Ticino

«Il moltiplicatore differenziato? È da abrogare»

È quanto propongono i Verdi a una settimana dal voto del Gran Consiglio che ha approvato la moratoria di cinque anni per questo strumento
©Chiara Zocchetti
Red. Ticino&Svizzera
13.11.2024 13:52

A poco più di una settimana dal voto del Gran Consiglio, con cui il plenum ha approvato una moratoria di cinque anni per l'entrata in vigore completa del moltiplicatore comunale differenziato tra aziende e cittadini, i Verdi sono tornati alla carica sul tema con una iniziativa parlamentare che, in soldoni, chiede l'abrogazione tout court di questo strumento. 

Sebbene i Comuni – scrivono i Verdi nell'atto parlamentare firmato da Marco Noi, Matteo Buzzi, Samantha Bourgoin, Giulia Petralli, Nara Valsangiacomo – «abbiano avuto 5 anni di tempo per concepire una modalità di adattamento all’implementazione della riduzione dell’aliquota per le persone giuridiche al 5,5% e la contemporanea possibilità di differenziare tra persone giuridiche e persone fisiche il moltiplicatore comunale, a pochi mesi da tale implementazione stiamo assistendo a un’incertezza e un nervosismo tra i partiti che hanno sostenuto tale riforma e tra i Comuni stessi che si trovano a doverla applicare».

Per gli ecologisti, dunque, «quello che si temeva a suo tempo, si sta delineando all’orizzonte. Ovvero che questo gioco al ribasso e fondamentalmente al massacro al quale assistiamo già a livello internazionale e intercantonale, possa impregnare anche le dinamiche intercomunali». Concretamente, il partito rileva che «la paura di perdere indotto fiscale dalle persone giuridiche, in particolare dei comuni più grossi al centro degli agglomerati urbani, a causa della concorrenza che comuni più piccoli potrebbero esercitare abbassando il proprio moltiplicatore per le persone giuridiche, sta sollevando nuove dinamiche finanziarie che generano ulteriore tensione e incertezza. Infatti i grossi centri come ad esempio Lugano rivendicano nuovi flussi perequativi con i comuni limitrofi, sui quali ben difficilmente sarà possibile trovare un consenso».

In sostanza, dunque, «oltre a dover tenere a bada la regolazione della perequazione intercomunale cantonale, già di per sé una sfida non da poco con contenziosi sempre latenti e provare a riformulare i flussi finanziari tra Cantone e Comuni con Ticino 2020, anche qui un cantiere che è talmente conteso da sembrare sulla via del fallimento, implementare ora la differenziazione di moltiplicatore delle persone fisiche e di quelle giuridiche anche a livello comunale avvierebbe un ulteriore «contenzioso» finanziario intercomunale tra i grandi poli e i piccoli-medi comuni che vi gravitano attorno, che scatenerebbe dinamiche e tensioni veramente difficili da gestire». 

La richiesta concreta dell'iniziativa, quindi, è che il Consiglio di Stato presenti un messaggio per abrogare le modifiche di legge votata dal Gran Consiglio nel 2019 con le quali si introduceva la possibilità per i Comuni di differenziare il moltiplicatore delle persone fisiche e delle persone giuridiche.

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