donne. (…) Il linguaggio dei media e della rappresentazione del corpo delle donne nella pubblicità è un problema che ancora è lontano dall’essere risolto. Ci domandiamo allora, qual è la motivazione di questa scelta dei sindacati? È opportuno che si divulghino dei messaggi violenti in occasione del Concerto del Primo Maggio, a cui assisteranno molti giovani e molte giovani, e che ancora una volta, si faccia spettacolo con la violenza contro le donne? L’associazione D.i.Re   chiede ai sindacati di fare una scelta responsabile e di revocare l’invito al rapper italiano nel rispetto delle donne e di tutte le vittime di violenza omofoba e di femminicidio.”

Conclusione e domande

Deve interrogarci tutte e tutti il fatto che la Città di Lugano promuova l’esibizione di un rapper che non si è mai è scusato per aver diffuso numerosi testi misogini ed omofobi, come pure per aver diffuso frasi inneggianti alla violenza gratuita e bestiale. Perché non è certamente arte banalizzare e legittimare la concezione delle donne come oggetto sessuale, così come non è arte incitare all'odio, alla violenza e ai femminicidi.  

Alla luce di quanto sopra, le sottoscritte consigliere comunali e i sottoscritti consiglieri comunali chiedono al lodevole Municipio:

1.      A quanto ammonta il finanziamento (anche sotto forma di prestazioni in natura) da parte della Città di Lugano per l’evento?

2.      Trova conforme con l’impegno preso nella risposta all’interrogazione 1216 e con il punto 5 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (alla quale la Città di Lugano e i suoi Dicasteri hanno aderito) promuovere l’esibizione di un rapper condannato da più parti per i suoi testi che istigano alla violenza, alla misoginia e all’omofobia, e che non si è mai scusato per questo?

3.      Trova opportuna l’esibizione di questo rapper ventiquattro ore dopo la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, teatro di violenza contro la popolazione civile e contro le donne?

4.      Ha considerato la possibilità di annullare questo evento per le ragioni politiche-etiche sopra evidenziate, ma anche per evitare turbative all’ordine pubblico?

5.      Ha in programma di sostenere altri eventi con personaggi, che banalizzano e promuovono la violenza, l’omofobia e la discriminazione di genere?

6.      La Città di Lugano ha sostenuto economicamente le Case per le donne in Ticino oppure intende sostenerle in futuro? Se sì, in quale misura?»

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