Sicurezza

«Il lago non è pericoloso ma bisogna rispettarlo»

Il presidente della Sezione luganese della Società svizzera di salvataggio, Patrick Tempobono, ricorda le regole di comportamento – «Tuffarsi in acqua per salvare qualcuno? Solo quando tutte le altre opzioni sono esaurite»
© Rescue Media
Nico Nonella
11.08.2023 12:15

Dopo il tragico ritrovamento, ieri mattina, dei corpi dei due turisti francesi annegati nelle acque del Ceresio, sorge spontanea una domanda: il lago è pericoloso? «No, il lago non è pericoloso ma non va sottovalutato», risponde il presidente della Sezione luganese della Società svizzera di salvataggio, Patrick Tempobono. «Bisogna averne rispetto e riconoscere i propri limiti e capacità natatorie». Centrali – prosegue il nostro interlocutore – sono le sei regole del bagnante: non lasciare i bambini incustoditi e tenerli a portata di mano; non entrare in acqua dopo aver assunto stupefacenti o bevuto alcolici; non tuffarsi quando si è accaldati senza abituarsi gradualmente al cambio di temperatura (l’idrocuzione può essere letale); non tuffarsi in acque torbide o sconosciute; non fare nuotate lunghe anche se si è allenati. «In questo caso meglio avere il supporto di una barca, una boa o munirsi di un dispositivo ausiliario di autogalleggiamento, tipo Restube », afferma Tempobono. Va in ogni caso tenuto presente che il rischio zero non esiste, ma rispettare queste semplici regole fa la differenza.

Ma che cosa bisogna fare quando si vede una persona in difficoltà? «Tuffarsi in acqua non è mai la prima scelta migliore. È preferibile cercare qualcosa che possa aiutare a restare a galla, come ad esempio un asse di legno, la boa di una barca, anche un ramo lungo: tutto ciò che possa ben galleggiare e aiutarci a soccorrere il malcapitato in tutta sicurezza. Buttarsi in acqua - e lo spieghiamo anche nei nostri corsi - è l’extrema ratio quando tutte le altre opzioni sono esaurite perché rischiamo di mettere in pericolo anche noi stessi. Se proprio lo si deve fare, meglio in ogni caso aiutarsi con un galleggiante».

Il 2021 annus horribilis

Nel 2022 gli annegamenti in Ticino sono stati sei: un numero inferiore rispetto ai nove dell’anno precedente. Un vero e proprio annus horribilis, il 2021: nove annegamenti, come detto, di cui 5 nei laghi, 3 nei fiumi e 1 in piscina. La diminuzione dei casi registrata tra il 2021 e il 2022 non ha purtroppo trovato riscontro a livello svizzero. Infatti, l’anno scorso sono stati superiori a sessanta gli annegamenti sul territorio nazionale, contro i trentasei del 2021. Un dato, questo, che ha spinto il Dipartimento delle istituzioni a confermare le molteplici attività di prevenzione e di sensibilizzazione, in particolare quelle destinate ai turisti che sono coinvolti nella maggior parte degli incidenti con esito letale. Da anni il Cantone promuove la campagna «Acque sicure» per sensibilizzare su come comportarsi correttamente quando si fa il bagno in laghi e fiumi. E lo stesso lo fa la Città di Lugano con una campagna di prevenzione incentrata sulla foce del fiume Cassarate e sul resto del territorio comunale.

Correlati