Giuseppe Rossi: «Sì, Domenico Ruberto lascerà lo Splendide»

L'indiscrezione, nell'ambiente, circolava da tempo. Gault Millau, sul suo sito, in queste ore l'ha messa nera su bianco: Domenico Ruberto lascerà lo Splendide. Parliamo dell'executive chef alla guida dei due ristoranti dell'hotel luganese, fra cui I Due Sud, vero e proprio fiore all'occhiello che, nel 2021, aveva conquistato la Stella Michelin. La fine di un'epoca, verrebbe da dire, considerando che Ruberto aveva iniziato la sua carriera proprio allo Splendide, diciotto anni fa. Rimanendo, sempre, fedele a Lugano.
«Sì, Domenico ha deciso di provare una nuova esperienza» spiega il direttore dello Splendide Giuseppe Rossi, da noi contattato. «Noi, come albergo, stiamo facendo le valutazioni del caso per sostituirlo e, soprattutto, per mantenere lo stesso livello in termini di servizio e ristorazione». L'addio è stato concordato per dicembre. «Ma siamo e rimarremo in ottimi rapporti» puntualizza il nostro interlocutore. «Non si tratta di un addio dall'oggi al domani. Ne abbiamo discusso, dopo diciotto anni con noi ha optato per una nuova sfida. Ci sta. Siamo felici di avergli dato, per tutto questo tempo, gli strumenti necessari per poter lavorare bene. E crescere. Con l'anno nuovo, avvieremo un nuovo percorso. Sempre, però, mantenendo il livello cui è abituata la nostra clientela».
Ecco, il livello. La sfida nella sfida, pensando al ristorante I Due Sud, sarà trovare un vero e proprio alter ego di Ruberto. Ovvero, un artista della cucina meridionale. E questo perché, alla base del ristorante, c'è l'idea di un incontro fra due tipi di Sud: quello italiano, o mediterraneo appunto, e quello elvetico rappresentato dal Ticino. «L'orientamento rimarrà, certo. Cercheremo una figura del Sud, anche perché quello avviato con I Due Sud è un progetto di successo. Se, poi, il ristorante andrà avanti con il medesimo nome o se lo cambieremo è tutto da vedere. Dipenderà anche dallo chef che assumeremo. Ma il concetto di fondo, garantisco, rimarrà». Lo Splendide, al riguardo, si sta già muovendo e sta già valutando possibili sostituti.
Altro giro, altra domanda delicata: che ne sarà della stella Michelin? A portarla, allo Splendide, era stato Ruberto. Perderla, eventualmente, che cosa significherebbe per l'albergo luganese? «La stella è un obiettivo costruito negli anni, strada facendo. All'inizio, l'obiettivo concreto era semplicemente proporre della buona cucina. Non soltanto alla nostra clientela, cioè a chi soggiorna in hotel, ma anche ai luganesi e ai ticinesi. Era uno dei miei cavalli di battaglia quando assunsi il ruolo di direttore, nel 2008: aprire le porte dello Splendide a tutti. Piano piano, con il passare del tempo, abbiamo sviluppato questo ristorante boutique, come lo definisco io, grazie al fatto che Domenico, nel frattempo, era cresciuto. Proprio perché gli avevamo dato gli strumenti necessari, consentendogli di formarsi sia a scuola sia nelle migliori cucine per fare esperienza. Lui, di suo, ha messo il talento. E la stella è stata una piacevole conseguenza». Come albergo, ha proseguito Rossi, «vogliamo proseguire su questa linea». E quindi, fare di tutto per mantenere la certificazione Michelin. «Abbiamo sei mesi di tempo circa per avviare il nuovo concetto». E, aggiungiamo noi, incuriosire i clienti.
«Dopo diciotto anni, ripeto, è normale che Domenico voglia provare qualcosa di diverso. Rimettendosi in gioco. Lo faremo anche noi, ma non ripartiremo da zero come fece lo Splendide nel 2008». Non si sa, al momento, dove riaccenderà i fornelli Ruberto. «Un giorno, però, magari tornerà da noi. A 37 anni, ora, è giusto che provi a seguire un'altra strada. Da parte nostra, siamo sereni».