Cantone

Il 2025 della politica ticinese

Proviamo a evidenziare i dossier «scottanti» che animeranno il dibattito nel corso dei prossimi mesi: dal tema «sempreverde» del preventivo all’iniziativa popolare per diminuire il numero dei dipendenti pubblici, fino all’introduzione di una soglia di sbarramento del 4% per entrare in Gran Consiglio
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
07.01.2025 06:00

La politica è spesso imprevedibile. È dunque difficile, se non impossibile, dire con certezza oggi quali saranno i «temi caldi» della politica cantonale per il 2025. Ad ogni modo, qualche punto fermo c’è. O meglio: qualche dossier che sicuramente creerà dibattito nel corso dei prossimi mesi possiamo già intravvederlo. Alcuni sono praticamente una certezza, altri tutti in divenire.

Partiamo da una (quasi) certezza. Anche quest’anno, come avvenuto nel 2024 e nel 2025, il preventivo del Cantone è destinato a far discutere. Già, le lunghissime discussioni sul documento contabile (e politico) dello Stato non si sono certo esaurite con l’estenuante esercizio del dicembre scorso. Sono le cifre a dirlo. A Piano finanziario, per il 2026 sono infatti preventivati circa 100 milioni di franchi di deficit (incluse due quote dalla BNS). E dunque, come ha già scritto nero su bianco il Governo nel preventivo approvato il mese scorso, «i dati evidenziano la necessità di ulteriori sforzi di riequilibrio nell’ambito dell’allestimento dei prossimi preventivi». Ossia, saranno necessarie altre misure di risparmio. E con esse arriveranno altre battaglie politiche.

Una questione di firme

Passiamo ad altre due (quasi) certezze. Entrambe riguardano delle raccolte firme in corso. E la prima, come la seconda, sono destinate ad animare il dibattito.

Proprio domani, l’8 gennaio, il comitato «Stop all’aumento dei dipendenti cantonali», composto da membri di UDC, PLR e Centro (così come da AITI e Camera di commercio), consegnerà le firme alla Cancelleria dello Stato. Il testo dell’iniziativa, ricordiamo, in estrema sintesi mira a una diminuzione del 10% dei dipendenti pubblici in cinque anni (circa 580 impieghi), limitandone poi la crescita in base all’evoluzione della popolazione. Un testo che, è pressoché inutile dirlo, è destinato ad accendere gli animi.

La seconda raccolta firme in corso è promossa dal fronte opposto, quello progressista, ed è legata a una delle misure di risparmio contenute nel preventivo approvato in dicembre. Il comitato «Stop ai tagli», con in testa il PS, ha infatti lanciato un referendum per cancellare la misura di risparmio (per circa 10 milioni di franchi) sui sussidi di cassa malati.

A questo punto vale quindi la pena ricordare che altre due raccolte firme, in questo caso già concluse, riguardano anch’esse l’annoso tema dei premi di cassa malati. Da una parte, sempre il PS, già nel 2023 ha consegnato 9.695 sottoscrizioni per chiedere che i premi non superino il 10% del reddito disponibile (ossia la medesima iniziativa che abbiamo già votato sul piano federale, bocciata dal popolo, ma approvata in Ticino). Dall’altra parte, sempre nel 2023, la Lega dei ticinesi ha consegnato 11.597 firme per rendere i premi di cassa malati integralmente deducibili nella dichiarazione delle imposte (oggi una persona single può dedurre al massimo 5.200 franchi all’anno, mentre una famiglia 10.500). Entrambe le iniziative hanno centrato l’obiettivo delle 7 mila firme necessarie per mandare il popolo al voto, ma sono ancora ferme in Commissione. Tuttavia, non è escluso che nel corso del 2025 possano subire un’accelerata.

Un tema delicato

Veniamo ora a un tema di carattere prettamente istituzionale. Che però potrebbe scaldare gli animi parecchio in vista delle prossime elezioni cantonali. A breve, in questi mesi, la Commissione Costituzione e leggi inizierà a trattare l’iniziativa parlamentare (firmata da un gruppo di deputati del PLR) che chiede di introdurre una soglia di sbarramento del 4% per poter accedere al Legislativo. Un cambiamento che, stando così le cose, potrebbe costare la rielezione a diversi «partitini» nel 2027. Non a caso la politica sembra già spaccata sul tema: una parte (con il PLR in testa) sostiene la necessità di questo strumento per evitare la troppa frammentazione in Parlamento, l’altra parte (con Verdi e PS in testa) ritiene la proposta anti-democratica. Il tutto senza tralasciare il ruolo dei «partitini» stessi, che sicuramente – e per ovvi motivi – daranno battaglia su questo fronte. E senza dimenticare che in ogni caso, siccome l’iniziativa propone di modificare la Costituzione cantonale, prima di procedere si dovrebbe passare dal voto popolare. Tutto ciò mentre dal Governo potrebbe arrivare una presa di posizione sull’introduzione del sistema maggioritario, visti i numeri atti parlamentari pendenti sul tema. Non a caso, recentemente, lo stesso Esecutivo in un comunicato stampa ha fatto sapere che «si determinerà prossimamente in merito all’ipotesi di una riforma delle modalità di elezione di Governo e Parlamento tenendo conto che anche in questo ambito sono pendenti alcuni atti parlamentari». Insomma, su questo fronte è probabile che ne vedremo delle belle.

Il tema più «ovvio»

Va poi citato, quasi come un’ovvietà, il tanto discusso tema della Giustizia ticinese. Da una parte perché prosegue, dopo il secco no popolare all’acquisto dello stabile EFG, la ricerca di nuovi spazi per il terzo potere dello Stato. Su questo fronte tra pochi giorni verranno aperte le proposte d’offerta giunte alla Sezione della logistica dopo la grida pubblica lanciata dal Governo per individuare la futura ubicazione delle differenti autorità giudiziarie. Poi, lo stesso Esecutivo nel corso del 2025 dovrebbe dare un primo riscontro sulla futura scelta. Ma il tema «Giustizia» è destinato a far parlare di sé soprattutto per via del cosiddetto «caos» in seno al Tribunale penale. Sulla destituzione dei due giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti dovrà ora esprimersi la Commissione di ricorso sulla Magistratura. Senza dimenticare che – come aveva ricordato l’organo di vigilanza – il procedimento disciplinare aperto dal Consiglio della Magistratura a carico del presidente del Tribunale penale cantonale, Mauro Ermani, sta anch’esso seguendo il suo corso. Ma, al netto delle decisioni di carattere giudiziario, anche la politica, possiamo starne certi, tornerà a occuparsi della questione.

Partiti in movimento

Sul piano prettamente partitico, infine, mentre il Centro ha già riconfermato nell’agosto del 2024 il suo presidente Fiorenzo Dadò, va citato il congresso del PLR, previsto a marzo, durante il quale (salvo sorprese dell’ultimo minuto) verrà riconfermato per un secondo mandato il presidente Alessandro Speziali. Ma va anche citata la Lega. A fine mese è infatti attesa l’assemblea del movimento per scegliere il futuro coordinatore che prenderà il posto di Norman Gobbi.

Tra sanità e territorio

Gli ultimi due dossier che citiamo (in una lista che non può certo essere esaustiva) riguardano la sanità e la pianificazione del territorio. La sanità perché, dopo la recente approvazione da parte del Gran Consiglio degli indirizzi strategici sulla pianificazione ospedaliera, quest’ultima entrerà ora nel vivo, con l’assegnazione dei mandati. Ma, come noto, su questo fronte non sono esclusi ricorsi sul piano giuridico, che poi porterebbero con sé una buona dose di polemiche. E, infine, a entrare nel vivo sarà pure il tema delle zone edificabili (sovradimensionate) e dei previsti dezonamenti. È stato lo stesso direttore del DT Claudio Zali, durante la discussione sul preventivo dello scorso mese, ad annunciare che su questo fronte i conti saranno fatti nel corso del 2025.