Giudiziaria

«Fatico a credere che emergeranno elementi nuovi e stravolgenti»

Il sindaco (sospeso) di Bioggio Eolo Alberti ha prodotto nuovi documenti nel caso penale che lo riguarda: dimostrerebbero che tutti gli azionisti di Hospita sapevano dell'uso del denaro – La replica del legale del socio di minoranza: «Tutto quanto emerso finora dimostra la tesi accusatoria»
Le presunte malversazioni sono legate alla società medicale. ©CdT/Gabriele Putzu
Federico Storni
29.01.2025 14:51

«Faccio fatica a credere che questi documenti contengano elementi nuovi e stravolgenti, anche perché tutto quanto è emerso finora nel corso dell’inchiesta conferma la tesi accusatoria». Può riassumersi così la prima reazione dell'avvocato Nicola Fornara, legale del dottor Claudio Camponovo, ai recenti sviluppi nel caso penale che riguarda il sindaco (sospeso) di Bioggio Eolo Alberti. Caso che vede Camponovo quale accusatore privato. Al momento dei fatti entrambi erano soci, rispettivamente di maggioranza e minoranza, della Hospita SA, società pure al centro delle indagini. Società dalla quale, questa la tesi accusatoria - l'inchiesta è coordinata dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli - Alberti avrebbe prelevato senza averne facoltà ingenti somme per scopi personali e per finanziare un progetto immobiliare a Bioggio. Accuse che il sindaco leghista - che ha passato un mese e mezzo in carcerazione preventiva ed è tornato in libertà lo scorso settembre - respinge, sostenendo fra l'altro che gli azionisti di Hospita, dunque anche Camponovo, sapessero e condividessero l'uso che egli avrebbe fatto del denaro.

I nuovi documenti presentati da Alberti, di cui ha dato notizia LaRegione nell'edizione odierna, andrebbero proprio in questa direzione. Si tratterebbe di contratti e di verbali delle assemblee societarie da cui emergerebbe appunto tale condivisione di scopi. Alberti è difeso dall'avvocato Pierluigi Pasi.

Perché produrli solo ora?

L'avvocato Fornara, da noi contattato, ha appreso dall’articolo del quotidiano bellinzonese dell’esistenza di questi documenti. «Sono curioso, andrò certamente a vederli. Ma faccio fatica a credere che contengano elementi nuovi e stravolgenti, anche perché tutto quanto è emerso finora nel corso dell’inchiesta conferma la tesi accusatoria.»

Fornara ricorda a tal proposito ad esempio le decisioni di prolungare la carcerazione preventiva di Alberti, «decisioni che non sarebbero state prese se non vi fossero gravi indizi di reato». Il legale esprime inoltre sorpresa per le tempistiche con cui i nuovi documenti sono stati prodotti: «Sono asseritamente importanti ma vengono a galla dopo sei mesi e senza che la Polizia li abbia trovati nel perquisire la casa di Alberti, gli uffici della Hospita e la fiduciaria a cui la Hospita si appoggiava. Le pare che chi ha documenti del genere e si trova in carcere non li produce quanto prima?»

Conclude l’avvocato: «Ora la procuratrice valuterà questa istanza, e lo stesso faremo noi. Ma la posizione del mio cliente, ripetuta più volte in modo chiaro in diversi interrogatori con la procuratrice pubblica Chiara Borelli, non cambia». In questa vicenda, infatti, il dottor Camponovo si considera parte lesa.

C'è ancora tempo

A livello procedurale, è un diritto delle parti produrre documentazione a supporto delle tesi dei propri assistiti. Poi starà a chi sostiene l'accusa - in questo caso la procuratrice Borelli - valutarli e decidere che peso darvi. Il rinvio a giudizio, cioè la chiusura dell'indagini e il trasferimento dell'incarto al Tribunale penale cantonale per il processo, a oggi non è ancora avvenuto, dunque nel caso in cui i documenti prodotti dalla difesa siano effettivamente convincenti, essi possono in linea teorica ancora far cambiare idea alla procuratrice.

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