Il cesto di mele della capitale
All’inizio anche Paul Cézanne fece fatica ad affermarsi nel mondo della pittura francese, in quanto dipingeva quello che pensava più che ciò che vedeva. Oggi è mondialmente riconosciuto come uno degli artisti più influenti di tutti i tempi. Bellinzona ha vissuto i primi sei anni dall’aggregazione in perenne equilibrio, un po’ come «Il cesto di mele», la tela più rappresentativa del maestro post-impressionista.
Una città che ora sembra però aver finalmente trovato la giusta rotta. L’unione sta dando i primi frutti e, a livello finanziario, la situazione è più rosea anche se in prospettiva occorre comunque continuare a restare vigili e prudenti sulle uscite. Non solo. Il Municipio deve essere più trasparente e chiaro in merito alle finanze e alle misure di revisione della spesa. È quanto auspica il Legislativo, che stasera ha approvato (con 46 sì, 6 no e 2 astenuti) il consuntivo 2022 chiuso con un avanzo di 6,9 milioni di franchi rispetto al preventivo a tinte rosse stimato in 3,45 milioni.
La revisione della spesa
Un miglioramento, dunque, di 10,3 milioni superiore pure a quello del 2021. E che ha fatto affermare alla Commissione della gestione, nel rapporto di maggioranza (relatrice la capogruppo dell’Unità di sinistra Lisa Boscolo), che serve «un chiaro piano di promozione economica, un approccio trasparente nella stesura di preventivi e consuntivi e una strategia globale nel lungo termine sulle finanze della Città». Il desiderio è di poter disporre, da un lato, di tutte le informazioni indispensabili per avere un quadro nitido dei conti (compresi i dati di preconsuntivo e le novità che dovessero emergere nel corso dell’anno in esame) e, dall’altro, dell’elenco delle misure della spending review messe in atto.
La lumaca a livello sociale
La discussione in sala si è presto incanalata su questi aspetti. La prima a prendere la parola è stata proprio Lisa Boscolo, la quale ha rilevato che «in Gestione le perplessità non sono mancate, così come lo scostamento non è passato inosservato: i dati cantonali e federali che determinano quelli comunali non sono d’altronde sicuri al 100%. La prudenza dell’Esecutivo nelle spese è però un esercizio pericoloso a lungo termine, in quanto diventa un freno agli investimenti». Secondo la capogruppo socialista «il Municipio dovrebbe inoltre essere più progettuale in ambito sociale, dove procede come una lumaca, in particolare per quanto riguarda gli asili nido, e nella politica ambientale».
Festeggiare sì, ma occhio
Gli ha fatto eco Andrea Cereda (PLR), secondo il quale «la Gestione si dice preoccupata per questo scostamento, ma il 60% delle spese non dipende dalle scelte del Comune. Dobbiamo in ogni modo stare attenti a festeggiare, in quanto nei prossimi anni dovremo fare a meno di determinate entrate. A questo proposito, in prospettiva, appare più probabile il pareggio d’esercizio. Il Municipio è sulla giusta strada, frutto del consolidamento del progetto aggregativo. Ecco che potrebbe anche ridurre il moltiplicatore (stabile al 93% dal 2018; n.d.r.)».
L'ossessione del pareggio
Più critico l’intervento di Giuseppe Sergi (Verdi-FA-MPS-POP), il quale ha evidenziato che «la differenza che si riscontra fra preventivo e consuntivo è una debolezza strutturale nella gestione degli enti pubblici, perché poi si prendono decisioni che non sono basate su elementi concreti. Su tutto questo pesa ovviamente il vincolo del pareggio dei conti».
Per Alessandro Minotti (Lega-UDC) bisogna fare il possibile per attirare nuove imprese e anche i «cittadini devono ora beneficiare dei risultati positivi della Città, ad esempio attraverso un ritocco del moltiplicatore». Dal canto suo Gabriele Pedroni (il Centro) ha sottolineato che «prudenza non è sinonimo di efficienza, ma frutto esclusivamente di un’errata previsione. Il Municipio naviga a vista, non è lungimirante». Più risorse in ambito sociale sono state auspicate, oltre che da Boscolo, pure dal comunista Alessandro Lucchini: «I soldi ci sono e c’erano anche in passato».
No, è l'equilibrio
Il sindaco Mario Branda ha precisato che «non è che salutiamo con particolare gioia questo scostamento. Operiamo con un grande margine di incertezza e anche il dibattito al nostro interno rischia spesso di uscirne condizionato. Vi sono ancora troppe incognite in prospettiva. Noi perseguiamo l’equilibrio dei conti che va misurato su almeno cinque anni, e non il pareggio. Bellinzona non è una città ricca: non escludiamo che in futuro si possa rivedere il moltiplicatore, ma oggi dobbiamo rimanere prudenti. Anche se dovessimo registrare un disavanzo per un paio d’anni non sarebbe un dramma». Gli ha fatto eco il capodicastero Finanze Fabio Käppeli: «Se oggi non avessimo questo avanzo non avremmo le risorse per portare avanti i progetti in grado di garantire lo sviluppo socioeconomico della Città».