Il caso

Il fondo del «Sammelsack»: inizia una nuova era

Bellinzona, da settembre si opterà per l’impianto della ditta Fratelli Puricelli di Riva San Vitale - Oltre ad essere un sistema con un «minore impatto» ambientale, il sacco da 60 litri costerà 30 centesimi in meno rispetto a quello attuale
© Città di Bellinzona/Infografia CdT
Alan Del Don
11.06.2024 17:04

Il fondo del «Sammelsack». Nel senso che - dopo cinque anni contraddistinti da ottimi risultati - Bellinzona da settembre abbandonerà il sistema per passare ad una soluzione ticinese in materia di raccolta e separazione della plastica. Lo fa allineandosi alle indicazioni cantonali, introducendo un nuovo sacco che costerà meno rispetto a quello attuale ed optando per un impianto a Sud delle Alpi, quello della ditta Fratelli Puricelli SA di Riva San Vitale. I vantaggi? Minor impatto ambientale e migliore tracciabilità.

Migliore tracciabilità

La Città nel 2019 era stata uno dei pionieri di una modalità di riciclaggio che ha in seguito preso piede in mezzo migliaio di Comuni in Svizzera. Eche ha permesso di raccogliere, in media, annualmente 130 tonnellate di plastica. Complessivamente il contenuto del «Sammelsack»va per il 40,5% alla Inno Recycling AG di Eschlikon che lo gestisce, il 34% nel cementificio di Siggenthal nel canton Argovia, il 23,5% finisce in Svizzera, Germania ed Italia e nel resto d’Europa ed il 2% nell’inceneritore dell’ente locale sangallese di Bazenheid. «Il sistema oggi in vigore impone il trasporto dei rifiuti fuori Cantone, e successivamente all’estero, tramite autocarri. Inoltre presenta criticità circa il tracciamento della destinazione finale di parte della plastica raccolta una volta varcati i confini nazionali», precisa il Municipio della Turrita. Si è quindi optato per la soluzione made in Ticino come peraltro fatto da altri Comuni alle nostre latitudini.

Le materie sotto la lente

Dal prossimo autunno ci si concentrerà sulle materie plastiche di più efficace riciclo, nella fattispecie il polipropilene (PP) ed il polietilene (PE); le altre tipologie finiranno nel sacco verde RSU e saranno smaltite al termovalorizzatore di Giubiasco (ACR). Rispondendo, due mesi fa, alla lunga interrogazione inoltrata da Alessandro Lucchini (Unità di sinistra), l’Esecutivo specificava che attraverso la ditta Puricelli «la percentuale di riciclaggio in rapporto al quantitativo effettivamente raccolto risulta decisamente superiore» al «Sammelsack».

La Città, proseguiva il consesso guidato dal sindaco Mario Branda, non dispone di «un vero e proprio bilancio ecologico che permette di stabilire una relazione tra l’eventuale raccolta delle plastiche separate e l’impatto sull’inquinamento». In ogni modo, rispetto a quello attuale, si farà un «passo avanti verso un ecobilancio migliore. Occorre infatti considerare anche l’impatto dei trasporti e non solo le tipologie di plastica raccolte», come dimostrato da uno studio svolto a livello cantonale.

Il destino degli scarti

Quella degli stabilimenti di Riva San Vitale, insomma, per il Municipio è la scelta migliore. L’impianto comprende le fasi di separazione, granulazione e di lavaggio. «Il prodotto finale è rappresentato da scaglie di plastica (materia prima secondaria) suddivise per le varie tipologie (materiale, colore, dimensioni). Questa materia prima secondaria viene commercializzata in Ticino o nelle zone limitrofe (quindi anche oltre confine) a seconda delle richieste del mercato da parte di ditte che la utilizzano per produrre oggetti ed elementi in plastica», puntualizzava l’Esecutivo in merito ai dubbi di Alessandro Lucchini. Un sistema, si aggiungeva, che dà «chiara evidenza di cosa si recupera (materia prima secondaria per la produzione di altra plastica) e soprattutto dove vanno a finire gli scarti (parti non riciclabili)». Riassumendo: un’attività sul territorio e tracciabile per quanto riguarda i processi secondo un piano che la ditta Puricelli ha messo di recente a disposizione della Città.

Immutati gli ecocentri

Addio «Sammelsack», pertanto, e benvenuto al nuovo sacco da 60 litri. Costerà 2 franchi e 20 centesimi al pezzo, quindi 30 centesimi in meno rispetto a quello odierno. Potrà essere acquistato, anch’esso, nei punti vendita autorizzati (maggiori informazioni consultando il sito www.bellinzona.ch/rifiuti). I cittadini potranno continuare a gettarlo negli ecocentri di Carasso, Giubiasco, Sementina e Claro: «Il possibile incremento dei quantitativi che saranno smaltiti tramite sacco ufficiale RSU non avrà di principio incidenza sulla tassa base in quanto non determinerà, nella sostanza, maggiori costi di raccolta. L’eventuale incremento dei costi di smaltimento presso l’ACR sarà autofinanziato dall’acquisto dei sacchi RSU nel rispetto del principio di causalità».

Flessibilità e parsimonia

Di fronte ad un tema, quello dello smaltimento dei rifiuti, in perenne evoluzione, la Città «deve dimostrarsi flessibile e reattiva per assicurare alla cittadinanza un servizio in linea con le disposizioni di legge, funzionale e possibilmente parsimonioso». Così rispondeva, due mesi fa, il Municipio di Bellinzona alle domande di Alessandro Lucchini (Unità di sinistra). E in futuro? Si è di principio aperti a considerare «altre possibili alternative o soluzioni». Allo stato attuale, comunque, la Città non ritiene opportuno e necessario il coinvolgimento di operatori esterni per approfondire il tema.

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