Vallemaggia

Il Governo incontra la valle: «Ci siamo, oggi come domani»

Per la «Giornata del presidente» il Consiglio di Stato in corpore si è recato in visita nei luoghi duramente colpiti dal maltempo – Christian Vitta: «La presenza del Cantone è garantita» – I sindaci di Cevio e Lavizzara: «A corto termine la priorità è l’approvvigionamento dell’acqua potabile»
©Samuel Golay
Paolo Gianinazzi
21.08.2024 21:30

Sono ripartiti dalla Vallemaggia, da quella valle martoriata dal maltempo ormai quasi due mesi fa, nella notte del 30 giugno, i lavori del Consiglio di Stato dopo la pausa estiva. Per la classica «Giornata del presidente», infatti, Christian Vitta ha voluto portare i suoi colleghi a visitare i luoghi del disastro, in Lavizzara e in Bavona. Una visita, ovviamente, accompagnata dalle autorità locali, i sindaci di Cevio e Lavizzara, Wanda Dadò e Gabriele Dazio.

«È stata l’occasione per fare la nostra seduta di avvio dei lavori, ma anche per incontrare i due Municipi», ci ha spiegato il presidente dell’Esecutivo durante un incontro organizzato con la stampa a Peccia. Un incontro svoltosi «in un clima costruttivo, che ci ha permesso di fare il punto della situazione sullo stato dei lavori, ma anche di guardare al medio termine, pensando al futuro della valle e ai progetti contenuti nel Masterplan, che dovranno giocoforza essere aggiornati alla luce di quanto accaduto». Insomma, in valle si guarda al presente, sì, ma anche al futuro, alla lunga fase di ricostruzione.

«A corto termine – ci ha spiegato ancora Vitta – la priorità è quella di ridare una certa normalità alla valle. Concretamente, ad esempio, con i due Municipi abbiamo parlato del tema dell’approvvigionamento idrico (ndr. in alcune zone la potabilità dell’acqua non è ancora garantita), ma anche del ripristino completo della viabilità».

Ad ogni modo, ha rimarcato Vitta, la presenza del Cantone è garantita anche sul lungo termine e a prescindere dalla delicata situazione delle finanze cantonale, che non versano in buono stato. Ancora Vitta, in merito ai lavori del Preventivo 2025: «Laddove ci sono delle catastrofi evidentemente bisogna reagire. E laddove è necessario fare investimenti la presenza del Cantone è stata garantita: è oggi presente e lo sarà anche domani». Già, proprio guardando al domani, ai prossimi mesi ed anni e alla ricostruzione della valle, il consigliere di Stato ha inoltre evidenziato l’importanza, in questa fase, «di fare l’inventario delle opere da ricostruire, in modo da potersi sedere al tavolo anche con la Confederazione e stabilire in piano di finanziamento». In questo momento, infatti, non è ancora possibile fare una stima dei danni e dei costi della ricostruzione.

Restano i punti critici

A quasi due mesi dalla tragedia, si potrebbe anche pensare che la fase d’emergenza sia passata. In realtà, come vedremo, qualche cantiere urgente è ancora in piena attività. Uno su tutti quello dell’approvvigionamento dell’acqua potabile in tutta la valle. Un aspetto, quest’ultimo, sottolineato da entrambi i sindaci, da noi incontrati al termine dell’incontro con il Governo. «Di fatto abbiamo ancora alcuni punti critici, su questo fronte, che stiamo cercando di sistemare, ma ci vorrà ancora un po’ di tempo», ci ha spiegato Gabriele Dazio. «Per esempio l’acquedotto del Piano di Peccia è ancora da mettere in sicurezza». L’obiettivo, per il Comune, è dunque quello di «garantire l’acqua potabile per la popolazione entro l’inverno». Un’altra priorità sul corto termine, per il Municipio di Lavizzara, «è di recuperare il più presto possibile le zone agricole, perlomeno quelle meno danneggiate, in modo che entro la prossima primavera gli agricoltori ne possano trarre beneficio». In valle, chiediamo poi al sindaco, c’è anche una certa preoccupazione per le future «zone rosse» che verranno delineate dopo quanto accaduto nella notte del 30 giugno. «Sì, le preoccupazioni ci sono», conferma Dazio. «Ma è anche ovvio che per fare questi piani non bastano tre giorni, e nemmeno due mesi. Ci vorranno almeno un paio d’anni». E in ogni caso, ha aggiunto il sindaco, «verranno sottoposte al Municipio prima della loro pubblicazione. E noi potremo dire la nostra». Più in generale, al sindaco chiediamo infine qual è il sentimento della valle, oggi, a due mesi dal disastro. E la luce in fondo al tunnel, conferma Dazio, inizia ad intravvedersi, anche se resta molto da fare. «Sì, mi piace vedere la luce della speranza. Ora dobbiamo guardare avanti, voltandoci indietro solo per trarre insegnamenti da quanto accaduto. Anche se l’essere umano è e sarà sempre impotente di fronte a simili catastrofi, faremo il possibile per tutelare nel migliore dei modi i nostri beni».

E se, come detto, una delle prime preoccupazioni del Comune di Lavizzara è quella dell’acqua potabile, nell’altra valle, in Bavona, la situazione non è molto differente. «A corto termine stiamo ancora gestendo l’emergenza, in particolare per poter riaprire la strada della Bavona il prima possibile», ha rimarcato Dadò. Su questo fronte, ha aggiunto la sindaca, «sicuramente nelle prossime settimane potremo avere un’idea più chiara sulle tempistiche e le modalità di riapertura». L’acqua, si diceva. «Un altro tema importante – ha aggiunto Dadò – è dare stabilità e sicurezza all’approvvigionamento dell’acqua, anche perché con il pozzo di Cevio siamo al limite». Insomma, l’emergenza in parte è passata, in parte no. Il lavoro da fare, in ogni caso, è ancora molto.

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