Il caso

«Bellinzona, come Lugano, è il motore del Ticino di domani»

L’agenzia di rating Moody’s ha analizzato per la prima volta la solidità finanziaria della capitale: la valutazione è positiva, di fascia alta, ed identica a quella della Città sul Ceresio – Soddisfatto il capodicastero Fabio Käppeli – E il moltiplicatore? Per gli esperti rimarrà stabile al 93%
Sempre meno nubi nel cielo sopra la Turrita. © CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
25.10.2023 18:00

Bellinzona come Lugano. Se la Città sul Ceresio è oramai abituata, essendo la settima volta, per la Turrita è una primizia. Ha ottenuto il rating Aa3 (riconosciuto dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari, la FINMA) da parte della famosa agenzia Moody’s. Cosa significa, vi state probabilmente chiedendo? Che, in quanto a solidità finanziaria, la capitale si situa in una fascia di alta qualità. E, oltretutto, le prospettive sono stabili. Ciò vuol dire - il Municipio faccia pure gli scongiuri - che dovrebbe confermare il risultato anche nei prossimi anni (il Canton Ticino, ricordiamo, ha il rating Aa2). E il moltiplicatore? Per gli analisti rimarrà fisso al 93%.

Prospettive stuzzicanti

Il capodicastero Finanze, economia e sport Fabio Käppeli gongola. «Non potrebbe essere altrimenti. La strada imboccata dopo l’aggregazione è quella giusta. Siamo però altrettanto consapevoli che lo sviluppo socioeconomico della Città nei prossimi anni richiederà ancora risorse importanti, con relativa incidenza finanziaria - osserva il municipale -. Pensiamo, ad esempio, al nuovo quartiere che sorgerà al posto delle Officine FFS. Come rilevato anche da Moody’s serviranno investimenti tutt’altro che indifferenti. Con questo rating si aprono però nuove prospettive nell’accesso ai capitali di cui abbiamo bisogno, potendo ora confrontarci con un maggior numero di investitori anche fuori dalla Svizzera. Inoltre questo livello di rating costituisce la premessa affinché il Settore finanze possa ora iniziare a pianificare la raccolta di capitali anche tramite l’emissione di prestiti obbligazionari, questo pure per durate più lunghe e a condizioni economiche più vantaggiose. Parallelamente l’analisi ha inoltre dimostrato l’assenza di particolari rischi ambientali, sociali o di governance, a fronte di un quadro istituzionale solido e maturo a seguito del processo aggregativo, e di un’economia sempre più diversificata in virtù degli investimenti nell’innovazione e allo sviluppo del polo delle scienze della vita».

Indirizzo e strategia giusti

La valutazione apre insomma delle prospettive stuzzicanti sul mercato internazionale dei creditori e/o per quanto concerne la possibilità di poter beneficiare di tassi d’interesse più concorrenziali. Mi consenta una battuta: non è che, avendo ottenuto lo stesso rating di Lugano, vi state montando la testa? «Siamo soddisfatti dell’esito - prosegue Fabio Käppeli - pur potendo contare su risorse fiscali differenti. Ma attenzione: ciascuno ha le sue peculiarità e non siamo in concorrenza con Lugano, semmai questo rating conferma che anche Bellinzona può fare sempre più la sua parte come motore del Ticino di domani. È in ogni caso rallegrante vedere confermati l’indirizzo e la strategia di sviluppo decisi in questi anni».

La stabilità del gettito fiscale

Un’audizione in presenza, altre in remoto. Gli analisti di Moody’s negli uffici di Milano e Parigi, i collaboratori della Città a Palazzo Civico. La società di rating ha preso visione dei consuntivi dal 2018 al 2022 (l’ultimo si è chiuso con un avanzo di 6,9 milioni), del preventivo di quest’anno (disavanzo prospettato di 5,4 milioni) e della pianificazione finanziaria 2024-2026 sulla base, anche, della spending review in corso che ha già dato i primi frutti. I punti di forza evidenziati sono così riassumibili: solida base fiscale (il gettito di oltre 100 milioni fa leva soprattutto, come detto, sulle persone fisiche); una buona governance frutto dell’aggregazione; la strategia di sviluppo improntata su ricerca ed innovazione; il controllo della spesa. La nota dolente, dal punto di vista delle casse pubbliche ma che non intacca la valutazione positiva, è «l’elevato fabbisogno di investimenti che impatterà ulteriormente sul livello di indebitamento già rilevante. Questo, unitamente a un portafoglio di crediti relativamente elevato a breve scadenza, comporta una volatilità dei volumi dei finanziamenti da rimborsare, ciò che rappresenta un rischio dal profilo dei costi e della liquidità». Altri spunti di riflessione arriveranno presto dal preventivo 2024 (di nuovo cifre rosse?).

Preoccupa l'indebitamento

Fatta eccezione per i due anni pandemici, in un quadriennio la nuova Bellinzona ha fatto investimenti netti per 100 milioni. Considerando una media di 25 milioni netti all’anno fino al 2026, Moody’s osserva che per metà saranno finanziati con risorse interne, l’altra metà andrà a rimpolpare l’indebitamento già alto. La Città riuscirà ad attutire il colpo grazie al suo «buon accesso» alla liquidità ed al controllo della spesa che permetterà di «compensare la diminuzione dei ricavi prevista dal 2024», come la perdita dei 2,8 milioni di sostegno cantonale a transitoria compensazione della riduzione del contributo di livellamento dopo l’aggregazione.

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