Il night club va alla banca

«Se siamo soddisfatti? Più che altro fiduciosi. Stiamo a vedere quello che succede». Il sindaco di Giornico Rosolino Bellotti - e come lui i colleghi di Municipio e la popolazione - non vede l’ora che il complesso che ospitava il ristorante Turista ed il night club Turinotte cambi finalmente volto. All’esterno, dopo la chiusura del locale notturno nel 2016, sembra(va) di essere capitati in un deposito. Automobili in stato di abbandono, copertoni, materiale inquinante, erba non tagliata. La situazione è migliorata dopo che l’Esecutivo, lo scorso ottobre, aveva scritto all’Ufficio fallimenti di Bellinzona (che si occupava della gestione temporanea dei fondi dopo il decesso dell’ex proprietario della struttura) segnalando il degrado. La speranza è che l’attesa svolta possa ora concretizzarsi in tempi brevi, dato che come appreso dal Corriere del Ticino l’ex locale osé è stato rilevato all’asta prima di Natale dalla Banca Raiffeisen Tre valli.
Risalente al 1900
L’istituto di credito, da noi interpellato, non conferma né smentisce di essersi aggiudicato all’incanto lo stabile risalente al 1900. «Non possiamo fornire questo tipo di informazioni», è la risposta lapidaria che riceviamo telefonicamente. Stando a quanto ci risulta, tuttavia, la Raiffeisen è la nuova proprietaria del vetusto complesso sotto il cui tetto ci sono il ristorante Turista e l’annesso locale notturno Turinotte. Ai tempi, senza ombra di dubbio, due dei ritrovi più frequentati della Leventina. Non ci è dato a sapere - visto il riserbo mantenuto dalla banca - il prezzo battuto all’asta.
Il valore ufficiale di stima è pari a 1,1 milioni, mentre quello peritale è di 842 mila franchi circa. A ciò si aggiunge la superficie non edificata per 77 mila franchi (valore peritale). Complessivamente, dunque, si parla di almeno 915 mila franchi. Le particelle, prosegue la perizia, sono iscritte nel catasto dei siti inquinati. La classificazione attuale è «sito inquinato che non deve essere né sorvegliato né risanato». L’edificio (dotato di sala pranzo con 100 posti, 15 camere ed un appartamento) è stato oggetto in passato di alcuni interventi di ampliamento. Il night club dispone di 140 posti a sedere.

Buona la seconda volta
La seconda volta è stata quella buona. Il complesso era infatti già stato battuto all’asta (con base iniziale di 730.000 franchi) il 29 gennaio 2019 di fronte alla Pretura di Faido. Ma nessun acquirente si era presentato. Prima dell’incanto - in ben due occasioni - erano bruciate delle automobili nelle immediate vicinanze dello stabile, nello spiazzo a monte dell’esercizio pubblico (sulla destra arrivando da nord). La prima volta il 10 luglio 2014, verso le 5. Cinque vetture erano state avvolte dalle fiamme. Quattro anni dopo (il 15 agosto 2018, alle 3) la storia si era ripetuta. Troppo per l’Esecutivo del Comune bassoleventinese.
Che negli scorsi anni aveva invano inviato «numerose» e-mail (come evidenziato nella missiva spedita all’inizio dello scorso autunno) all’Ufficio fallimenti. Così ha deciso di interpellare direttamente il funzionario di più alto livello, segnalando che «negli scorsi giorni abbiamo ricevuto da parte della Polizia cantonale, Servizio autorizzazioni, una lettera anonima che denunciava la situazione inaccettabile venutasi a creare» sui due terreni. Non solo. Anche la Sezione per la protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo (nella fattispecie l’Ufficio dei rifiuti e dei siti inquinati) del Dipartimento del territorio aveva scritto al Municipio invitandolo a verificare lo stato delle cose e, semmai, ad intervenire. Adesso la «patata bollente» è nelle mani della Raiffeisen. Presto sapremo che ne sarà dell’ex Turinotte.
Il precedente
Non è la prima volta (e non sarà nemmeno l’ultima, azzardiamo) che un ex postribolo o night club viene rilevato da una banca. Limitandoci alla nostra regione, ricordiamo il caso del Lumino’s in zona Bassa a Lumino, chiuso nella primavera 2013 per la nota vicenda giudiziaria. Ad aggiudicarselo, il 5 dicembre 2016, per 1,37 milioni di franchi, era stata la Banca Raiffeisen Bellinzonese e Visagno. L’istituto era il principale creditore della precedente proprietaria, una società anonima. Ed era stato anche l’unico pretendente ad inoltrare un’offerta durante l’incanto pubblico. Lo stabile, almeno esternamente, si presenta tuttora come era oramai più di dieci anni fa.