Lugano

Cencelli, politica e poltrone: è (quasi) tutto da rifare

Il rapporto sul regolamento delle società partecipate, firmato prima delle elezioni, torna in Commissione e verrà probabilmente ridiscusso – Lega e Centro critici sull’incompatibilità tra consigliere comunale e membro del CdA
© CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
26.06.2024 06:00

C’è un volume, nella grande libreria della politica ticinese, che a parole tutti vorrebbero gettare dalla finestra. Poi, però, quando di tratta di tirarlo giù dallo scaffale, ecco che ci si guarda in cagnesco, in attesa di chi vorrà fare la prima mossa. Il risultato è che da anni il «Manuale Cencelli», metaforico tomo che altro non è se non la ripartizione partitica delle cariche, rimane al suo posto. Perlomeno fino alla prossima polemica, vuoi sulla nomina dei procuratori vuoi su quella dei consigli di amministrazione delle società legate agli enti pubblici. Un passo concreto verso il cambiamento lo aveva fatto Lugano con il nuovo regolamento sulla gestione delle società partecipate – AIL, AIL Servizi, Avilù, Casinò Lugano, Società Funicolare Cassarate-Monte Brè, TPL e Verzasca –, che introdurrebbe nuovi criteri per le nomine, tra cui l’incompatibilità della carica di consigliere comunale con quella di membro di un CdA. Dopo un’attesa di 12 anni, sembrava tutto fatto affinché se ne potesse discutere in Consiglio comunale, perché no, proprio nella seduta di lunedì scorso, incentrata proprio sul rinnovo dei vertici di due partecipate (AIL e TPL). Poco prima delle elezioni, la Commissione speciale (ci torneremo) aveva sottoscritto e depositato il rapporto del relatore Fulvio Pelli (PLR) e quindi il tema era pronto per il Legislativo. Così non è stato, e con ogni probabilità bisognerà pazientare ancora diversi mesi.

Sarà un dibattito animato

Nonostante la firma sul rapporto, con l’inizio della nuova legislatura la Commissione speciale è stata ricostituita. «È la prassi: i vecchi rapporti vanno sottoposti alla nuova commissione» spiega la presidente del Legislativo Benedetta Bianchetti (Il Centro). «Quella speciale sulla governance verrà costituita dopo le vacanze e il rapporto potrà essere confermato oppure ridiscusso». Stando a quanto abbiamo potuto appurare, si andrà verosimilmente nella seconda direzione: Lega e Centro infatti non vedono di buon occhio la questione dell’incompatibilità.

Passasse il regolamento tout court, sei consiglieri comunali del movimento di via Monte Boglia e due del Centro dovrebbero lasciare il loro posto di amministratori in AIL, AIL Servizi e TPL (il PLR non ha consiglieri comunali nei CdA ad eccezione di Valentino Benicchio in AIL Servizi, mentre il PS, per scelta, non designa più membri del Legislativo nelle partecipate). «Non vedo perché un consigliere comunale non possa esser nominato in una delle partecipate: è fattibile e porterò avanti questa idea», afferma a titolo personale Maruska Ortelli (Lega), nominata dal suo gruppo nella Commissione speciale al posto di Marco Bortolin. E il Centro, che pure aveva espresso perplessità? «Certamente torneremo sulla questione. La nostra posizione è sempre stata coerente. A livello locale non ci sembra corretto penalizzare la funzione di consigliere comunale, che fondamentalmente non è retribuita ma sempre più importante. Se dei consiglieri comunali venissero proposti per le partecipate per le loro competenze, non vorrei che li perdessimo come membri del Legislativo. Sarebbe un peccato», risponde Paolo Beltraminelli.

Insomma, da un rapporto firmato e pronto per il Consiglio comunale si ritornerà verosimilmente in commissione. Alla ricerca, forse, di nuove maggioranze. «È inusuale. La commissione precedente ha analizzato il messaggio municipale articolo per articolo, affrontando questioni di carattere sia tecnico che politico e arrivando a un risultato maturo per essere discusso in Consiglio comunale», afferma Luca Cattaneo (PLR), tra i consiglieri comunali che nella scorsa legislatura hanno lavorato con il collega Pelli per allestire il rapporto. «Una discussione benvenuta, visto che il documento è una prima a livello ticinese». Ma i tempi non sembrano maturi.

Se ne parla da oltre dieci anni

La proposta di una nuova governance risale ormai al 2012: Roberto Badaracco, Michele Bertini, Giordano Macchi e Giovanna Viscardi avevano inoltrato una mozione per un nuovo regolamento delle società detenute da Palazzo civico. Tra le richieste, anche garantire un equilibrio tra politici e tecnici. La proposta era stata accolta nel 2018 e il Municipio aveva impiegato i successivi cinque anni per allestire un regolamento, che era poi finito sul tavolo della Commissione speciale. Questa, lo scorso aprile, aveva allestito un rapporto condiviso (seppure con diverse firme con riserva da parte di Centro, Lega e UDC), facendo propria la proposta del Municipio di rendere incompatibile la carica di consigliere comunale con quella di membro del CdA (ciò non vale per i municipali) e bocciando quella di imporre un limite di 70 anni. E il Manuale Cencelli? È presto per dire se Lugano è pronta a salutarlo. Nel regolamento non si parla di una chiave di ripartizione politica, ma la prassi finora è stata proprio questa: un posto al candidato sostenuto dal partito X, un posto a quello del partito Y e via dicendo, calibrando le assegnazioni in base ai risultati delle ultime elezioni comunali. Un modo di procedere che proprio lunedì il capogruppo dei Verdi Danilo Baratti, prendendo la parola in occasione del rinnovo dei CdA di AIL, TPL e LIS, ha criticato: «I nomi sono stati proposti per rispecchiare al ripartizione politica e non dovrebbe essere così». Ebbene, almeno sulla carta, l’intenzione è quella di puntare sulle competenze (i requisiti sono: conoscenza nel settore specifico di attività delle partecipate e in ambito aziendale, finanziario e giuridico; disponibilità di tempo; flessibilità e propensione ai rapporti sociali; assenza di conflitti d’interesse; rappresentanza equilibrata dei generi). Ma ci vorrà ancora qualche mese par scoprire dove verrà riposto il Manuale Cencelli.

La governance delle partecipate è anche una questione di soldi, in particolare di gettoni e compensi. Tema delicato. Due anni fa, sia il Municipio sia aziende come il Casinò (le cui indennità, visto anche il giro d’affari e le caratteristiche del mercato in cui opera, vanno da 60 mila a più di 100 mila franchi annui) e le AIL (i cui amministratori ricevono tra i 20 e i 30 mila franchi l’anno) avevano respinto la nostra richiesta di conoscere le cifre incassate dai rappresentanti della Città. Soldi moralmente pubblici, o anche pubblici, ma giuridicamente privati. Col nuovo regolamento la situazione non cambierebbe: le remunerazioni resterebbero segrete, con l’unico obbligo, per i dipendenti comunali, di devolverle alla Città.
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