Il moltiplicatore? Se non scende non si sale
«Il moltiplicatore d’imposta, pari al 93%, è relativamente elevato. Il Municipio intende mantenerlo invariato per preservare l’attrattiva della città». Firmato gli analisti di Moody’s, che per la prima volta hanno radiografato la solidità finanziaria di Bellinzona (si veda il CdT di giovedì) assegnandole una valutazione Aa3, corrispondente alla fascia alta. La previsione degli esperti - che poi tale è in parte, considerando che hanno ricevuto documentazione ed indicazioni direttamente da Palazzo Civico affinché potessero svolgere il loro lavoro - stando a quanto appreso dal CdT dovrebbe avverarsi.
Il tasso fiscale nel 2024 non dovrebbe né essere portato verso l’alto né, soprattutto, venire abbassato. Quest’ultima eventualità era stata caldeggiata poco meno di un anno fa da quasi tutti gli schieramenti politici. Lo stesso Esecutivo si era detto possibilista, affermando però che allora (come oggi) sarebbe stato prematuro. Se dovesse confermarsi quanto scriviamo e in attesa di conoscere le mosse degli altri centri (i preventivi verranno svelati a breve: Lugano l’ha già fatto), la Turrita rimarrebbe in fondo alla classifica dei poli ticinesi. E anche fra gli altri quattro Comuni del distretto.
Il debito e le minori entrate
Prematuro, dicevamo, perché all’orizzonte si prevedono investimenti ingenti che - come evidenziato pure dall’agenzia Moody’s, fra le più note al mondo - andranno a pesare ulteriormente sul debito pubblico (l’ultimo dato noto è quello a consuntivo 2022: 161 milioni, 3.674 franchi pro capite, un importo ritenuto «elevato»). Citiamo, solo per fare due esempi, l’edilizia scolastica (nel medio-lungo termine sono da mettere in conto altre ristrutturazioni nelle sedi di alcuni quartieri) e all’innovativo comparto che si svilupperà a tappe dal 2026-2027 al posto delle Officine FFS.
Senza dimenticare due imminenti notizie negative per le casse della capitale. Nell’anno alle porte decadrà definitivamente il sostegno cantonale (pari a 2,8 milioni nel 2023) a transitoria compensazione della riduzione del contributo di livellamento dopo l’aggregazione; nel 2025 entrerà invece in vigore l’ultima tappa della riforma fiscale per le persone giuridiche che comporterà una diminuzione dell’imposizione su utili e capitale. Per Bellinzona si tratta di una minore entrata di circa 2,5 milioni su un gettito complessivo di 102 milioni (contraddistinto, per fortuna, in buonissima parte dalle persone fisiche). Alla luce di questo scenario capite come sia difficile che il moltiplicatore (fisso al 93% dal 2018: nella «vecchia» città era al 95%) possa scendere.
Preventivo a tinte rosse?
Di che tonalità sarà il preventivo 2024 di Bellinzona? Se dovessimo scommettere un franco, diremmo rosso. Dopo gli avanzi prospettati nei primi tre anni post-aggregazione seguiti da un triennio di deficit, nell’anno alle porte il trend non dovrebbe essere invertito. Si badi bene: si tratta di previsioni. All’ombra dei castelli autorità e cittadini lo sanno benissimo, visto che a parte il 2020 segnato dalla pandemia (da +1,4 milioni preconizzato si è passati a -6,95 milioni a consuntivo) ed il 2018 e 2019 (avanzo era ed avanzo è stato) il risultato è sempre cambiato. Nel 2021 si stimava un deficit di 7,8 milioni e alla fine ci si è trovati con +732.500 franchi. Per non parlare del 2022, con i conti che sono migliorati di ben 10,3 milioni (dal disavanzo di 3,45 milioni all’avanzo di 6,9 milioni) grazie al contenimento della spesa e all’aumento dei ricavi fiscali.
Le misure in prospettiva
Non è affatto escluso che lo stesso possa verificarsi quest’anno. Lo sapremo solamente a fine aprile-inizio maggio, quando verrà svelato il consuntivo 2023. A preventivo, ricordiamo, si ipotizzano cifre rosse per 5,4 milioni. Idem dovrebbe essere, l’abbiamo accennato all’inizio, per il 2024. Un anno fa il Municipio cittadino aveva puntualizzato che almeno fino al 2026 sono da prevedere risultati negativi compresi fra i 6,7 e i 10,3 milioni di franchi. L’obiettivo è contenerli in virtù delle misure adottate nell’ambito della «spending review» avviata nell’autunno 2020. Entro quattro anni si mira a raggiungere un disavanzo di mezzo milione. Per farlo occorrerà principalmente, uno, far «fruttare» i progetti strategici (come la valorizzazione della Fortezza ed il consolidamento del polo biomedico); due, mantenere attrattiva la Turrita quale luogo per stabilirsi ed insediare delle attività; e, tre, proseguire nel controllo della spesa per un’amministrazione più efficiente.