Politica

Il no della Lega al consuntivo: «Pronti anche a bocciarlo»

Il capogruppo Boris Bignasca spiega i motivi che hanno portato il movimento a non sostenere la maggioranza: la spesa sul personale, la gestione dei mandati pubblici, i sussidi ai permessi B e la gestione degli asilanti – Il movimento vuole «mandare un messaggio chiaro al Consiglio di Stato e all'amministrazione»
© CdT/Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
13.06.2024 06:00

Settimana prossima in Gran Consiglio approderà il Consuntivo 2023, chiusosi con un disavanzo d’esercizio di 121,8 milioni di franchi. Il rapporto di maggioranza del relatore Bixio Caprara è stato firmato martedì scorso dal PLR e dal Centro (quest’ultimo con riserva). Due partiti che hanno la maggioranza in Commissione gestione e finanze (9 deputati su 17), ma non in Gran Consiglio (dove possono contare su 37 deputati). A far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra, visto che PS e Verdi sosterranno il rapporto di minoranza, sarà quindi con ogni probabilità la Lega dei ticinesi. Il movimento ha infatti deciso di non firmare il rapporto commissionale. E, come spiega il capogruppo Boris Bignasca al Corriere del Ticino, l’intenzione della Lega «non è quella di bocciare il consuntivo, oppure di sabotare il Consiglio di Stato, ma siamo anche disposti (nel caso in cui i nostri voti risultino decisivi) ad andare fino in fondo e a non dare i numeri per approvarlo». Insomma, per Bignasca «l’importante è che al Governo e ai funzionari dirigenti dell’amministrazione arrivi un messaggio forte e chiaro: le gestione della spesa deve essere molto più oculata».

Quattro ragioni

I motivi che hanno spinto il movimento di via Monte Boglia a non sostenere il rapporto di maggioranza, rileva Bignasca, sono essenzialmente quattro.

«La prima questione riguarda il personale dell’amministrazione: la spesa per questa voce è aumentata tra il 2022 e il 2023 di quasi 60 milioni di franchi». Nel dettaglio, aggiunge il capogruppo, «è aumentata di 12 milioni per via degli scatti, di 22 milioni per il riconoscimento del rincaro, di 8 milioni per gli oneri sociali e di 15 milioni per gli adeguamenti, ossia per l’aumento di personale». È proprio su quest’ultimo punto che si sofferma Bignasca: «Se per il rincaro, gli scatti e gli oneri non si può fare nulla, poiché sono ancorati nella Legge, per gli adeguamenti c’è qualcosa che non torna: le maggiori uscite (di circa 15 milioni) sono superiori alle minori entrate (circa 13 milioni). E ciò, nonostante la decisione presa dal Parlamento sulla non sostituzione del personale partente nella misura del 20%». Sempre sul personale, aggiunge il capogruppo, «qualcosa non torna anche in merito alle valutazioni: solo lo 0,2% ha ricevuto una valutazione negativa, ossia uno ogni 500 dipendenti. Ciò semplicemente, a nostro avviso, è impossibile».

La seconda questione riguarda i mandati pubblici: «Senza entrare nei dettagli, basta sfogliare una dozzina delle oltre 100 pagine del documento per capire che diversi  sono di dubbia necessità». In generale, dunque, per la Lega su questo fronte «occorrerebbe agire per contenere la spesa».

Gli altri due capitoli rimanenti, il terzo e quarto punto, riguardano «questioni più politiche», che il movimento aveva già sollevato in sede di preventivo. «I sussidi ai permessi B, che si aggirano ancora attorno ai 40 milioni, una cifra secondo noi esagerata; e la gestione degli asilanti, che costa al Cantone circa 20 milioni in più rispetto a quanto riceviamo dalla Confederazione». In questo senso secondo Bignasca, come chiesto più volte in passato, «il Ticino dovrebbe spendere solo quanto incassa da Berna».

Non solo contabilità

Ora, come si diceva, la Lega «deciderà come votare in base alla discussione in aula», ma è comunque «disposta ad andare fino in fondo». E non va dimenticato, guardando al futuro, che il voto sul Consuntivo 2023 rappresenterà anche un segnale in vista del ben più impegnativo Preventivo 2025. «Assolutamente sì – chiosa Bignasca –, ma non solo. Sicuramente vogliamo che arrivi un messaggio forte all’indirizzo del Governo e dell’amministrazione. Ma le risorse del Cantone, i soldi dei contribuenti, vanno gestiti in maniera oculata al di là del risultato contabile». Come dire: è una questione di principio, non solo di contabilità.