I dollari falsi e quel dubbio che vale quattro condanne
Tutti colpevoli. È questo il verdetto a cui è giunta la Corte del Tribunale Penale Federale presieduta da Fiorenza Bergomi in merito alla vicenda che ruota attorno al ritrovamento a fine 2019, in una cantina di Mendrisio, di una borsa contenente centinaia di banconote da 100 dollari false.
Le quattro persone coinvolte nel tentativo di cambiarli in franchi svizzeri in una banca chiassese il 2 dicembre 2019 sono state tutte condannate. «Alla luce delle domande fatte almeno in 10 occasioni sul denaro, del luogo di ritrovamento, delle verifiche effettuate con ricerche in internet e controlli al tatto e olfattivi - «mi hanno detto che le banconote da 100 dollari hanno un odore strano» aveva spiegato durante il processo uno degli imputati - e del compenso chiesto per portare a termine l’operazione, tutti avevano il dubbio che il denaro non fosse vero e si sono presi il rischio di andare in banca a cambiarlo», ha motivato Bergomi.
La coppia
L’atto d’accusa preparato dal procuratore federale Sergio Mastroianni è stato sostanzialmente confermato.
Il 37.enne ticinese che ha trovato il denaro nella cantina di uno stabile a Mendrisio (dove viveva un suo amico) è stato condannato a una pena detentiva di 12 mesi dedotto il carcere preventivo sofferto per ripetuta messa in circolazione di monete false (e complicità in messa in circolazione di monete false), acquisto e deposito di monete false, truffa, tentata truffa e complicità in tentata truffa, e infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale. Lui è l’unico del quartetto finito alla sbarra a non aver partecipato alla spedizione a Chiasso del 2 dicembre con l’obiettivo di cambiare 17.000 dollari. Aveva però già cambiato (o tentato di farlo) banconote false trovate in quella borsa in altre occasioni (6 in totale).
La sua compagna, una 52.enne del Mendrisiotto, è stata condannata a una pena pecuniaria di 180 aliquote giornaliere da 30 franchi cadauna, dedotto il carcere preventivo sofferto, per messa in circolazione di monete false, deposito di monete false e tentata truffa. Per i due, i rispettivi avvocati Marie Zveiger e Sandra Xavier avevano chiesto pene pecuniarie.
Madre e figlio
I due cittadini lettoni, madre e figlio, che avevano sostenuto di non sapere della matura illecita delle banconote visto che un precedente tentativo di cambio era riuscito, sono stati condannati a loro volta. Come scritto, per la Corte non potevano non avere il sospetto che i soldi fossero falsi. Il 31.enne è stato condannato a una pena pecuniaria di 130 aliquote giornaliere da 30 franchi, dedotto il carcere preventivo sofferto, per messa in circolazione di monete false e tentata truffa. Una pena pecuniaria è stata inflitta anche alla donna 53.enne: 120 aliquote da 30 franchi per messa in circolazione di monete false e tentata truffa.
In aereo dall’estero
Rispetto all’atto d’accusa i due familiari - giunti in Ticino dall’estero in aereo appositamente per effettuare l’operazione di cambio - sono stati prosciolti dal reato di deposito di monete false. «Non ogni possesso coincide con un deposito - ha precisato Bergomi -. Il deposito presuppone altresì un certo potere di disporre di moneta falsa». Per madre e figlio i rispettivi avvocati Patrizia Vitulano e Walter Zandrini avevano chiesto il proscioglimento da tutti i capi d’accusa.
Tutte le condanne sono state sospese condizionalmente per un periodo di prova di 2 anni. I due cittadini lettoni sono anche stati espulsi dalla Svizzera per 5 anni.
I patrocinatori degli imputati - oggi alla lettura della sentenza i due lettoni non erano presenti - hanno già comunicato la loro rinuncia a ricorrere in Appello (ad eccezione di Vitulano che ha chiesto qualche giorno per pensarci).