Politica

Fermo sì alla tassa di collegamento, «così si calpesta la volontà popolare»

Il Consiglio di Stato prende posizione sull’iniziativa (sulla quale andremo a votare) che mira ad abrogare il «balzello» sui posteggi e ribadisce senza mezzi termini il proprio sostegno alla misura – «È un catalizzatore del cambiamento, per favorire la mobilità sostenibile»
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
17.11.2023 06:00

«Il Consiglio di Stato sostiene fermamente l’applicazione della tassa di collegamento, già approvata dal popolo e riconfermata dal Parlamento» e «è dell’avviso che con questa nuova iniziativa si calpesti la volontà popolare e si voglia abrogare una legge non ancora entrata in vigore e per la quale è oltretutto previsto un periodo di prova di 3 anni».

Non usa mezzi termini, il Governo, nel prendere posizione tramite un messaggio sull’iniziativa popolare promossa da un comitato interpartitico (nel quale sono presenti rappresentati di UDC-Centro-PLR) che propone di abolire la tassa di collegamento. Un’iniziativa che, ricordiamo, ha raccolto a cavallo tra il 2022 e il 2023 poco più di 16 mila firme.

Insomma, l’annoso dossier della tassa di collegamento, in attesa del (secondo) voto popolare, si è arricchito di un ulteriore capitolo.

Le motivazioni

Il Governo, ovviamente, oltre a ribadire nero su bianco il suo fermo sostegno alla misura, va a motivare nel dettaglio la sua posizione contraria all’iniziativa.

La premessa dell’Esecutivo riguarda il fatto che «in Ticino la domanda di mobilità è fortemente aumentata e da diversi anni le vie di comunicazione sono al limite della capacità, in particolare nelle ore di punta del mattino e della sera». Una situazione che, a mente del Governo, si ripercuote sulla qualità di vita dei residenti e anche sull’economia. Per «far fronte a questa situazione», viene ricordato nel messaggio, il Dipartimento del territorio ha messo in atto «da diversi anni una politica della mobilità volta in particolare ad arginare l’aumento del traffico veicolare». E «con queste misure la crescita del traffico veicolare è stata arginata indirizzando la nuova domanda di mobilità in particolare sul trasporto pubblico». Non a caso, fa notare l’Esecutivo, «rispetto al 2010 l’utenza del trasporto pubblico sui treni è aumentata del 90%, quella sugli autobus del 36%».

E in questo contesto, «la tassa di collegamento si inserisce nella politica del DT, contribuendo al conseguimento dei suoi obiettivi, in particolare attraverso l’orientamento della domanda di mobilità (obiettivo primario della tassa) a favore dell’uso del trasporto pubblico, della mobilità lenta o più in generale di forme di spostamento alternative all’automobile ad uso singolo». Detto altrimenti: il Governo continua a credere nell’efficacia di questa misura per riorientare il traffico verso una mobilità più sostenibile.

Il Consiglio di Stato ricorda poi anche il «secondo obiettivo della tassa di collegamento», ossia quello di contribuire al finanziamento dell’offerta di trasporto pubblico. «Come già noto, la tassa di collegamento garantirà entrate per circa 20 milioni di franchi annui, vincolati alla copertura dei costi di gestione dell’offerta di trasporto pubblico». E, precisa il Governo, «una buona parte di queste entrate sarà a carico dei lavoratori frontalieri (nel caso in cui la tassa venga riversata sull’utente finale), che contribuiranno così al finanziamento del trasporto pubblico ticinese, altrimenti interamente a carico dei contribuenti ticinesi».

L’Esecutivo ricorda poi le misure messe in campo dal DT, come il potenziamento del trasporto pubblico a seguito della messa in esercizio della galleria di base del Monte Ceneri, gli investimenti a favore della mobilità ciclabile, della mobilità aziendale e del ‘car pooling’.

Concludendo, dunque, il Consiglio di Stato rileva che «le condizioni quadro createsi grazie al potenziamento del trasporto pubblico, delle infrastrutture per la mobilità lenta e delle misure di mobilità aziendale incentivano popolazione e frontalieri a scegliere forme di mobilità diverse dall’automobile ad uso singolo». E in questo contesto «la tassa di collegamento persegue lo stesso obiettivo, disincentivando l’uso dell’auto attraverso eliminazione e tariffazione dei posteggi».

Da una parte, dunque, «la tassa di collegamento ha un ruolo di catalizzatore del cambiamento» e, dall’altra parte, «le condizioni quadro favorevoli costruite negli ultimi anni e su cui il DT continua a lavorare catalizzeranno gli effetti della tassa». Essa, in sintesi, «costituisce dunque l’anello mancante del sistema di mobilità che porrà le basi per una decisa riduzione dell’uso dell’automobile negli spostamenti quotidiani». Motivo per cui, in conclusione, il Governo ribadisce di sostenere fermamente l’applicazione della tassa di collegamento», lanciando infine una frecciatina ai promotori dell’iniziativa: «Lo scrivente Consiglio è dell’avviso che con questa nuova iniziativa si calpesti la volontà popolare e si voglia abrogare una legge non ancora entrata in vigore e per la quale è oltretutto previsto un periodo di prova di 3 anni».