Ticino

«Il partenariato sociale è in crisi, il dialogo è da rilanciare»

L’OCST ha presentato le sue priorità per l’anno in corso – Il segretario cantonale Xavier Daniel, biasimando alcune scelte delle associazioni economiche, auspica che le relazioni tra le parti possano essere più collaborative
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
29.01.2025 19:29

Riaffermare la centralità dei lavoratori e, laddove possibile, anticipare le sfide sociali ed economiche che si stagliano all’orizzonte. Tutto ciò, in un contesto sociale (e del mondo del lavoro) che diventa vieppiù complesso. Ma anche coinvolgere i giovani e, allo stesso tempo, proseguire la lotta per la parità di genere. Sono questi – riassunti in poche righe – gli obiettivi (per il 2025 e per il prossimo quadriennio) che il sindacato OCST, nella consueta conferenza stampa di inizio anno, ha voluto mettere nero su bianco. Sindacato che nel corso del 2024 ha vissuto un importante cambiamento con la nomina del nuovo segretario cantonale, Xavier Daniel.

Ed è proprio dalle parole di Daniel che è iniziato il ragionamento sulle sfide future dell’OCST. Una sorta di traccia per i prossimi anni, con due «aspetti centrali» che guideranno l’operato del sindacato. Uno: riaffermare la centralità dei lavoratori, «essendo presenti sì nei vari settori del mondo del lavoro, ma anche nelle istituzioni», ossia dove si prendono le decisioni che impattano sui salariati. Due: «Porci come anticipatori dei fenomeni sociali (ndr. si pensi all’arrivo dell’intelligenza artificiale, su cui torneremo), facendo sì che anche la parte padronale ci riconosca questo ruolo». Tutto ciò, «in una situazione sociale sempre più complessa, con una crescente polarizzazione della politica», la quale – ha rilevato Daniel – è ben esemplificata dal recente «conflitto tra pubblico e privato». In questo senso, il segretario cantonale ha biasimato il fatto che le associazioni economiche (Camera di commercio e AITI) abbiano recentemente deciso di schierarsi a favore dell’iniziativa popolare del fronte borghese che mira a ridurre il numero dei dipendenti pubblici. Uno scelta che, secondo Daniel, ben esemplifica la crescente polarizzazione e che, più in generale, rappresenta un «gioco al ribasso, di certo non costruttivo, che rischia di avere effetti negativi pure per tutto il settore parastatale». Un altro esempio di «conflitto crescente» tra pubblico e privato, ha aggiunto, è quello della riduzione del canone TV. Ma a preoccupare l’OCST ci sono altri temi: i negoziati con l’Unione europea, «una grande incognita per il futuro», la demografia e la stagnazione dei salari. Insomma, ha chiosato il segretario cantonale, «il pacchetto di sfide che ci attende è parecchio importante».

Saranno quindi due, in sintesi, le linee giuda per il sindacato. «Rilanciare il partenariato sociale, poiché le relazioni con il padronato e le istituzioni sono in crisi». Occorre quindi ritrovare la via del dialogo. E poi, come detto, «anticipare i cambiamenti in atto, per non perdere il treno». O meglio, ha chiosato: «Per permettere a tutti di salire su quel treno».

A prendere la parola è poi stato il vice-segretario cantonale, Andrea Puglia, ponendo l’accento sul settore terziario. «All’apparenza potrebbe sembrare un settore in cui è meno urgente intervenire», ha premesso. Ma, «se guardiamo alla realtà dei fatti, in questo settore vi sono circa una decina di contratti normali di lavoro», ossia rami economici «in cui vi sono stati evidenti abusi salariali che hanno richiesto l’intervento dello Stato». Ad ogni modo, ha spiegato Puglia, «non dobbiamo nemmeno commettere l’errore di fermarci al tema dei salari», poiché in questi settori è pure sempre più richiesta maggiore flessibilità per i tempi di lavoro. In poche parole: il salario non è tutto, a contare sono pure le condizioni di lavoro. Puglia si è poi soffermato sul tema dell’intelligenza artificiale. Un tema sì nuovo, «ma che corre velocissimo». Tre, su questo fronte, le piste da seguire. In primis, «studiare in maniera approfondita il fenomeno». In secondo luogo, «proporre una serie di seminari affinché anche il sindacato possa dare il suo punto di vista sul tema». Infine, «iniziare a trattare il tema nei contratti collettivi di lavoro e quindi cominciare a mettere dei paletti», ponendo l’accento sulla riqualifica del personale, affinché possa porsi in complementarità all’intelligenza artificiale. E quindi, in ultima analisi, non venga sostituito. Da questo punto di vista, secondo Puglia c’è margine di manovra, ad esempio, utilizzando i fondi delle commissioni paritetiche per finanziare la formazione continua dei lavoratori.

Tra giovani e donne

È poi stato il turno di Evaristo Roncelli, il quale con il sindacato sta elaborando un piano strategico per strutturare l’azione di OCST nei confronti dei giovani. Giovani generazioni che – ha rilevato Roncelli – in questo periodo di grandi incertezze «sono alla ricerca di una bussola», in particolare quando si affacciano al mondo del lavoro. Motivo per cui, appunto, il sindacato vuole rappresentare un punto di riferimento per questi giovani. E per fare ciò punta a «mettere in campo una rete di ‘mentoring’» che permetta far dialogare chi desidera intraprendere un mestiere e chi già lo fa da anni. Un altro termine chiave utilizzato su questo fronte è stato, non a caso, quello di «patto generazionale».

Sarà inoltre importante, ha aggiunto Roncelli, che il sindacato riesca a «sfatare il mito secondo cui esso è una reliquia del passato». Ecco perché occorrerà imparare a «parlare la lingua dei giovani», attraverso i social media, ma non solo. Tutto ciò anche per cercare di creare una vera e propria comunità tra i giovani, partendo dapprima con quelli già presenti nel sindacato, per poi espandersi.

L’ultimo tema affrontato da Davina Fitas (coordinatrice OCST donna-lavoro) è stato quello delle pari opportunità. Da questo punto di vista, Fitas ha elencato le priorità recentemente emerse da un questionario promosso dal sindacato: maggiore flessibilità lavorativa per conciliare in modo più agevole le responsabilità professionali e personali; l’accesso alla formazione continua per garantirsi un futuro professionale in un mondo del lavoro che cambia rapidamente; riequilibrare la ripartizione dei compiti familiari tra uomo e donna.

In questo senso, l’azione di OCST mirerà ad analizzare a fondo i contratti collettivi oggi in vigore per individuare le lacune riguardanti la conciliabilità famiglia-lavoro. Ma non solo, un’altra novità arriverà in primavera: un’iniziativa popolare federale per un congedo familiare di 18 settimane.