Governance, ci risiamo: bagarre sul CdA delle AIL

(Aggiornato alle 15.54) Quello della governance delle società partecipate della Città di Lugano è uno di quei dossier che attenda una soluzione da almeno 15 anni, ossia da quando gli allora consiglieri comunali del PLR Roberto Badaracco, Michele Bertini, Giordano Macchi e Giovanna Viscardi avevano inoltrato una mozione per un nuovo regolamento. Un passo concreto verso il cambiamento lo aveva fatto Lugano con il nuovo regolamento sulla gestione delle società partecipate – AIL, AIL Servizi, Avilù, Casinò Lugano, Società Funicolare Cassarate-Monte Brè, TPL e Verzasca –; poco prima delle elezioni, la Commissione speciale (ci torneremo) aveva sottoscritto e depositato il rapporto del relatore Fulvio Pelli (PLR) e quindi il tema era pronto per il Legislativo, ma nonostante la firma sul rapporto, con l’inizio della nuova legislatura la Commissione speciale è stata ricostituita e il dossier riaperto. Ma per ora, nulla si è mosso e a spiccare, ne avevamo riferito lo scorso giugno, è la criticità espressa da Lega e Centro sull’incompatibilità tra consigliere comunale e membro del CdA.
Una lettera indigesta
Dopo diversi mesi, il tema è tornato di attualità con l’imminente votazione dei nuovi membri del Consiglio di amministrazione delle AIL. Azienda che, lo ricordiamo, negli scorsi mesi ha visto la partenza del CEO Andrea Prati, sostituito da Angelo Bernasconi. In un’interpellanza del primo firmatario Giovanni Albertini, i consiglieri comunali di Avanti con Ticino&Lavoro chiedono «trasparenza, indipendenza dei controlli e correttezza delle procedure». Al gruppo non è in particolare andata giù una lettera inviata da AIL ai capigruppo e al Municipio, in cui si chiede esplicitamente di «conservare quanto più possibile la composizione attuale del Consiglio». In particolare, si legge nell’atto politico, AIL scrive: «Con la presente siamo quindi a chiedere di voler conservare – per quanto non si rendano necessarie misure paragonabili alla revoca dei membri – quanto più possibile la composizione di questo Consiglio. Ciò favorirebbe la continuità non solo nella governance, ma anche nella conoscenza di una Società complessa sia in termini di business, sia di organizzazione». Secondo Avanti con Ticino&Lavoro «è grave» che «un CdA di una società partecipata si permetta di indicare al proprio proprietario politico come deve comportarsi, invertendo di fatto i ruoli tra controllore e controllato».
Trasparenza e limiti di età
Di qui le ben diciannove domande all’Esecutivo. Tra queste: «Come valuta il Municipio la richiesta di AIL di mantenere l’attuale composizione del CdA? Intende garantire che la scelta dei nuovi membri sia libera da condizionamenti?»; «Quali criteri intende seguire per proporre o sostenere le candidature al nuovo CdA? Sono previsti criteri oggettivi di competenza, esperienza e indipendenza?». Inoltre, Albertini e cofirmatari vogliono sapere se l’Esecutivo «intende invitare formalmente il Consiglio comunale ad anticipare una modifica sostanziale del Regolamento comunale, raccomandando di non eleggere membri del Legislativo all’interno del CdA di AIL?». Infine, il gruppo rileva che il rappresentante del Municipio, Filippo Lombardi, compirà 70 anni nel maggio 2026. «In base allo statuto delle AIL, il raggiungimento di questa età implica la decadenza automatica dal mandato»: «Non è dunque un problema proporre un candidato che sarebbe destinato a lasciare a breve?».
Lo «scossone» nel 2021
L’ultima bagarre politica sulle nomine nel CdA delle AIL era andata in scena nel luglio del 2021. L’UDC aveva proposto un proprio rappresentante, che era però rimasto escluso, così come l’ecologista Nicola Schoenenberger, eletto in “quota Lega”. Ma il movimento aveva presentato due candidati, entrambi eletti. Lì si consumò uno strappo rossoverde, con gli esponenti ecologisti che votarono scheda bianca per protesta contro il mancato sostegno al loro uscente.